da Realtà Sannita n°16 16/31 ottobre 2019 pag 2

Dopo gli anni bui di questa Amministrazione, la gente si aspetta un cambiamento radicale 

Con l’invasione pacifica di oltre tremila maratoneti, che hanno preso parte alla mezza maratona svoltasi nei primi giorni di ottobre, cala il sipario sulla estate telesina e nella cittadina termale si incomincia a pensare alle cose che riguardano più da vicino la comunità, e cioè alle elezioni amministrative che ci saranno la prossima primavera.

L’estate appena trascorsa forse è stata buona da un punto di vista termale (l’impresa Minieri ci sa fare), ma pessima da un punto di vista turistico.

Non è stata attrattiva per niente, si sono salvate solo le due maratone, la cui organizzazione (dire perfetta è poco) fa sì che riesca tutto bene e così il nome di Telese, e del circondario, è veicolato in tutta Italia ed anche all’estero.

In giro per il paese si ascolta una sola voce: paese morto! E si esprime una sola speranza: che l’Amministrazione eletta la prossima primavera possa dare impulso e slancio a questa vita cittadina stanca, sofferente ed avvilita, per non dire altro. Ecco perché si avvertono di già i primi movimenti di preparazione a questa competizione elettorale che porteranno poi alla presentazione ufficiale delle liste.

Incomincia, quindi, una fase molto importante dove bisogna stare attenti a fare una buona scrematura, perché non sempre gli aspiranti candidati sono all’altezza del compito che sarà loro affidato una volta eletti. A sentir dire, la platea di aspiranti alla carica è vasta, e questo non certamente per un eccesso di democrazia, ma spesso per pura vanità di mettere al petto la medaglina.

Perciò bisogna stare accorti e capire che l’amministrazione di una comunità oggi, per di più difficile come quella telesina in continua crescita, non è cosa semplice, non c’è bisogno di cantori isolati, ma di una squadra capace. C’è bisogno di gente che abbia un buon rapporto con la comunità, che la conosca bene e bene conosca le sue esigenze e le sue aspettative.

C’è bisogno di amministratori che sappiano ascoltare, con umiltà e predisposizione, perché l’ente Comune è la prima istituzione che il cittadino conosce e quindi ha bisogno di rivolgersi ad essa con fiducia, ed essere ascoltato, non ignorato o addirittura snobbato.

Essere sindaco o consigliere comunale è un lavoro duro, molto duro, ma se svolto con passione e spirito di dedizione, se veramente ci si crede, dà problemi, ma anche enormi soddisfazioni. Gli amministratori devono essere molto attivi e non stare fermi come se fossero amministratori di condominio intenti ad applicare (e manco sempre) regole già stabilite. Nella misura in cui si muove, se lo sa fare l’amministratore porta risultati, diversamente continua per il paese il momento poco felice che ha vissuto in questa ultima consiliatura. I candidati devono essere conosciuti, o essersi fatti conoscere per le loro capacità.

Una volta c’erano i partiti a dare le loro indicazioni, quindi poteva essere candidato anche un perfetto sconosciuto perché il partito garantiva.

Oggi, che siamo nell’epoca (brutta assai) del personalismo, il candidato deve essere conosciuto direttamente per essere valutato, giudicato ed eventualmente votato per affidargli le sorti della comunità.

Carlo Franco

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