Aldo Pezzato 18 anni, Francesco De Rumors Dusmet 18 anni, Rosario De Leva 16 anni, provenivano da Napoli, erano degli sfollati, e scelsero insieme alle loro famiglie di rifugiarsi a San Salvatore Telesino, dove credevano che gli orrori della guerra non sarebbero mai arrivati. Benedetto Bove 19 anni, invece, era nativo del vicino centro telesino mentre Ferdinando Di Meo era un contadino 67enne del centro titernino. Sono questi i nomi dei quattro ragazzi e del contadino trucidati dall’esercito tedesco in ritirata il 15 ottobre del 1943, le cui storie sono impresse nel libro scritto da Emilio Bove dal titolo “L’ultima notte di Bedò”, Edizioni Veraja 2010. (fonte: Il Quaderno.it)
Nel volume, Bove, cugino del Benedetto ucciso dai nazisti, prova a tracciare le ultime ore di questi quattro ragazzi. Tutto infatti, ebbe inizio qualche giorno prima, nella notte tra il 5 ed il 6 ottobre, quando qualcuno disinnescò le cariche posizionate dai tedeschi sotto ponte Cavour e trafugò anche delle munizioni. In paese poi, arrivò anche un paracadutista americano e le continue razzie perpetrate dalle SS acuirono le frizioni tra i cittadini del Casale e l’occupante.
In questo andirivieni di eventi, i tedeschi decisero di compiere un rastrellamento all’interno del centro di San Salvatore Telesino. La Wehrmacht diede ordini ben precisi: si dovranno presentare tutti gli uomini dai 15 ai 60 anni, chi non lo farà sarà fucilato. I più all’alba riuscirono a fuggire ed a nascondersi, ma non tutti, 128 persone furono comunque prese e riunite in Piazza Nazionale prima di essere poi trasportate a bordo di alcuni camion nel carcere di Piedimonte Matese. (fonte: Il Quaderno.it)
Foto di copertina – Funerali alla chiesa di S.Maria Assunta a San Salvatore Telesino Il parroco del paese di Faicchio intona un’ultima preghiera per i quattro giovani italiani che furono mitragliati dai tedeschi in ritirata il 23 ottobre 1943.