Sabato 16 luglio 2022 – ore 18.00
Cerreto Sannita, Sala del Palazzo del Genio
Presentazione del libro di Nicola Ciaburri
- VENTUNORA: la “mostra” di un antico orologio in Cerreto Sannita
Interventi:
– Giovanni Parente, sindaco di Cerreto Sannita
– Alessandro Liverini, presidente dell’ASVT
– Lester Lonardo, archeologo
– Angelo Turco, professore emerito di Geografia umana
– Nicola Ciaburri, autore
coordina:
– Italo d’Andrea, consigliere del comune di Cerreto Sannita
Il volumetto è pubblicato nella collana dei Quaderni dell’Associazione Storica della Valle
Telesina fondata nel 2014 con lo scopo di promuovere e incentivare la ricerca storica e che
si è particolarmente distinta nella pubblicazione di Fonti di storia locale con apparato
scientifico-critico di grande qualità.
Ciaburri parte dalla “sua” Cerreto e stabilisce immediatamente un legame tra il territorio
e i suoi abitanti: «Ventunora è un titolo legato all’oggetto di studio, ma anche a tutti i
lavoratori la cui vita è stata scandita dai suoi rintocchi, che nelle campagne indicavano al
massaro quando dar fiato alla ‘tufa’ – conchiglia utilizzata alla stregua di un corno – per
richiamare gli operai dai campi» (dalla Premessa, p. 13).
Il suo lavoro è di difficile classificazione: parla della storia di Cerreto ma non è solo un libro
di storia, analizza la riedificazione della città dopo il terremoto del 1688 ma non è solo un
trattato di architettura, ricostruisce con precisione “maniacale” tutte le fasi della costruzione
di San Martino, ma la sua non è solo una edizione di fonti storiche ed iconografiche pur
sviscerate sotto ogni aspetto. L’autore affronta, anche con complessi disegni geometrici, la
natura dell’oggetto di studio, e, sempre guidato dal dubbio, e dal confronto con esperti
dell’argomento e dalla continua verifica scientifica e matematica delle osservazioni
empiriche giunge alla conclusione che «l’oggetto in esame non può essere una meridiana né un orologio solare, ma si tratta della ‘mostra’ o quadrante di un antico orologio Italico da
torre a ventiquattro ore e a lancetta unica».
Il suo è un viaggio iniziato nell’infanzia quando da bambino usava il suo corpo come
gnomone ponendosi al centro della presunta meridiana per leggere l’ora dalla sua stessa
ombra e giungendo alla conclusione, già allora, che “non può trattarsi di una meridiana”!
Nicola, nato proprio a Piazza San Martino, è architetto, vive e lavora a Roma. Nel 1978 si è
laureato in Architettura presso la Federico II di Napoli con una tesi su Cerreto Sannita. Ha
pubblicato numerosi interventi sull’urbanistica cerretese e si è interessato al problema
sismico sia a livello teorico sia a livello pratico partecipando alla compilazione delle schede
dei danni dopo i terremoti dell’Irpinia, dell’Aquila, dell’Emilia e dell’Italia centrale e
progettando interventi di riparazione da danni sismici. Ha svolto attività professionale in
proprio con progetti di restauro e consolidamento di edifici settecenteschi e nuove
edificazioni collaborando tra l’altro, come progettista, con lo studio Manara.
Cerreto è sempre stato al centro dei suoi studi, del suo lavoro e di tutta la sua produzione
scientifica. Ha pubblicato: nel 1990 …di città cadute per tremuoti in Cerreto Sannita – Il
laboratorio di progettazione 1988 (a cura di Francesco Moschini); nel 2014, con Renato
Pescitelli, La Chiesa Collegiata di San Martino della Cerreto Medievale; nel 2017 La forma
come resistenza sismica: una città ricostruita dopo il terremoto del 1688; nel 2019 Il
“grand tour” e gli affreschi di palazzo Ungaro a Cerreto Sannita; nel 2019, con Franca
Castagnino Mazzacane e Enzo Mazzacane, Le tradizioni popolari di Cerreto Sannita
Ventunora rappresenta l’ennesimo tassello al recupero e consolidamento delle radici che
per lui non è mai lavoro concluso, ma continua ricerca e analisi e studio e verifica e
“ritorno”…, perché, come dice Ursula Le Guin, l’unico viaggio è il ritorno.
