Non molto tempo fa, dando uno sguardo ad una mappa stradale, mi sono accorta che la cittadina di Telese non veniva riportata con la dicitura ’Telese Terme’, a differenza di tutte le altre cittadine termali, che viceversa, erano ben specificate.
Incuriosita da questa vicenda ho dato uno sguardo ad un vecchio Codice di Avviamento Postale, risalente all’anno 1967, ed il Comune di Telese, veniva sempre riportato con la semplice dicitura di ‘Telese’.
Il Comune di Telese già nell’anno 1934 fu creato e finalmente diventò autonomo dal Comune di Solopaca, e come ci racconta il dott. Michele Selvaggio, finalmente Telese trovò il riconoscimento giuridico dello Stato Italiano, dopo essere stato sannitico, romano e longobardo-normanno.
A seguito del Referendum Popolare del 9 giugno 1991, la popolazione telesina approvò la modifica del nome della cittadina in ‘Telese Terme’, e sempre come ci racconta il dott. Michele Selvaggio, l’esito fu promulgato nella Legge n°6 del 2 luglio 1992, a cura della Regione Campania e finalmente si doveva aggiungere il termine ‘Terme’ alla dicitura precedente.
La mancanza di questa importante e sostanziale dicitura, che accompagna il nome di ‘Telese’, sicuramente è a dir poco un peccato, in termini di turismo, economia e sviluppo.
Ad oggi, però, essendo avvenuto il cambio di denominazione da ‘Comune’ a ‘Città’, con il Decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in data 16 gennaio 2014, la cittadina può, in un certo qual modo, recuperare il tempo perduto.
La costruzione delle terme, infatti, fu avviata nel 1876, e le acque furono analizzate da Stanislao Cannizzaro e Francesco Mauro e l’impianto termale fu inaugurato nel 1883.
Dopo la nascita del Comune di Telese, sorsero, con il Comune di San Salvatore Telesino, varie contese per la questione termale che si conclusero con la costruzione di un Consorzio nel 1957.
Il mio augurio e la mia speranza è quella che solo collaborando insieme si può costruire e progredire, superando rivalismi ed arrivismi con scarsi, se non nulli risultati e dunque sia per la questione termale e sia per la questione della collocazione della diocesi stessa, non occorre creare contese, ma lavorare insieme, superando questo periodo economico e sociale, di grande difficoltà e di immenso smarrimento, morale e materiale.
Il mio augurio è che il nostro nuovo Vescovo, Monsignor Domenico Battaglia, ordinato sabato scorso 3 set 2016, nella Cattedrale di Catanzaro, per la nostra Diocesi di Cerreto Sannita – Telese Terme – Sant’Agata de’Goti, e già nominato il 24 giugno 2016 da Papa Francesco, ci possa dare la giusta guida per recuperare il tempo perduto e per unire le nostre comunità, fatte di storia, di arte e di cultura, e che soprattutto ci aiuti a recuperare i centri di formazione scolastica, che sono stati chiusi, così come state chiuse molte strutture religiose, che senza una ulteriore destinazione, rischiano di andare distrutte per sempre, recuperando e valorizzando tutte le specificità e le peculiarità delle nostre singole comunità.
Daniela Santagata