La mostra Transitus dell’artista Enrico Moleti, che sarà inaugurata sabato 12 settembre alle
ore 16,30, rappresenta per il Museo Arcos, a seguito della pandemia Covid 19, una sorta di
fuori programma: non prevista nel calendario 2020, è stata fortemente voluta dalla Presidenza della Provincia di Benevento e dalla direzione artistica del museo a completamento di una importante iniziativa editoriale, nata negli ultimi mesi nel Sannio: le opere di Moleti, scelte da Nazzareno Olrlando a corredo del suo ultimo lavoro letterario Meduse Immortali, edito da Homo Scrivens. Il museo beneventano ancore continua nella sua politica di attenzione alle emergenze artistiche campane e internazionali e in particolare a tutte quelle espressioni che il territorio propone: Transitus ancora ne rappresenta un momento alto di questa vocazione.
Enrico Moleti, napoletano di nascita, forte delle radici sannite che lo qualificano interprete di
archetipi di chiare espressioni autoctone, per istintiva e creativa esigenza si ispira alla “Mater Mediterranea” che ha nutrito tutte le grandi civiltà. Il suo percorso nell’arte inizia già nei primi anni ’70, manifestando grande sensibilità per l’arte contemporanea. Attento alla
transavanguardia dei Paladino e De Maria, si spinge verso sperimentazioni più personali, alla ricerca di tecniche e materiali innovativi. Diversi critici si sono interessati al suo lavoro, tra cui Vittorio Sgarbi, che nel 1997 a Reggio Calabria, nell’ambito del “Premio Calabria
cultura e turismo”, premia la sua opera pittorica “Tentazione”. Espone all’estero, nel 1997 al museo Nostos di Atene l’opera “Rosso mediterraneo”, nel 2003 a Cannes nella seconda
biennale d’arte Internazionale, dove riscuote un buon consenso di pubblico e critica.
Innumerevoli le citazioni critiche, tanti i premi ricevuti negli anni, ugualmente le mostre
importanti che l’hanno visto coinvolto. Il mercato arabo nel 2014 si interessa alle sue opere:
espone l’opera “Riflessione Geometrica” al Contemporary Art Exhibition Italian Soul-
RomArt di Dubai. A partire da questo periodo Moleti rivede, quasi stravolge, il suo
linguaggio artistico, evolvendo il suo Postmoderno verso l’informale astratto: colori in
esplosione si fondono sulla tela provocando forti emozioni in chi osserva, accompagnandolo
in un vortice di sensazioni. L’artista abbandona le figure e i simboli che lo hanno
caratterizzato nel suo processo formativo per dare spazio a linee e forme geometriche:
apparentemente un non senso, eppure le opere acquistano più forza attrattiva e catturano
l’attenzione, non solo di addetti ai lavori, ma anche di quanti hanno poca sensibilità verso
l’arte. La mostra resterà aperta fino al 30 settembre. Prima della chiusura della mostra il libro Meduse Immortali di Nazzareno Orlando, che contiene le opere in esposizione, sarà
presentato nello spazio libri del Teatro Romano con il nuovo lavoro musicale di Vanni Miele
“MedusAE”, allegato al libro.
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