Il giorno 11 maggio 2019, alle ore 18, presso il Palazzo del Genio di Cerreto Sannita, si terrà la presentazione del volume di Gioconda Fappiano “Due racconti per il teatro”, con sceneggiature di Giovanni Lavia.
L’evento, inserito nelle attività del “Maggio dei libri” promosso dall’Associazione Storica della Valle Telesina e patrocinato dal Comune di Cerreto Sannita, sarà moderato da Francesco Trotta. Gli interventi saranno curati da Giuseppe Castrillo, curatore della prefazione al libro e studioso di Letterature Comparate, e da Alessandro Liverini membro dell’ Associazione Storica Valle Telesina. Sono previste letture a cura della
Compagnia del Genio di Cerreto Sannita e commenti musicali scelti dall’associazione telesina Musica e Arte.
“Due racconti per il teatro” è un’opera composta a quattro mani da Gioconda Fappiano e Giovanni Lavia in cui racconto e teatro si scambiano le parti . Giovanni Lavia, figlio d’arte e fratello del noto attore Gabriele Lavia, è autore di opere drammatiche e testi narrativi, ha collaborato nel 2015 al ciclo di opere “Verdi unchained” promosso dal teatro di Basilea e nel 2016 ha curato la regia dell’opera “La Traviata” per il teatro Vittorio Alfieri di Asti . Recentemente ha ideato e scritto lo spettacolo “Maria e Pierpaolo”, musical su
richiesta del produttore statunitense Michael Sturde, a quarant’anni dalla scomparsa di Pierpaolo Pasolini e Maria Callas. La prima collaborazione con la Fappiano, risale al 2018 quando ha curato per lei la prefazione alla raccolta di poesie “D’amore e di rabbia”. Il volume “Due racconti per il teatro” è composto da due racconti e due sceneggiature -“Dove tutto ritorna” e “Tutto per colpa di Oronzo”- che sono accomunati dal ritmo del ritorno, dalle esistenze che si duplicano, dalle vite che si torcono ora nella
consunzione degli affetti più cari, ora nell’impudica volontà di irridere la norma non sentita di una decenza solo presunta. La forza dei tue tempi, racconto-teatro, sta in una concentrata visione del mondo: oltre la seduzione c’è l‘amore con la sua forza bruta e archetipica che mette in pericolo i simulacri della società. Il che è una costante della scrittura della Fappiano.
Bruno Marra