21 Dicembre- IL SOLE DIALOGA CON LE ANTICHE PIETRE-
“Siamo circondati dal mistero. Nel mistero c’è spazio per tutto, anche per gli dèi.” Valerio Massimo Manfredi
Uno dei luoghi più ricchi di reperti archeologici e misteriosi sui nostri monti, una volta regno dei Pentri, è sicuramente Caia Borsa, una località del ricchissimo triangolo Cerreto-Pietraroja-Morcone, che presenta interrogativi già nel nome.
A quota m 1000, su un rilievo al centro di una zona che racconta la nostra storia a partire dal Neolitico, c’è un enorme podio megalitico che, con non troppa fantasia, può assimilarsi ad uno Ziqqurat, tipo l’altare di Monte D’Accoddi in Sardegna. Un podio, in parte integrato da muri a secco, che affascina ed inquieta allo stesso tempo, anche per la presenza di due grossi canali che lo tagliano e di strani solchi che ne caratterizzano la superficie.
Siamo di fronte ad una ‘struttura di comunicazione’ tra cielo e terra, in stretta consonanza con il simbolismo cosmico di tutta l’architettura sacra? Siamo di fronte ad una sorta di bussola naturale per indirizzare i nostri avi? Tutte le ipotesi sono plausibili, soprattutto alla luce di una semplice constatazione: nell’antichità anche i punti cardinali avevano un’aura mistica, legata ai cicli del sole, per cui l’asse longitudinale dei templi era orientato o lungo l’asse est-ovest: templi equinoziali o, raramente, lungo quello sud-nord: templi solstiziali. Nell’antichità, poi, tutti i luoghi sacri venivano scelti in posti strategici ed in prossimità di una sorgente. Proprio come a Caia Borsa, ove la “piattaforma” troncopiramidale è al centro di tutta una serie di manufatti quali mura a secco, tratturi, capanne arcaiche, recinti, tholos (vedi foto)…ed immancabile sorgente.
Siamo in presenza di un blocco monolitico in calcarenite, di m 40 x 30, che presenta delle integrazioni con muratura poligonale. Un blocco in parte naturale, in parte manufatto, che potrebbe risalire a qualche millennio a.C. Non ho elementi scientifici a corroborare la mia datazione.
La cosa più inquietante, però, sono i due canali enormi, scavati “sicuramente” a mano, che indicano, con apprezzabile precisione, uno il Nord, l’altro il punto in cui sorge il sole nell’equinozio d’inverno, il 21 dicembre, il giorno in cui tanti siti archeologici del mondo, da Stonehenge a Luxor, vengono raggiunti da migliaia di turisti per assistere al sorgere del sole in perfetto allineamento assiale con la costruzione.
Non solo. Sarà un caso, ma seguendo la direzione di un canale, si arriva, dopo 4 km e dopo aver oltrepassato con lo sguardo una “piramide” naturale, all’insediamento alle falde di monte Moschiaturo, che ha tutti i requisiti per essere parte del territorio della Saipinaz sannitica. Seguendo invece il canale che indica il Nord, dopo 22 km, sempre in linea d’aria, si raggiunge Monte Vairano, presso Campobasso, ove gli scavi archeologici condotti dal Prof, De Benedittis hanno portato alla luce un insediamento sannitico, risalente a prima del VI sec. a.C., che potrebbe essere la mitica Aquilonia, la “città” distrutta dai romani “contemporaneamente” a Saipins, Cominium e Bovianum, durante la III guerra sannitica. Il secondo canele, invece, indica sicuramente da un verso il Colle Samnis, sopra Bojano, dove si sarebbero fermati i primi Sabini, preceduto dal Tempio di Ercole a Campochiaro, dall’altro…dove dovrebbe sorgere il sole il 21 dicembre.
