Il 16 giugno alle ore 18,30 il gruppo A. Di Leone srl ospita le poesie “Di Amore e di Rabbia” di Gioconda Fappiano presso la propria sede aziendale in via Mattei a Cerreto Sannita. Il libro, edito da “Teleion – Musica e Cultura”, è introdotto da una prestigiosa prefazione del regista Giovanni Lavia e da una postfazione curata dal prof. Giuseppe Castrillo. La traduzione in inglese delle poesie è della professoressa Maria Mucci. Presenteranno la silloge poetica il prof. Antonio Martone, docente di Filosofia politica presso l’Università degli Studi di Salerno e la prof.ssa Daniela Tomaselli, docente del Liceo Artistico “Carafa-Giustiniani” di Cerreto Sannita. Il coordinamento sarà affidato al giornalista Pasquale Carlo, le letture saranno curate da Ilaria Melillo e Rosamaria Ricci, il commento musicale dal maestro Antonio Bellone della Teleion Ensemble.
«Il testo di cui si discuterà è una costellazione poetica tenera e scontrosa, prepotente e umile, sensuale e spirituale, acrobatica ed immobile creata per Amore e per Rabbia. L’autrice fa uso degli strumenti di cui dispone la Poesia senza preconcetti, modellando il verso con ampia analisi strumentale, concedendosi momenti di vertiginoso lirismo o di fredda analisi. Sono biglietti d’amore o tirate ràbide questi versi, tenuti distinti in due parti. A prevalere nella prima sezione l’amore con la sua malinconia che sa di violenza e d’abbandoni. Quel che piace nei Xenia amorosi sono le clausole finali: irrimediabili e vere, profonde e disarmanti. La versione in lingua inglese di questo primo gruppo di poesie della prima sezione del libro ne accentua la ricerca per la musicalità del verso. Nella seconda sezione, invece, le invettive marciano dirette contro i vizi capitali vecchi e nuovi della storia del genere umano. Nelle poesie “di rabbia” la poetessa fa sfoggio di sicura abilità costruttiva nei suoi brevi reportage su un mondo che non ce la fa ad andare dove dovrebbe. Qual è il gusto di questa poesia, il gusto che rimane in bocca? È il gusto della vita, che alla Fappiano sa “…di pesca e di terra/ di zucchero e sale”».
Antonietta Cutillo