Guardia Sanframondi, in passato, disponeva di un patrimonio storico-artistico di notevole interesse, particolarmente per quanto riguarda il secolo XVIII. Per rendere fruibile questi oggetti che non trovavano una congrua collocazione nelle chiese del paese, fu realizzato in alcuni locali della Casa dei Padri Filippini, annessa al Santuario dell’Assunta, un museo che voleva essere di stimolo per una valorizzazione di un territorio per troppo tempo trascurato.

Il ‘Museo degli argenti’, così fu denominato, fu inaugurato il 28 Luglio 1979.

La notte tra il 13 ed il 14 novembre 1984, tutto fu trafugato… e del museo non rimane che un vago, flebile ricordo …

Il pezzo più importante, presente nel Museo, era, senza dubbio, il  San Sebastiano, un busto in argento fuso a sbalzo e rame dorato, alto circa  130 centimetri, opera di Paolo De Matteis – Gaetano Starace. Era essa un’opera iconica legata alla storia della chiesa omonima e a quel periodo in cui la comunità era denominata  ‘Guardia delle sòle’  con evidente riferimento all’attività della  concia delle pelli, di cui Guardia era divenuta uno dei centri nevralgici.

Molti anni sono passati da quel furto che ci ha privati di tesori di inestimabile valore. Parecchi di noi hanno perso memoria del museo, del suo valore e delle sue opere. Fino a qualche tempo fa, non si trovava traccia nemmeno della denuncia dell’avvenuto furto alle autorità preposte, pregiudicando un possibile futuro ritrovamento.  

Il 22 Agosto 2018, però,  in occasione della ‘Mostra d’arte sui  tesori di culto recuperati dai Carabinieri’ al Museo Abbaziale di Montevergine due nostri concittadini, Angelo Garofano e Antonio De Blasio, sono stati stimolati a scrivere al Nucleo dei Carabinieri del Patrimonio Culturale di Napoli, chiedendo se gli oggetti trafugati dal Museo degli argenti di Guardia Sanframondi in quel lontano  novembre 1984 fossero inseriti nella banca dati dell’Arma. Alla richiesta, vengono allegati una descrizione circostanziata delle opere trafugate, il catalogo, i ritagli di giornale e tutte le notizie utili a ricostruire l’accaduto. La risposta dell’Arma conferma la catalogazione puntuale di tutti gli oggetti sacri trafugati.

Perché è importante questa storia?

Lo è, a parere dello scrivente, per ben tre motivi:

Il primo, non banale, è l’aver avuto certezza che, da  tutti questi anni, negli archivi dei Carabinieri esiste la catalogazione delle opere rubate;
il secondo è far conoscere i fatti alle giovani generazioni, ignari dell’esistenza del Museo e della bellezza delle opere esposte;
il terzo motivo è legato al web e alla potenza della rete: veicolare immagini e file inerenti il “Museo degli argenti” costituisce un ulteriore, piccolo passo per la catalogazione visiva on line.

Se ne potrebbe indicare un quarto, legato alla speranza, che, come si sa, è sempre l’ultima a sparire, di un eventuale ritrovamento.

Giovanni Lombardi

Di seguito, viene riportata la planimetria dell’ex “Museo degli argenti”:
La refurtiva
Allegati: è possibile consultare tutta la documentazione ( PDF)


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