Vivitelese è vicina a Giovanni Forgione e Rosa Buono per la perdita del figlio

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Ricordo di Alex Forgione
Tragedie come queste non dovrebbero mai accadere! Sono i giovani che seppelliscono i vecchi: questo è l’ordine naturale delle cose! Cosa dire alla mamma, cosa dire al papà? Non ci sono parole consolanti, non ci sono lacrime a sufficienza per un dolore immenso che solo la morte riesce a dare.
Ci piace ricordarlo, allora, con i versi di altri, scritti per lui all’inizio del suo calvario, nella sua giovinezza sfrontata e spensierata, nella sua allegria e nella sua vitalità perché finché starà nel nostro cuore vivrà per sempre!

Le danseur
Con la giovinezza stretta tra i denti,
rosa magnifica rosa,
afferra, danseur, per i fianchi la vita,
con sfrontatezza cingile forte il fianco,
accompagnala sulla pista del mondo,
l’orchestra delle tue ore già suona ipnotica
il valzer della tua esistenza,
e danza al ritmo dei tuoi istanti.
I tuoi passi muovi con i suoi,
leggera falla volteggiare tra i tuoi pensieri,
piroettare tra i tuoi sogni
e tra la sua gonna le tue gambe assaporino
il gusto forte della bellezza.
Danza libero, danza senza tregua.
Senti il suo cuore dentro il tuo petto,
senti il suo respiro dentro la tua gola,
senti il suo sangue dentro le tue vene.
Danza nel giorno che non conosce tramonto,
nella notte infinita come le stelle,
nella luce accecante che non conosce ombre.
Non smettere, non smettere mai,
fin sulla soglia dell’eternità,
mio giovane danseur!

Angelo Mancini

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