Eccezionale avvistamento di un esemplare giovane di Capovaccaio a Morcone in località Tre Cantoni.

L’eccezionale avvistamento è avvenuto il 1° luglio 2017 ed è stato effettuato dal naturalista Giovanni Mastrobuoni, originario di Morcone, Marco Teodonio, esploratore e Giuseppe Fappiano, presidente del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna. L’avvistamento è avvenuto intorno alle ore 8:00 mentre i tre facevano colazione prima di iniziare una nuova giornata di sopralluoghi ed indagini naturalistiche nell’area.

L’esatta identificazione della specie è stata anche validata da noti ornitologi campani i quali, verificate le prove fotografiche e video, hanno certificato che si tratta di un esemplare giovane di  Capovaccaio (Neophron percnopterus) probabilmente in cerca di un territorio dove potersi stabilire. Il Capovaccaio è il più piccolo degli avvoltoi italiani ed è una delle specie ornitiche più in pericolo sia a livello nazionale che europeo.

Nell’area della montagna di Morcone e in tutto il circondario ricadente anche nei territori di Pontelandolfo, San Lupo, Cerreto Sannita e Pietraroja, questo avvoltoio può trovare condizioni ambientali particolarmente idonee, ormai rare nel resto della provincia di Benevento e dell’intero territorio regionale. Si tenga presente che i Monti del Matese costituiscono una delle ultime aree di riproduzione della specie in Campania, con dati che arrivano fino agli anni ’50 del secolo scorso. Nella Lista Rossa dei Vertebrati terrestri e duciacquicoli della Campania (documento di riferimento per la conservazione delle specie di vertebrati in Campania) il Capovaccaio è specie ascritta alla categoria RE – Estinta nella Regione; prendendo in considerazione come limite temporale il 1950, è l’unica specie ornitica che risulta estinta con certezza come nidificante sul territorio regionale. Si è presumibilmente estinta dopo il 1973, anno a cui si riferiscono osservazioni effettuate nei pressi di Eboli (SA). Attualmente è estinta come nidificante sulla maggior parte del territorio nazionale. L’osservazione effettuata a Morcone riveste quindi un’eccezionale rilevanza conservazionistica per la specie sia a livello locale che nazionale. Il sito offre tipologie ambientali particolarmente vocate, essendo caratterizzato da estese formazioni a pascoli permanenti, praterie secondarie e aree rocciose, ancora frequentate da bestiame al pascolo. Quest’area, per la concomitante presenza dei fattori e delle caratteristiche ambientali sopra descritte, è una delle pochissime potenzialmente idonee alla presenza del Capovaccaio sia sui Monti del Matese che nel Sannio ed assume quindi una notevole e cruciale importanza per possibili ricolonizzazioni da parte della specie. L’immaturo osservato potrebbe essere un esemplare in dispersione proveniente da uno degli ultimi siti di nidificazione della specie attualmente presenti in Italia meridionale.

La presenza del Capovaccaio sulla montagna di Morcone è un’ ulteriore dimostrazione della sua elevatissima qualità ambientale (con ovvie positive ricadute sulla qualità della vita della popolazione residente) e del suo ruolo cruciale nella conservazione di molte specie in pericolo nell’intero territorio regionale. Questa porzione del Matese è da considerare come uno scrigno di biodiversità all’interno del quale si estendono habitat e vivono specie animali e vegetali di eccezionale valore. Rilievi frequenti condotti nell’area dai tre responsabili dell’avvistamento dimostrano che essa è stabilmente occupata da numerose specie di rapaci, come il Biancone, il Lodolaio, il Nibbio bruno, il Nibbio reale, ormai rare altrove; ospita numerose specie di anfibi a rischio come la Salamandrina dagli occhiali, il Titone crestato italiano, il Tritone punteggiato; è caratterizzata dalla presenza stabile del Lupo e da numerose specie di pipistrelli in precario stato di conservazione.

In barba a tutto ciò, questa stessa area è stata condannata ad ospitare un impianto di produzione dell’energia eolica e a breve la condanna sarà consumata, avendo ricevuto improvvidi pareri positivi dai vari Enti pubblici di riferimento. A questo impianto eolico si aggiungeranno, in stretta continuità, altri 3 impianti da dislocare sullo stesso territorio di Morcone e su quelli di Pontelandolfo e San Lupo, andando ad attuare una profonda ed irreversibile devastazione di tutta l’area che andrà ad impattare negativamente su habitat e specie di pregio, con ovvie ripercussioni anche sulla qualità della vita delle popolazioni residenti.

Per questo motivo sarà inoltrata alla Commissione della Comunità Europea, al Ministero dell’Ambiente ed alla Regione Campania la documentazione tecnica e fotografica della presenza del Capovaccaio e di numerose specie animali e vegetali a rischio e meritevoli di attente misure di conservazione, peraltro obbligatorie come prescritto dalla normativa comunitaria e nazionale.

La loro presenza è condizione imprescindibile per cui chiederemo immediatamente il blocco di tutte le autorizzazioni di impianti eolici autorizzati o in via di autorizzazione nell’area del Matese.

E’ bene ricordare che l’area a cui si fa riferimento è all’interno del sito SIC IT8020009 – Pendici Meridionali del Monte Mutria, da designare come ZSC della Rete Europea Natura 2000, all’interno del quale, come gìà detto, sono stati autorizzati n° 4 impianti eolici tra Morcone, Pontelandolfo e San Lupo.

Sarà nostra cura  portare a conoscenza della Regione Campania i risultati delle recenti indagini sul sito SIC, che con tutta evidenza non è stato opportunamente sottoposto alle valutazioni previste per legge.

Cerreto Sannita, 5 Luglio 2017

Giuseppe Fappiano

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1 commento

  1. Nell’esprimere condivisione e apprezzamento per la nota di Giuseppe (“Pinuccio”) Fappiano sull’avvistamento di una specie rara come il Capovaccaio, penso che una seria tutela dell’ambiente naturale, non solo nell’area dell’avvistamento, ma anche in tutto il resto del Matese, costituisca una priorità indiscutibile.
    Gli animali e il loro ambiente sono “patrimonio di tutti” e vanno prima di tutto difesi, evitando scelte scellerate che possano provocare danni incalcolabili e irreversibili.
    È appena il caso di ricordare che la natura può essere un’importante fonte di reddito, perché richiama il turismo. Per cui essa ha anche una notevole importanza economica, specialmente per le zone interne come la nostra, le quali ripongono nel turismo buona parte delle loro speranze di sviluppo.
    È assurdo peraltro che si debba devastare un ambiente naturale del genere con impianti di produzione di energia eolica che si possono installare benissimo altrove.
    Quanto alla scarsa tutela degli animali selvatici, è stato osservato che essi purtroppo non votano. È forse anche per questo che essi ricevono spesso scarsa attenzione dai politici?
    Emidio Civitillo

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