L’Acqua si sa che è un bene prezioso, è una necessità primaria per l’esistenza e la sopravvivenza stessa dell’uomo, ma andiamo per gradi.
In questi giorni si parla, ricorrentemente ed anche affannosamente, del Consorzio Sannio Acque e della Diga di Campolattaro.

Senza entrare nel merito delle scelte politiche, degli eventuali accordi e delle prospettive future, che mirano giustamente, al bene del territorio, ma non solo ed esclusivamente, non bisogna perdere di vista che l’Acqua come materia prima attualmente comporta vendita, qualità e costo.

Facciamo un po’ di storia e parliamo di sorgenti, per comprendere quanto siano interessanti e ricchi i nostri territori che ci circondano, facendo qualche breve esempio.
A Cerreto Sannita, nella località Sant’Angelo, aveva origine un acquedotto che attraversava il territorio di Castelvenere e giungeva alla città sannitica di ‘Telesia’, citata per la prima volta nel 217 A.C. quando fu occupata da Annibale.
Lo studioso Nicolangelo Pacelli cita la località Sant’Angelo e quest’ultima probabilmente era la località dove è situata la ‘Morgia Sant’Angelo’ ossia la ‘Leonessa’, ricca ancora oggi di sorgenti.
Nel XVIII secolo i ponti sui quali scorreva l’acqua e la grande cisterna accanto alle mura di ‘Telesia’, erano ancora visibili e l’acqua veniva distribuita per mezzo di condutture di piombo.
L’acquedotto entrava da nord, dove il terreno era più alto ed attraverso la torre settentrionale ed avanzata della fortificazione perimetrale, venivano smistate le acque.

Si pone a questo punto un’ovvia domanda per quando accaduto nei tempi moderni:
perché per lungo tempo la località Sant’Angelo è stata destinata a discarica a cielo aperto per rifiuti di attività umana e soprattutto come mai sfuggì a chi al tempo stava amministrando il territorio di Cerreto Sannita che questa stessa era ricca di sorgenti e quindi una zona estremamente preziosa che necessitava di essere preservata?
Per il resto sappiamo tutti che occorrono molti anni affinché i terreni utilizzati e destinati per discarica a cielo aperto per rifiuti di attività umana siano bonificati ma soprattutto necessitano molto di tempo, poichè la natura deve fare il suo corso.

Apprendiamo in questi giorni che l’amministrazione di Cerreto Sannita, ossia di chi sta al comando, ha aderito al Servizio Integrato Sannio Acque s.r.l., pubblico-privato, a differenza di altri Comuni che si stanno opponendo con fermezza poiché mancano l’informazione e la consultazione, sia all’interno delle Amministrazioni comunali e sia nelle Comunità stesse, per comprendere quali saranno sia le garanzie e sia i costi del futuro servizio idrico.

A monte di tutto questo cosa c’è:
– l’autonomia del Sannio ed il distacco dall’Irpinia dove c’è il Consorzio Alto Calore;
– l’acqua della Diga di Campolattaro destinata da sempre ad uso irriguo per l’Agricoltura che si vuole Potabilizzare con i relativi e successivi costi;
– la sostituzione ed il subentro di altra materia prima rispetto all’acqua ‘buona’ del Biferno così come specificato nello stesso piano d’ambito.

 

Daniela Santagata

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