Lo  scorso 23 febbraio,  presso il comune di Guardia Sanframondi,  è avvenuto un incontro dell’On. Enrico Borghi, relatore alla Camera dei Deputati della legge nazionale di riforma dei Parchi, e i vertici nazionali e regionali di Legambiente per le aree protette, con Antonio Nicoletti e Pasquale Raia, in cui si è discusso con il sindaco Floriano Panza dell’ampliamento dei confini del Parco del Matese. Attualmente i comuni dell’area protetta sono 20, nel Sannio e ne fanno parte Cerreto Sannita, Pietraroja, Cusano Mutri, san Lorenzello e Faicchio.

L’incontro  ha sancito l’avvio del percorso per alcuni  comuni del Sannio per entrare nel prossimo Parco Nazionale del Matese.  A quanto ci risulta i  comuni di Morcone e di Guardia Sanframondi hanno già deliberato per entrare nel Parco, ed è tuttora aperto il confronto tra  altri sindaci  del Sannio, tra cui il sindaco di Telese Terme, Pasquale Carofano, di San Salvatore Telesino, Fabio Romano, e di Castelvenere, Mario Scetta.  “A tal proposito, – afferma Grazia Fasano, presidente di Legambiente Valle Telesina –  in virtù della conoscenza del patrimonio ambientale e naturalistico, proponiamo ai sindaci della Città Telesina di cogliere il favore di questo momento di apertura, nel passaggio del Parco del Matese da parco regionale a parco Nazionale, tra la Campania ed il Molise, e di inserire con delibera di consiglio comunale le parti del proprio  territorio con alta valenza ambientale e di biodiversità animale e vegetale”.

Anche Legambiente  Valle Telesina  sta incontrando con  i sindaci dei comuni che per continuità e valori territoriali potranno  far parte dell’area protetta .  “Per quanto riguarda l’individuazione delle aree da inserire nel Parco  in  Valle Telesina noi pensiamo che possa ben rientrarvi  il naturale corridoio ecologico tra il Monte Monaco di Gioia e il Sic fiumi Volturno e Calore Beneventano, che è costituito dalle alture di Monte Acero e Monte Pugliano, tra i Territori dei Comuni di San Salvatore Telesino, Telese Terme e Castelvenere, in cui alle valenze naturalistiche  di enorme valore floristico e vegetazionale si legano quelle ambientali delle doline carsiche e quelle archeologiche delle mura poligonali sannitiche”.Ci auguriamo che i Sindaci e tutti gli amministratori dei Comuni interessati abbiano a cuore i propri territori e vogliano fare questa scelta importante  per  entrare nel sistema nazionale delle aree protette in un’ottica di laboratorio di  sviluppo sostenibile”.

In passato Legambiente Valle Telesina ha più volte richiesto, anche attraverso  approfondite relazioni descrittive,  alle Istituzioni di mettere sotto tutela l’area (area Sic e  divieto di caccia nel precedente Piano faunistico provinciale), senza riuscirvi.

Oggi  i tempi dovrebbero essere  maturi per una svolta, vista anche la recente scoperta dell’intera cinta fortificata sannitica sul Monte Pugliano che ne aumenta ulteriormente il valore. “ Inoltre cogliamo con piacere il fermento degli ultimi mesi sulla richiesta, da parte di un gruppo di cittadini, del divieto di caccia relativo a questo. Noi stessi riceviamo continuamente richieste da parte dei cittadini di poter conoscere il sito di Monte Pugliano, e proprio da qualche settimana, con l’inizio della primavera, abbiamo ripreso l’impegno volontario per migliorare la fruizione alle mura sannitiche ed alle doline carsiche, in particolare nei pressi dei  resti della  villa romana di età imperiale, scoperta dall’archeologa Giusy Renda dieci anni fa e presentata al pubblico scorso 29 aprile insieme alla cinta fortificata sannitica, nell’ambito dell’evento “Monte Pugliano, custode di bellezza”.

Il testo della legge intanto verrà discusso alla Camera il prossimo 23 marzo, e se non subirà modifiche andrà subito in discussione di nuovo al Senato per l’approvazione definitiva.

Grazia Fasano

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