“Il progetto di demedicalizzazione delle ambulanze annunciato dalla ASL di Benevento va rivisto. Come sindaco, quale autorità sanitaria locale, mi riservo di esercitare le mie prerogative a tutela di una corretta erogazione delle prestazioni di Emergenza-Urgenza Territoriale che devono essere garantite con criteri di equità e uniformità in tutta la provincia”.
Così il Sindaco di Castelvenere Alessandro Di Santo, che è anche medico di medicina generale, in merito alle polemiche e preoccupazioni manifestate in questi giorni dalle amministrazioni del territorio e dai cittadini sulla rete del 118 e alle auto mediche.
“L’idea di ambulanze che svolgono il servizio 118 senza medici – dice il sindaco Di Santo – non è condivisibile. Le innumerevoli vite salvate da quando il 118 è stato istituito circa 25 anni fa, ne fanno un’eccellenza dell’offerta sanitaria. Appare immotivato dunque varare un progetto che depotenzia il servizio di emergenza-urgenza territoriale soprattutto in un periodo di grave carenza di medici anche nell’ambito della Medicina Generale, Pediatria di Base, Specialistica ambulatoriale dove i pochi professionisti rimasti sono costretti a sopportare un sovraccarico di lavoro enorme per poter garantire l’assistenza medica”. “Dalle dichiarazioni apparse sulla stampa – continua il primo cittadino di Castelvenere – si apprende che le attuali ambulanze con medico a bordo si ridurranno da dieci a quattro, con conseguenti gravi ripercussioni sul delicato sistema del 118 che, in vaste aree geograficamente disagiate della nostra provincia, non potrà più garantire gli interventi di emergenza medica negli otto-venti minuti previsti dalla legge. In particolare, sul nostro territorio della Valle Telesina e dell’Alta Valle del Titerno, che include 14 comuni, saranno tolti i medici dalle due ambulanze di Cerreto Sannita e San Salvatore Telesino per lasciarne uno solo sull’auto medica di Telese Terme.
“E’ evidente che se aumenta l’ambito di competenza territoriale del medico aumenteranno anche i tempi di percorrenza per raggiungere il luogo dell’intervento su paziente in grave pericolo di vita. Una tale organizzazione diminuisce la possibilità di effettuare interventi medici rapidi ed efficaci con conseguente aumento del rischio clinico dei pazienti e con sovraffollamento dei Pronto Soccorso per la mancanza dell’azione di filtro che il 118 svolge sul territorio”, conclude Di Santo.