Terna, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (SABAP)  per le province di Caserta e Benevento e il Comune di Puglianello hanno inaugurato oggi la mostra  multimediale per la valorizzazione dei rinvenimenti emersi nel corso degli scavi archeologici  preventivi, presso l’area della futura Stazione Elettrica di Amorosi, nella Valle Telesina.  

All’apertura dello spazio espositivo, dal titolo “Amorosi. Il recupero della storia – Indagini  archeologiche preventive per la realizzazione della Stazione Elettrica di Terna S.p.A.” e organizzato  presso Villa Marchitto nel Comune di Puglianello (BN), sono intervenuti l’On. Francesco Maria  Rubano, Sindaco di Puglianello; l’Arch. Gennaro Leva, Soprintendente ABAP per le province di  Caserta e Benevento; il Dott. Andrea Martelli, Funzionario Archeologo SABAP per le province di  Caserta e Benevento; Michela Frapporti, Responsabile Archeologia in Sviluppo Progetti di Terna;  Chiara Pietraggi, Responsabile Autorizzazioni e Concertazione Centro Sud Area Tirrenica di Terna.  All’evento hanno partecipato, inoltre, gli studenti di diverse scuole del territorio. 

Nel dettaglio la mostra, destinata ad un pubblico di bambini e ragazzi della scuola primaria e  secondaria di I livello, è suddivisa in quattro sale: Informativa/Grafica, Immersiva, Multimediale e  Ludica/Interattiva. Nella prima stanza sarà possibile approcciarsi al lavoro dell’archeologo e delle  altre figure a lui affiancate, nonché alla vita delle popolazioni preistoriche e protostoriche tramite  alcuni totem descrittivi, approfondendo la conoscenza degli usi e costumi del tempo, dei rituali  funebri e delle necropoli, il tutto accompagnato dalla riproduzione in scala di una piccola capanna  dalla forma ellittica tipica del periodo Eneolitico; nella seconda stanza invece, grazie alla presenza  di una camera nella camera sarà possibile immergersi completamente nell’esperienza didattica,  entrando nel vivo della storia del territorio telesino tramite una video narrazione del paesaggio della  Valle Telesina fra archeologia, cultura e natura. La terza sala è dedicata alla multimedialità, ed è  allestita con diversi schermi che riproducono i video degli scavi archeologici e della Necropoli di  Amorosi, accompagnati da alcuni pannelli che descrivono il lavoro dell’archeologia preventiva e di  tutte le personalità coinvolte nei lavori per poter vivere pienamente i momenti dello scavo  archeologico e delle attività di laboratorio; infine la quarta stanza, dal carattere più ludico, consentirà  ai giovani visitatori di interagire con due grandi puzzle magnetici a parete e una vasca contenente  vari utensili e piccoli oggetti legati al mondo antico, seppelliti da strati di palline, che permetterà di  simulare l’attività dello scavo archeologico. 

Tutti i rinvenimenti archeologici sono stati scoperti e riportati alla luce in occasione delle attività di  indagine preventiva e di scavo archeologico nell’area in cui sorgerà la futura stazione elettrica di  Terna. L’opera è funzionale alla connessione alla Rete elettrica di Trasmissione Nazionale della 

Rete Ferroviaria Italiana per l’Alta Velocità “Napoli-Bari”, nello specifico della tratta “Frasso Telesino  – Telese”. L’intervento di Terna, attualmente in iter autorizzativo, comprende complessivamente  anche la realizzazione di una seconda stazione elettrica, nel comune di Telese Terme, e i  collegamenti delle nuove stazioni con la rete di distribuzione locale oltre quelli tra le stesse. 

Lo scavo del sito ha messo in luce vari livelli di frequentazione, dall’epoca preistorica fino all’età  tardo antica. All’epoca dell’Eneolitico risale il primo insediamento stabile dell’area, testimoniato dalle  tracce di una grande capanna. Successivamente, tra i rinvenimenti meglio conservati si segnala la  grande area funeraria, attestata fra le fasi finali dell’età del Ferro e l’avanzato periodo orientalizzante  (terzo quarto del VIII – seconda metà/fine del VII sec. a.C.). Sono state scavate complessivamente  88 sepolture su una superficie di circa 13.000 mq. I contesti erano riferibili alla così detta “Cultura  delle tombe a fossa” che caratterizza la Campania interna prima dei Sanniti. La frequentazione in  epoca romana tra III-I sec. a.C. è testimoniato da uno sfruttamento agricolo dell’area caratterizzato  da piccole buche di piantumazione, dalla presenza di grandi vasi per la conservazione delle derrate  alimentari e un pozzo per lo sfruttamento dell’acqua. Tra il IV e il V sec. d.C., l’area tornò a essere  utilizzata come luogo di sepoltura. Sono state messe in luce 15 tombe tutte costituite da una fossa  scavata nella terra e rivestita da piccoli muretti in frammenti di mattoni, da tegole o da blocchetti di  tufo.

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