Coldiretti, fondazione Symbola, Confindustria e Anci Campania si confronteranno questa sera alle 18 in piazzetta San Lorenzo a Scala, in Costiera Amalfitana. I temi della tavola rotonda sono le opportunità contenute nella legge “Piccola Grande Italia”, che prevede misure a sostegno dei borghi, custodi delle eccellenze nazionali. Sono previsti i saluti di Luigi Mansi, sindaco del piccolo comune in provincia di Salerno, e di Domenico Tuccillo, presidente di Anci Campania. L’introduzione è affidata a Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania. Intervengono poi Tino Iannuzzi, relatore della Legge “Piccola Grande Italia”, e Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria. A seguire le testimonianze di best practies con Angelo Moretti, rete Piccoli Comuni del Welcome, Stefano Farina, sindaco Comune di Teora (Avellino), Giuseppe Tito, sindaco di Meta (Napoli), Maria Luisa Di Tommaso, sindaco di Alife (Caserta), Floriano Panza, sindaco di Guardia Sanframondi (Benevento). Le conclusioni sono affidate a Ermete Realacci, presidente fondazione Symbola, e ad Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti. Modera il confronto padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa di Assisi.

Il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. È quanto emerge  dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”, in cui emerge un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che può essere finalmente valorizzato e promosso grazie alla nuova legge n.158/17.

Le finalità generali delle varie misure previste dalla legge attengono, tra l’altro, al sostegno dello sviluppo sostenibile, economico, sociale, ambientale e culturale, alla promozione dell’equilibrio demografico, favorendo la residenza in tali comuni, alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico, nonché al sistema dei servizi essenziali, con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento. Fra le molte misure previste la promozione della cablatura e della banda larga, l’incentivazione della residenza e delle attività artigianali, garantire la presenza e la qualità di  servizi indispensabili come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio, il recupero dei centri storici e la tutela del patrimonio ambientale. I comuni potranno poi promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella cartellonistica stradale le produzioni tipiche, e grazie all’istituzione di un Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali potranno per certificare la gestione sostenibile delle foreste e dei suoli agricoli.

Un sistema virtuoso che rappresenta ben il 69,7% dei 7.977 comuni italiani e in cui vivono poco più di 10 milioni persone, secondo l’analisi Coldiretti/Symbola. Il Piemonte è la regione con il maggior numero di Piccoli Comuni (1.067), seguito dalla Lombardia (1.055) e dalla Campania (338).

Ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione Europea hanno a che fare con i Piccoli Comuni che, nel dettaglio, garantiscono la produzione di tutti i 52 formaggi a denominazione, del 97% dei 46 olii extravergini di oliva, del 90% dei 41 salumi e dei prodotti a base di carne, dell’89% dei 111 ortofrutticoli e cereali e dell’85% dei 13 prodotti della panetteria e della pasticceria. Ma grazie ai piccoli centri è garantito anche il 79% dei vini più pregiati che rappresentano il Made in Italy nel mondo. In Campania 7 produzioni Dop e Igp su 10 coinvolgono il territorio dei 338 piccoli comuni della regione. Ma la regione ha anche il primato italiano per i prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), con ben 531 “bandiere del gusto”, che spesso prendono il nome dal piccolo Comune o dalla frazione dove sono nate.

Nicola De Ieso

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