
Le crisi umanitarie che caratterizzano questa fase storica hanno determinato la necessità di organizzare anche in Italia un sistema strutturato di accoglienza. A seguito dell’attuale flusso di profughi, anche San Salvatore Telesino(Bn) dovrà ospitare a breve il relativo numero stabilito di migranti. Queste righe sono un invito alla Comunità a preparare una “prima accoglienza” senza odio, rancori e preconcetti. Le strutture governative di primo approdo assegneranno, attraverso cooperative autorizzate, le dovute sistemazioni a queste martoriate vite umane alla ricerca di pace e futuro; attiviamoci per valutare, prima di qualunque strumentalizzazione, i loro bisogni sanitari e le loro situazioni personali. Facciamo in modo che le Associazioni locali, di concerto con la locale Amministrazione, costruiscano un serio cammino finalizzato a garantire, oltre all’ospitalità, percorsi di integrazione sociale.
I primi passi da fare dopo la verifica delle condizioni sanitarie e eventuali interventi per fronteggiare la presenza di patologie attraverso il coinvolgimento dei Servizi Sanitari è fare informazione sulla normativa riguardante l’immigrazione, sull’iter per il riconoscimento della protezione internazionale, sulle diverse tipologie di permesso di soggiorno, sul Rimpatrio Volontario Assistito.
E’ necessario che San Salvatore si attivi per una mediazione linguistico culturale e permettere poi l’ accesso alla scolarizzazione per minori e adulti; è necessario strutturare un percorso di formazione civica e corsi di lingua italiana. E’ necessario, inoltre, non farsi trovare impreparati per l’accompagnamento alle pratiche burocratiche (richiesta asilo, permesso di soggiorno, codice fiscale, iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale…).
Facciamo in modo che l’accoglienza dei richiedenti asilo, quindi, abbis come obiettivi principali garantire misure di assistenza e di protezione e favorirne il percorso di integrazione sociale e (ri)conquista della propria autonomia. Si parla di ri-conquista poiché il riferimento è a persone che prima di abbandonare la propria patria, loro malgrado, conducevano una vita assolutamente “regolare”, organizzata, circondati dalla propria famiglia e dagli affetti, ect ect… Pertanto, i percorsi di accoglienza non devono limitarsi ad interventi materiali di base, bensì devono sostenere i rifugiati a ri-disegnare la propria vita, rinforzando le proprie capacità di scelta e di progettazione, recuperando la percezione del proprio valore, delle proprie potenzialità e opportunità.
L’invito è alla locale Amministrazione di creare un Progetto di Utilità Sociale ( previsto dalla normativa) che tenga conto dei valori universali di : LIBERTA’, UGUAGLIANZA, FRATELLANZA, tre concetti, tre principi, che, se ad una prima lettura mostrano una lapalissiana chiarezza e facilità di comprensione, non appena sono esaminati un po’ più nel profondo, suscitano una tale complessità di sentimenti che possono condurre verso l’ovvio, il retorico ed il vuoto. Ritengo che non potremo considerarci “Uomini Liberi” se dentro di noi non avremo ben chiari i concetti di “Diritto” e di “Dovere”; mai dovremmo dimenticare, frenando le nostre pulsioni con la ragione, che la pretesa di un nostro diritto potrebbe configurarsi come una possibile limitazione di un diritto altrui.
Stefano Avitabile