I festeggiamenti ufficiosi:

Giovedì 6 Ottobre 2016, con mia moglie Maria G., abbiamo festeggiato le  “Nozze d’oro”. Noi, infatti, celebrammo il nostro matrimonio Giovedì 06 Ottobre 1966, con il “rito nuziale” officiato dal parroco Don Mario Goglia nella Chiesa di “Santa Croce e Santo Stefano P.M. di Telese.

Don Mario era divenuto nostro parroco agli inizi del 1952 (dopo la morte di Don Nicola Maturo) e lo fu fino al 04-11-1973, data del suo decesso. Svolgeva la sua missione di parroco in modo encomiabile, conoscendo tutti i suoi parrocchiani sia per le condizioni economiche e sia per quelle socio-familiari (Negli anni dal 1952 al 1973 gli abitanti di Telese –da poco più di 2.500- erano arrivati a circa 4.000 unità).

Negli anni ’60 io ero impiegato al Molino Capasso & Romano in qualità di contabile e, quando a fine anno, procedevo alla chiusura dei conti relativi a Don Mario, con mia sorpresa riscontravo che lui –per la pasta acquistata- pagava somme più ingenti di quelle pagate da Clemente Affinito che la pasta la rivendeva nel suo accorsatissimo negozio ubicato su Viale Minieri, poco dopo il “Quadrivio”, lato stazione ferroviaria.

Allorquando facevo notare a Don Mario questa “anomalia” lui, in modo molto bonario, mi rispondeva. “Angelo, lo so’ io chi ‘a tiella a po’ mettere e chi nun ‘a po  mettere  ‘ncopp’ ‘o fuoco!”.

Ricordo benissimo che, durante la celebrazione della Santa Messa domenicale, all’omelia -dopo aver illustrato la pagina evangelica del giorno- aveva sempre da raccontare qualche fatterello riguardante degli abitanti o qualche famiglia telesina senza -ovviamente- accennare minimamente ai nomi o a riferimenti che potessero facilitarne l’individuazione. Erano “fatterelli” che mai denigravano i soggetti interessati e che, il più delle volte, erano riferiti a malintesi o a qualche azione che risultava poi benefica e che suscitavano tra i fedeli sorrisi di compiacimento e/o di ammirazione. Don Mario Goglia è rimasto nei ricordi più cari dei telesini dell’epoca.

I festeggiamenti di Giovedì 06 Ottobre 2016 si sono svolti, in modo “ufficioso”, nel salone della nostra abitazione, con la graditissima partecipazione di parenti cari, tra cui ricordo con grande piacere Teresa Teta, Teresa Tanzillo con il marito Antonio Cusano, Angelo Tanzillo con la moglie Daniela Altamura, Antonio Teta con la moglie Rossella Battista, Ida Tanzillo, Maria Grazia Teta e il marito Pasquale Fasano, Ada Barbaro con il compagno Antonio Brignola ed i carissimi amici Giovanni Rinaldi con la moglie Elisa Stocchetti, Giulia Goglia con il marito Ettore Di Mezza e Lelieana Ionescu, che ci hanno dimostrato tutto il loro affetto e la loro stima e simpatia e, per questo, hanno ricevuto e ricevono ancora i nostri più fervidi e sentiti ringraziamenti.

La cerimonia ufficiale:

Per aspettare il rientro da Verbania, da Milano, da Parma e da Reggio Emilia delle nostre figlie Serafina e Loredana e delle nostre nipoti Margherita e Arianna, i festeggiamenti ufficiali sono stati celebrati sabato 08 Ottobre.

Il rito religioso del cinquantenario è stato celebrato anche nella chiesa di Telese ed è stato officiato dal nostro attuale parroco don Gerardo Piscitel-

li che, benvoluto da tutti, è alla guida della nostra Parrocchia dal 1992, ricorre infatti quest’anno il 24° anniversario della sua permanenza fra di noi e tutti ci auguriamo di averlo ancora con noi per moltissimo tempo.

A questo proposito  mi piace ricordare e rendere noto, soprattutto alle giovani generazioni, quando -nel 1992- dopo l’avvenuto decesso del parroco Don Vittorio Finelli, il popolo telesino era in trepidante attesa dell’insediamento di un nuovo parroco. Nell’immaginario comune si diffusero diverse ipotesi e, di tanto in tanto, sortiva il nominativo di un sacerdote che avrebbe guidato la nostra parrocchia.

Fu il Vescovo Mons. Mario Paciello che, in occasione di una sua venuta nelle terme per benedire e visitare il nuovo “reparto di fangobalneotera= pia”, ci comunicò il nome del nuovo parroco corrispondente a quello di don Gerardo Piscitelli.  Io, che all’epoca  ricoprivo il ruolo di assessore comunale con delega anche ai rapporti con le istituzioni laiche e religiose,

insieme al Sindaco Michele Selvaggio, ci recammo alla frazione “San Tom= maso” di Sant’Agata dei Goti per porgere il nostro saluto e quello della comunità telesina al parroco don Gerardo Piscitelli che trovammo insieme alla sua cara mamma, a sua sorella e a suo cognato.   A titolo di  “aneddoto” mi piace proporre il mio ricordo di quando, dopo i primi mesi di permanenza di don Gerardo a Telese, alcuni suoi ex-parrocchiani di “San Tommaso”, al termine di una funzione religiosa celebrata nella nostra chiesa, gli si rivolsero pregandolo di non abbandonarli definitivamente: “Mò, ve ne site venuto nella città e a noi non ci pensate più!”