Il volume è arricchito dalla splendida introduzione di Angelo Turco che proietta Cerreto e la
sua meridiana di San Martino in un contesto internazionale: dalla stazione di Perpignan
dipinta da Dalì alla Piazza Jamaa el Fna, centro della vita pubblica di Marrakech e luogo più
importante della Medina, da Pechino alla Cordigliera delle Ande, dalle foreste pluviali
congolesi a Venezia, tutte testimonianze di una vita errabonda che sembra trovare un
approdo nella Piazza della Cerreto – ennesimo ritorno! – ricostruita dopo il terremoto dove«perfino “un turco venuto alla santa fede” fu pagato per una prestazione d’opera» (dallaprefazione di Angelo Turco, p. 11).
Angelo Turco, geografo, è Presidente della Fondazione Università IULM di cui è stato Pro-
Rettore Vicario e Preside della Facoltà di Arti, turismo e mercati. Professore Ordinario dal1986, ha insegnato nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano, nella Facoltàdi Architettura del Politecnico di Milano, nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Universitàdell’Aquila. All’estero ha svolto molteplici attività formative (corsi tematici, lezioni,conferenze, seminari, tutorati dottorali) presso Università europee, americane, africane edè stato visiting professor nelle Università di Paris X, di Pau e di Grenoble (Francia). Fondanel 1992 l’annale “Terra d’Africa”, che dirige fino alla sua cessazione nel 2010, e nel 2004 il Laboratorio di cartografia CARTOLAB presso l’Università dell’Aquila.
Consulente internazionale per la pianificazione territoriale, la tutela e la valorizzazione del
paesaggio, la governance ambientale, lo sviluppo locale sostenibile, la gestione partecipativa
delle risorse naturali, segnatamente in Europa, in Africa e nei PVS, con particolare
attenzione alle aree transfrontaliere. È valutatore di attività e progetti di cooperazione
internazionale in Africa (Regione Piemonte, Regione Abruzzo, Unione Europea), di attività
e progetti di Peace Keeping e DDR (Repubblica Centrafricana, 2009; Sierra Leone, 2010;
Guinea Bissau, 2013) e di progetti di ricerca scientifica presso il CNRS (Francia) e l’FNS
(Svizzera).
Nell’ambito dei programmi di internazionalizzazione universitaria è stato responsabile degli
accordi di cooperazione con Università europee (François Rabelais, Tours), africane (Abdou
Moumouni, Niamey, Niger) e latino americane (UFMG, Belo Horizonte, Brasile).
Attualmente è responsabile presso l’Università IULM degli accordi di cooperazione
universitaria con l’Université Joseph Fourier di Grenoble, di cooperazione istituzionale con
UN Women Malawi, di cooperazione turistica nella regione di Cabo Delgado in Mozambico.
Socio d’onore della Società Geografica Italiana dal 2013.
Turco ha maturato il suo itinerario intellettuale con particolare riferimento e in continuo
confronto con la realtà africana, studiandone il territorio come bene culturale e struttura
identitaria. Da questo banco di prova negli ultimi anni ha sviluppato un percorso di
riflessione che lo ha portato a distinguere tra abitare la natura e abitare il territorio, che è
frutto della narrazione culturale, storica e sociale, progetto dell’abitare che coinvolge ogni
energia umana. La geografia sistematizza l’esigenza originaria di abitare il mondo, stimolata
da bisogni, visioni e sentimenti che l’umanità ha da sempre espresso nell’arte, nella scienza
e nella religione. Tra le sue pubblicazioni più recenti sul tema: nel 2013 Cooperazione
turistica internazionale: narrazioni, politiche, territori; nel 2010 Configurazioni della
territorialità; nel 2009 Governance, culture, sviluppo; nel 2008 Verso una teoria
geografica della complessità Africa subsahariana; nel 2002 Cultura, società, territorio.
Nel 2021 è uscito Epimedia : informazione e comunicazione nello spazio pandemico (dove
Epimedia è l’anagramma di Epidemia).
Fin dagli anni ’90 ha collaborato con oltre 130 articoli a Nigrizia, la prestigiosa rivista
mensile dei Missionari Comboniani che da 140 anni racconta il variegato e complesso
mondo delle Afriche e degli africani nel mondo e che annovera fra i suoi collaboratori Alex
Zanotelli, Marco Aime, Gad Lerner, Vauro, e altri autorevoli giornalisti, scrittori e
intellettuali.