Dopo il successo della prima edizione dello scorso anno, che ha registrato il rientro dall’estero e da altre parte di Italia di diversi paupisani, la Pro Loco di Paupisi in collaborazione con il Comune e la Parrocchia riproporrà anche quest’anno, per sabato 17 giugno, la Festa dell’Emigrante che va ad unirsi a quella civile del Santo Patrono, Sant’Antonio di Padova, in programma invece domenica 18 giugno 2023. Saranno tante e diverse le novità che renderanno la seconda edizione della festa ancora più bella e coinvolgente. “La festa dell’emigrante è un momento importante di aggregazione popolare – afferma Dario Orsillo, Presidente della Pro Loco di Paupisi – dove sapori, suoni e racconti rievocano le esperienze di quanti sono stati costretti ad abbandonare la propria terra natia per cercare migliori condizioni di vita lontani da casa ma mantengono viva la memoria e il loro rapporto con la terra natale”. Il programma prevede per domani – 17 giugno – alle ore 19.00 la celebrazione della Santa Messa Internazionale dell’emigrante nella chiesa Santa Maria del Bosco, al termine ci sarà un concerto canoro del coro “Papisius” e del quartetto vocale “Vocum Concordia” accompagnati dal quartetto ad archi e diretti dal Maestro Gilda Pennucci Molinaro.
La Pro Loco di Paupisi ha dato vita al coro polifonico ‘Papisius’ nel febbraio del 2019 e in tanti si sono chiesti da dove deriva il nome ‘Papisius’. Beh l’etimologia del nome “Paupisi” non è molto chiara. In tal caso sia il professor Floridante Bizzarro che il maestro Nicolino Polcino, illustri e molto compiante personalità nella storia del paese, si sono abilmente cimentati in questa non semplice ricerca con risultati interessanti e dissimili al contempo; una ricerca alternativa, che , pertanto, non ha nessuna pretesa di oculata indagine storica, ha portato alle seguenti considerazioni: sembra appurato che in contrada San Pietro La Difesa si trovassero anticamente tombe romane, la cui ubicazione odierna (ammesso che ancora esistano) resta sconosciuta. Il maestro Nicolino Polcino, nel suo libro “Paupisi del mio cuore” riferisce di una bolla papale del XIII secolo che menziona il paese come “Papisii”, offrendo come possibile soluzione di questo rompicapo, una qualche connessione con la gens Papia dell’antica Roma. Sfruttando questa stessa radice, sono state effettuate ricerche tra alcuni testi sulla storia di Roma, e ci si è imbattuti in un Lucius Papirius Crassus, dittatore a partire dal 339 a.C. Si potrebbe obiettare che il nome Papirius appare slegato da “Papisii”. Tuttavia, a corroborare questa tesi, giungerebbero due interessanti corollari. In primis , narra Cicerone ,riferendosi a questo personaggio, che “primus Papisius est vocari desitus”, cioè che prima era chiamato Papisius, quindi c’era stata una variazione “anagrafica” del nomen. In secundis, pare che costui si fosse distinto nelle campagne militari contro i Sanniti. Due indizi che certamente non fanno una prova incontrovertibile, ma che, quantomeno, rappresentano un discreto punto di partenza. Se Telese, d’altronde, prende il nome da Caio Ponzio Telesino, altro importante condottiero, Paupisi potrebbe anche derivare il suo nome da Papirius/Papisius dittatore romano. Le storie di tombe e ritrovamenti di epoca romana ala contrada San Pietro potrebbero celare un possibile avamposto o accampamento fondato da questo insigne dittatore. Per il professor Bizzarro, il nome è derivabile dall’unione di Pagus (paese in latino) e pisus (aggettivo che starebbe a significare “appeso”, data la natura del territorio collinare, ai piedi della montagna di San Mennato).
Tornando all’appuntamento di sabato 17 giugno la Pro Loco paupisana invita tutti a partecipare a questa festa dell’emigrante, al concerto canoro e – alle ore 21.30 – alla serata danzate con Rochitos e la sua fisarmonica in Largo De Marco.
Nel corso della festa sarà in funzione uno stand gastronomico dove si potranno assaporare specialità locali e la gustosissima montanara.