Ho voluto riportare quest’ultimo ricordo per sottolineare quanto fosse benvoluto don Gerardo anche dai suoi precedenti parrocchiani.

Ritorno al rito religioso delle “nozze d’oro” per rimarcare quanto don Gerardo sia stato con noi ed i familiari che ci attorniavano di grande benevole cortesia e disponibilità encomiabile. Ci ha molto coinvolti nella celebrazione del “rito” e ci ha profondamente commossi. Vogliamo ancora una volta, con gratitudine e riconoscenza, porgergli i nostri ringraziamenti.

I partecipanti.

Dopo il rito religioso, con il gruppo dei parenti comprendente Tonino Tanzillo e la moglie Maria Coletta (fratello e cognata di mia moglie), Ida Tanzillo e Antonio (Tony) Zotti (sorella e nipote di mia moglie), i miei cugini Antonio Leone con la moglie Nina Scotti, Marcello Leone con la moglie Rosa Barone, Pippo Calò con la moglie Kay, nostra figlia Serafina con il marito Arturo Ferrigni, nostra figlia Loredana con il marito Antonio Carafa, nostro nipote Raffaele Ferrigni, le nostre nipoti Margherita e Arianna Carafa. Erano con noi anche Aldo Grimaldi -il “ragazzo” di Arian= na- la cugina di mia moglie Ernilda Tanzillo con il marito Giuseppe Auli= no, mio cugino Antonio Cusano con la moglie Assuntina Tizzano e la coppia di cari amici Giulia Goglia con il marito Ettore Di Mezza.

Riporto due precisazioni:

– Nostra nipote Margherita è fidanzata con Donato Rubino, figlio dei tito= lari e gestori del ristorante omonimo;

– Riguardo ai miei cugini Leone va sottolineato che Antonio vive ad Alife dove è proprietario e gestore di un affermato cotonificio, mentre Marcel= lo vive a Napoli dove è proprietario e titolare di uno studio da “commer= cialista” ed ha una bellissima villa a Piedimonte Matese, ubicata poco do= po l’inizio della strada che porta sul Monte Matese, dove abitualmente trascorre i wik-end settimanali e dove, diverse volte, siamo invitati anche io e mia moglie con le famiglie delle nostre figlie.

Al ristorante.

Eravamo, quindi, un gruppo di 26 persone che, col cuore in festa, ci siamo “imbarcati” nelle varie automobili ed avviati verso il ristorante “Rubino” in territorio comunale di Puglianello, nell’aperta campagna di contrada “Marafi”, a confine con il territorio di Faicchio.

Nell’ampia sala del ristorante, addobbata con gusto, si era già posizionato con la sua tastiera, con le casse acustiche e con il computer il mio amico Antonio Ritota che, proveniente da Maddaloni, ha voluto dimostrarci la sua incondizionata amicizia. Si è prodigato offrendoci con la sua bella ed intonatissima voce l’ascolto di bellissime ed immortali melodie parteno= pee e di successi nazionali ed internazionali.

Prima di prendere posto a tavola, mentre ci intrattenevamo a scambiare due “chiacchiere”, con sorpresa e grande contentezza, io e mia moglie ab- biamo ricevuto telefonate di auguri dai carissimi nipoti “Leoncini” Fabio e Monica  e  GaetaNino e Annalisa e dai coniugi Luigi Fusco e Maria Carmela Milazzo.

Tutti abbiamo preso posto ad una bellissimo tavolo rettangolare già per= fettamente apparecchiato e con, al centro, un meraviglioso serto floreale composto di cinquanta rose rosse e tanto fogliame verde brillante.

In un clima gioioso di grande familiarità, con tutti i visi dei commensali che esprimevano grande compiacimento e vivissima soddisfazione, con espressioni augurali che ancora, di tanto in tanto, erano indirizzate alla coppia dei festeggiati, con l’ascolto di belle melodie in sottofondo il cui volume permetteva di poter anche chiacchierare amabilmente tra di noi, dopo l’aperitivo, abbiamo consumato un lautissimo pranzo ricco di portate -dagli antipasti al dolce- di qualità eccellenti e cucinate in modo squisito.

Dopo il pranzo, dopo aver rivolto vivissimi ringraziamenti  ai  Signori Rubino per la loro dimostrata professionalità  nell’aver effettuato l’addobbo della sala in modo davvero perfetto,  per la scelta e la varietà delle squisite portate, per l’accuratezza del servizio prestato e per la gentilezza e la cortesia usata nei rapporti amicali verso tutti gli invitati,  ci siamo trattenuti ancora un poco per ballare qualche tango e qualche valzer proposti dall’amico Antonio Ritota e per lo scambio di opinioni sull’evento che stava volgendo al termine.