Solo un caso? Forse si. Forse no. Tutto parte da una ipotesi da verificare attentamente prima che diventi tesi! Certo è che abbiamo un podio svettante con due canali la cui realizzazione è assolutamente inspiegabile alla luce delle nostre conoscenze. Realizzare quei due canali è stata sicuramente un’opera “ciclopica”, giustificabile solo con un fine importante per la comunità. Un fine che poteva essere legato al fenomeno della luce intorno al periodo del solstizio d’inverno, ma anche all’orientamento per raggiungere delle destinazioni importanti, in una zona che, d’inverno, è spesso soggetta ad una fitta nebbia che disorienta anche le persone più esperte. E non sono certo gli unici, né in zona né a Cerreto, in contrada Chiolli. Un altro sito inquietante di cui mi occuperò più in là.
Ipotesi suggestive, come quelle che si rincorrono per spiegare gli allineamenti di Stonehenge o del tempio di Luxor o di tanti altri siti archeologici ove, nel giorno del pleniluvio invernale, migliaia di persone accorrono per assistere all’allineamento del Sol Invictus con le antiche pietre.
Allora mi sono detto: ho cercato, studiato, indagato, dubitato, aspettato… se guardare con occhi diversi, studiare, ipotizzare, verificare, è la chiave di ogni ricerca scientifica, perchè non andare qui, vicino a noi, ove tutto lascia supporre che ci sia qualcosa di simile ad uno Ziqqurat con un canale orientato verso il sole nascente del 21 dicembre? E così ho fatto. Ci sono andato, di buon mattino, prima che il sole spuntasse. Ci sono andato con un certo batticuore dovuto all’ansia e, perché no, alla paura di aver visto male…l’attesa e la sorpresa. Poi…oltre ogni più rosea speranza. Puntuale come ogni anno, il sole ha fatto capolino tra le nubi ed in perfetto allineamento assiale con uno dei due canali. Una verifica delle mie teorie che mi ha riempito il cuore di gioia! Sensibilmente in trance, mi è parso di ascoltare una storia narrata dalle pietre: “qui c’è tutto! Anche il sole è sorto e si è allineato. Manca solo lui, il Meddix tuticus, meddíss tovtíks, per annunciare la lieta novella ai pastori spaventati dalla notte sempre più lunga.”. Un timore ancestrale: “vuoi vedere che la notte prevarrà sul giorno?” Una paura che solo il grande e “furbo”? sacerdote poteva placare, annunciando loro la lieta novella dall’alto del podio: “da domani il sole, giorno dopo giorno, tornerà a prevalere sul buio della notte!” Ed i pastori si rassicuravano perché, ancora una volta, grazie ai doni portati al Tempio e raccolti a piene mani dal Capo Supremo per essere offerti al sole, chiaramente, questo tornerà lentamente a sorgere sempre prima, e Sol Invictus prevarrà sulle forze malefiche della notte.
Ma gli interrogativi sono tanti, come quello di capire perché tra l’angolo di questo podio (azimut 113°) e quello cerretese del Tempio della Madonna della Libera (azimut 162°), sono compresi gli azimut di tutti gli altri Templi Pentri. Ed i misteri si infittiscono se mettiamo insieme, come vertici di un triangolo, tre luoghi “sacri”: Caia Borsa, la Collina di Pietre con dolmen a Vallantico-Mastramici ed il Tempio Italico di Cerreto.
Non so dare una spiegazione. So solo lanciare un sassolino in un grande lago sonnacchioso, stagnante, augurandomi che ciò che abbiamo sui nostri monti e che non finirà mai di stupirmi, possa destare anche l’interesse di chi può.
Mi auguro pertanto che chi ha diritto di vita o di morte sul tesoro che i monti custodiscono da millenni, prenda atto di quanto mi ha comunicato il Ministero della Cultura, unico ad avermi risposto in una Regione di sordomuti: “Con riferimento alla Sua segnalazione citata in oggetto e relativa al sito compreso nella zona tra Monte Cigno e Caia Borsa, questo Segretariato ha sottoposto all’attenzione della locale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, competente per il territorio, la documentazione da Lei fornita.
Alla luce delle considerazioni ricevute che tengono conto dello stato di conservazione e del valore demoetnoantropologico delle testimonianze presenti nell’area, sarà valutato l’inserimento dell’insediamento rurale sito in Cerreto Sannita nel programma di valorizzazione di questa Amministrazione” MIBACT-SG/05/11/2020/0014724-p
Parole chiare, chiarissime. Intelligenti pauca!
Lorenzo Morone