Venerdì 25 ore 19 in libreria Controvento si inaugura la mostra fotografica “Letture”, foto di Guido Giannini.
Evento in collaborazione con l’associazione Ru.De.Ri. Rural Design per la rigenerazione del territorio. ” LEGGERE è un atto che si può compiere stando in piedi o sdraiati, appoggiati a un muro o accoccolati sotto l’arco di un portale secentesco, inerpicati sul ramo di un albero o seduti su uno sgabello in precario equilibrio su un molo.
Da soli o in compagnia, vendendo le caldarroste o le sigarette di contrabbando, aspettando il tram o camminando. Leggere è come vivere, respirare idee come aria attraverso le pagine di un libro o di un giornale.
“La posizionologia della lettura sarebbe una ricerca affascinante”, scriveva Georges Perec, “e c’è da stupirsi che nessun sociologo o antropologo si sia curato d’intraprenderla”. Ci ha pensato, a intraprenderla, Guido Giannini in una ricerca fotografica che intercetta, coglie, fissa e impagina una serie di lettori-prototipi scoperti in tutti gli atti di lettura sopra descritti, e in altri ancora.
Le sue foto però sono molto più di un originale catalogo sulle mille posture, sui modi e i luoghi della lettura: la sequenza di immagini che ci regala compone infatti un prezioso spaccato di storia e di costume italiano che si snoda nell’arco di un trentennio, e assume il momento della lettura come abitudine costante a dispetto delle mode, nonostante i tanti cambiamenti intercorsi nel tempo.
Più creativo che mai, l’obiettivo di Giannini estrae dalla vita quotidiana momenti di assorta concentrazione in cui la lettura azzera i rumori circostanti, annulla le distinzioni di ceto, classe e generazioni, esiste come momento privilegiato e unico, pratica di omologazione positiva e anti-televisiva, cameo di un’interiorità oggi poco esibita, se non del tutto inattuale.
Giannini si va a cercare i lettori da Napoli a Praga a Roma, e poi a Palermo, Messina, Crotone. Li scopre giovani e giovanissimi, sulle scale dell’università e in treno, ne svela di inaspettati tra ambulanti, operai, religiosi. Costruisce angolazioni teatrali, come la soglia di un prefabbricato che incornicia un’insolita esigenza in una pausa di lettura assorta ai tempi del dopoterremoto. Ritrova momenti di perduta socialità meridionale, come quello della hegeliana “preghiera laica” che una crocchia di anziani dedica alla lettura collettiva dei giornali nei giardinetti.
Non mancano istantanee di lettori che chiameremmo “illustri”, come Giulio Einaudi, Raffaele La Capria, Bruno Munari, Goffredo Fofi. Ma per lo più il taglio-immagine di Giannini sembra privilegiare personaggi anonimi, luoghi speciali come la libreria Internazionale Guida di Piazza dei Martiri, fondali inattuali a fronte dei moderni “templi-megastore” del libro: come i mercatini dell’usato o i banchetti delle feste di partito.
“Ogni lettore, quando legge, legge se stesso”, diceva Proust, e sembra ripetere Giannini. Potremmo aggiungere per parafrasi, ogni fotografo, quando fa il suo scatto, fotografa se stesso, il proprio mondo interiore.
Vi aspettiamo.
Titti Marrone

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