Vi espongo queste brevi riflessioni che seguono per ricordare e sottolineare l’incontro che ci sarà domenica 18 giugno c.m. alle ore 19:00, presso la Chiesa di Santa Maria a Cerreto Sannita, per la presentazione dell’Antologia dedicata ai 300 anni dalla fondazione della Chiesa di San Gennaro.
E’ stata veramente emozionante, dopo oltre mezzo secolo ricordando il racconto di mio padre, la nuova luce che ha acquisito la facciata, con le antiche inferriate in ferro battuto, della Chiesa di San Gennaro in Cerreto Sannita, nella primavera dell’anno 2021, durante il quale il comune stesso stava eseguendo dei lavori di manutenzione stradale lungo Via Chiaie.
Nella raccolta fotografica del testo di Vincenzo Mazzacane, dal titolo “Le memorie storiche di Cerreto Sannita”, è riportata la foto n.ro 16 della chiesa stessa, con la dicitura ‘fine 800’, dove è chiaramente visibile il muro realizzato nell’arco laterale e precisamente quello su Via Chiaie, che raggiunge l’imposta dell’arco laterale stesso e che quindi era stato realizzato in un momento storico successivo all’arco.
Mio padre, nella primavera dell’anno 2021 e nato nel 1930 mi raccontò, secondo i suoi ricordi, che quando era ancora bambino, poiché suo zio e suo padre dovevano eseguire un lavoro presso un comune limitrofo un giorno andò con loro e lungo la strada insieme videro, presso la suddetta chiesa, degli operai edili che stavano murando le inferriate laterali ed il motivo è presto detto.
La Chiesa di San Gennaro era la chiesa dei ‘Signori’, era la sede dove si celebravano i ‘Matrimoni’ e soprattutto era la chiesa, per eccellenza, dove chi doveva affrontare ‘Prove’ importanti, si andava ad affidare ed a pregare devotamente, prima di intraprendere viaggi e missioni.
All’esterno e quindi nell’ingresso, delimitato come abbiamo detto dalle inferriate laterali, spazio intermedio tra la strada pubblica e l’interno della chiesa, via via nel tempo, c’era chi andava a contrattare cose che esulavano i temi e la vita ecclesiastica, o chi andava a dormire per cercare un ricovero di fortuna e via di seguito.
Per risolvere i problemi di uso non idoneo e consono dell’ingresso stesso e per risolvere anche il problema creato dalle intemperie ed in particolare dallo sferzante vento detto della ‘cusanara’ poiché proveniente dalla direzione del comune di Cusano Mutri, che investe il perimetro esterno della chiesa, fu deciso di eseguire la murazione delle inferriate laterali che delimitavano lo spazio intermedio, ovvero uno spazio-filtro, ovvero quello stesso spazio-filtro dei templi greci, che fu tanto caro anche ai romani, così come ce ne dà testimonianza il Pantheon a Roma, come esempio eccellente, che aveva la funzione di filtro simbolico tra l’esterno, la realtà umana, e l’interno, la realtà divina.
La Chiesa di San Gennaro ci ricorda, quindi, non solo il Pantheon, che ha la cupola più grande di tutto il mondo ma anche la Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella di Napoli, situata sul Corso Umberto I, per citare solamente qualche esempio a noi più vicino.
E’ interessante ricordare, inoltre, che la Chiesa di San Gennaro ha una pianta ottagonale, il Pantheon ha una pianta circolare, e Santa Maria Egiziaca a Forcella ha una pianta ellittica e tutte e tre hanno lo spazio-filtro antistante, come abbiamo già detto e sono inserite nel tessuto urbano e sono tre esempi di equilibrio ed armonia.
La cupola della Chiesa di San Gennaro, infine, durante la seconda guerra mondiale fu utilizzata come vedetta dai tedeschi, e secondo i ricordi di mio padre gli alleati americani entrarono dallo ‘spinito’, situato nella parte alta dell’attuale cittadina, raggiunsero piazza Roma e poi si disposero su due file, ovvero rispettivamente una fila per lato del corso principale, oggi Corso Marzio Carafa, ed attraversarono tutto il paese fino a piazza Luigi Sodo.
Daniela SANTAGATA