Sapevo bene che affrontare l’argomento ‘Unione dei Comuni’ avrebbe innescato una dialettica accesa ma non era e non è mia intenzione alimentare polemiche. D’altra parte chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Non è di accuse, colpe o di giustificazioni che dobbiamo parlare anche perché, come affermai in premessa, c’è da superare un peccato originale legislativo al quale il Governo stesso sta cercando di porre rimedio.

Le Unioni dei Comuni devono o dovrebbero essere razionalizzate, sviluppate e sostenute perché giuste e necessarie. Lo impone la necessità di migliorare i servizi e ridurne i costi, di promuovere interessi comuni, di intercettare finanziamenti, di economizzare sulle progettazioni, di mettere in rete risorse e offerte turistiche alternative.

Non è facile, però, rimuovere secoli di campanilismo, di miopi interessi territoriali di politiche propedeutiche al solo consenso elettorali. Oggi la pratica amministrativa sta cambiando ad una velocità tale da non consentire i necessari processi di metabolizzazione.

Ma, se siamo stati chiamati a governare come maggioranza e come opposizione paesi grandi e piccoli, dobbiamo fare di necessità virtù. Ciascuno deve offrire il proprio contributo per costruire e non per demolire, per governare processi evolutivi e non per ascoltarli.

E, a proposito della posizione di Castelvenere nell’ambito della ‘Città Telesina’, tengo a precisare che con delibera di Consiglio comunale numero 64 del 22 novembre 2016 sono stati nominati i nuovi delegati Mario Moccia, Bruno Rubano e Luigi Piazza e che è fermo convincimento di questa amministrazione portare avanti l’Unione dei Comuni. Ma, alla luce dei mutati orientamenti politici e programmatici regionali, nazionali ed europei, sarebbe auspicabile una fusione tra la ‘Città Telesina’ e la ‘Città dei Sanniti’ per una unione allargata anche ad altri Comuni per superare la soglia dei 50.000 abitanti. E, nell’ambito di una unione allargata sviluppare nuclei di interessi condivisi (enogastronomia, termalismo, artigianato, turismo, promozione territoriale) ed amalgamarli in una rete di interessi collettivi.

In pochi anni la macchina amministrativa è cambiata, in alcuni casi stravolta e quasi tutte le amministrazioni sono state colte impreparate con strutture e personale non sempre giovane e non sempre aggiornato. Non si può pensare di montare un motore Ferrari su un vecchio carro con le ruote di legno.

Non è nostra intenzione analizzare per ricercare negatività e capri espiatori. Servirebbe a poco, anzi a nulla, ma riteniamo necessario far tesoro dei nostri errori per ripartire, per costruire o ricostruire. Addossare colpe a questo o a quel sindaco sarebbe ingiusto e, oltretutto, inutile. Dunque niente polemiche ma condivisione e sostegno reciproco. I polli di Don Abbondio siano di insegnamento!

Concludo ricordando a me stesso e ai tanti colleghi amministratori che abbiamo il dovere di fare e non di distruggere anche perché siamo tutti di passaggio sugli scranni delle assisi amministrative e sarà sempre ricordato solo chi ha operato in positivo.

Pertanto rinnovo l’invito ai presidenti e, successivamente, ai sindaci dei paesi delle due ‘Città’ (Telesina e Sanniti) per un confronto costruttivo e tempestivo perché “da soli si procede più veloci ma, insieme, si va più lontano”.

Pasquale Carlo

 

 

- Annuncio pubblicitario -
Articolo precedenteAritmie: impiantato nel Sannio dispositivo miniaturizzato
Articolo successivoL’IC di Telese Terme nella Rete delle Scuole UNESCO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.