Ci sono stati poi i saluti finali con dimostrazione di stima ed affetto fra tutti e, con la grande soddisfazione per aver trascorso delle ore lietissime e per aver partecipato ai festeggiamenti delle “nozze d’oro” di Angelo e Maria, ciascuno ha raggiunto il proprio domicilio.

Il viaggio di nozze.

Nella mattinata di domenica 9 Ottobre io e Maria, con la nostra “Micra”, ci siamo avviati per raggiungere Vietri sul Mare, località da dove ha inizio la celebre “Costiera Amalfitana”.

Siamo giunti a Vietri intorno alle ore 10.30,  abbiamo raggiunto Marina di Vietri e, alle ore 11 circa, stavamo nell’abitazione della “telesina” Rosa Caccone che, insieme alla figlia Patrizia, ci ha accolto con calore e tantissi= mo affetto.

E’ da precisare che Rosa Caccone, nata a Telese, abitava al “quadrivio”, nel vicolo adiacente il bar gestito da Mast’Arcangelo Vassallo con la moglie Santella, con il padre Roberto, la mamma  Apollonia, il fratello Gennaro (detto “Ninuccio”) deceduto, a Telese, da non molto tempo. Rosa fin da ragazza è sempre stata di bell’aspetto e con altre sue coeta= nee, tutte belle ragazze, tra cui Gina Cusano, Livia Ocone, Serafina Zotti, Gina,Mentina,Ninella e Clara Rubino, Anna e Ida Tanzillo e con i giovanotti Tonino Viola, Salvatore Stanzione, Giacomino Di Fazio, Tonino Tanzillo, Vito Zotti e qualche altro, formavano un gruppo ben affiatato a cui, diverse volte, si univa anche mia moglie Maria che era la più giovane.

C’era tra loro un’amicizia disinteressata e si comportavano tutti con educazione e rispetto tra di loro e nei rapporti con i conoscenti ed anche con gli estranei.

Cercavano di vivere la loro gioventù nel migliore dei modi permessi negli anni ’50 e ’60, che erano anni in cui non c’era molto da divertirsi e si cercava di rendersi sempre utili alla propria famiglia, accontentandosi di poco nel mangiare e nel vestire e cercando la distrazione ed i divertimen= ti soprattutto nel gruppo degli amici, dove -insieme- si organizzavano dei giochi e degli scherzi senza alcun costo. Rosa si unì in matrimonio con Francesco Pacileo nel mese di dicembre del 1960 e, dopo un anno dalle nozze, da Vietri sul Mare si traferì col marito negli U.S.A., prima a New York e poi a Filadelfia dove Francesco Pacileo era già stato per una quindicina d’anni.

Dopo una permanenza negli Stati Uniti durata una decina d’anni, ritornò in Italia a Marina di Vietri e, dopo il decesso del marito, vive nella sua abitazione, una grande casa nobiliare antica che affaccia su uno spazio senza traffico veicolare, arricchito da molte aiuole con tanto verde e fiori, con ampia vista sul mare, quasi a confine con il porto di Salerno. Infatti dal suo balcone si vedono tutte le navi, di piccole e grandi dimensioni, in entrata ed uscita dal porto.

Le fanno compagnia, alternandosi durante la settimana secondo le proprie esigenze familiari, la figlia Patrizia ed il figlio Roberto che, come lei, ci hanno dimostrato amicizia e benevolenza.

Lei è conosciutissima, benvoluta e molto stimata da quasi tutti gli abitanti di Vietri e di Marina di Vietri e, ovunque vada, tutti la salutano con confidenza e rispetto e la chiamano “Rosa,l’americana”.

Mi fa piacere ricordare quando, nella mattinata di lunedì 10 ottobre, siamo saliti su un pulmino-navetta per raggiungere il centro di Vietri:

il conducente, un giovanotto alto e magro, con gli occhiali dai vetri scurissimi -dall’aspetto proprio da menagramo- dopo aver salutato Rosa con confidenza e noi con rispetto, ha annunciato che l’orario della partenza era quello delle 9.15 ma lui sarebbe partito soltanto alle 9.17!  Notando la nostra espressione amareggiata, ha aggiunto: “non vi preoccupate, con me state tranquilli!” Si è seduto al posto di guida, ha atteso un altro poco e, alle 9.17 precise, ha avviato il motore ed è partito.

Siamo giunti alla  fermata e tutti l’abbiamo ringraziato riconoscenti. Siamo stati  ospiti della carissima amica Rosa domenica e lunedì ricevendo un trattamento più che familiare. Siamo stati a completo nostro agio vivendo delle giornate meravigliose e, nella mattinata di martedì, abbiamo intrapreso la via del ritorno giungendo nella nostra casa di Telese.

Ringraziando Rosa Caccone e tutti i parenti ed amici che hanno partecipato ai festeggiamenti delle nostre “nozze d’oro”, chiudiamo questo nostro racconto.

Telese Terme, 31 ottobre 2016

Il Telesino doc  Angelo Leone

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