Il 4 dicembre prossimo, c.a., ci sarà il voto per il Referendum relativo alle Riforme Costituzionali ed il 29 settembre comincerà la relativa campagna elettorale.

La nostra Costituzione, come ci disse il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, il 29 dicembre 1971, ‘trasse ispirazione e contenuto dalla Resistenza che, esprimendo l’ansia di libertà degli italiani, di ogni condizione sociale, di ogni ideale politico e di ogni fede religiosa, volle essere ribellione alla dittatura e all’asservimento straniero, anelito alla libertà e ad un regime di autentica democrazia’.

E ancora, sempre lo stesso Presidente Leone continua dicendo che ’è una democrazia intesa non tanto come complesso di istituti e di norme in cui talvolta l’individuo sembra incapace di ritrovarsi, quanto come piattaforma idonea a realizzare il principio di uguaglianza, la dignità della persona umana, la giustizia sociale’.

La nostra Costituzione, dunque, non è un corpo rigido, e non è una perfetta scultura greca, simbolica ed irreale, proiettata in un fantastico mondo atemporale, iperuranico, e bisogna aggiungere, in modo particolare in questo contesto, che non tutto ciò che è perfetto funziona.

La nostra Costituzione, dunque, perfetta e funzionale, prevalentemente nei primi anni della sua vita, per poter consentire attualmente, a noi cittadini italiani di poterci riconoscere in essa, deve rispondere alle nostre attese ed ai nostri tempi e quindi deve essere aggiornata, integrata, trasformata, nella continuità della sua composizione, proseguendo senza stravolgimenti e senza lacerazioni.

Bene, a questo punto mi pongo la seguente domanda: perché deve essere cancellata la nostra Provincia di Benevento ed eventualmente essere annessa a quella di Avellino?

Non riesco proprio a trovare una risposta valida ed univocamente condivisa, poiché, facendo un banale esempio, è come dire ad un figlio che da un giorno all’altro il padre e la madre non sono più i suoi genitori e che non importa più di tanto, perché i propri genitori di nome e di fatto sono pura e semplice formalità.

Stiamo parlando, probabilmente, di uguaglianza, di dignità e di giustizia sociale ed i relativi mutamenti possono creare solamente traumi, lacerazioni e distorsioni ai territori ed ai relativi cittadini che certamente, in questa delicata fase storica, fatta di profonde ed intense difficoltà economiche, sociali, materiali e morali, non hanno direi la giusta ‘corazza’’ per poter sopportare ulteriori contraccolpi.

La nostra Costituzione deve essere, senza dubbio, aggiornata, ma questo non può avvenire se il nostro paese non è maturo per la democrazia e come ci disse il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il 12 maggio 1948, ‘il trapasso del 2 giugno dall’una all’altra forma istituzionale dello Stato fu non solo meraviglioso per la maniera legale, pacifica del suo avveramento, ma anche perché fornì al mondo la prova che il nostro paese era ormai maturo per la democrazia; che se è qualcosa, è discussione, lotta, anche viva, anche tenace fra opinioni diverse ed opposte; ed è alla fine, vittoria di una opinione, chiaritasi dominante, sulle altre’.

La nostra Provincia di Benevento, dunque, non può scomparire, non può dissolversi, non può essere assorbita, perché non è un semplice limite geografico, un segno astratto, ma esattamente e precisamente la nostra identità e la nostra storia proprio come quella della nostra vicina Avellino e queste stesse province tali devono essere preservate nella loro integrità e nella loro potenzialità, evitando campanilismi e contese di ogni sorta, creando un futuro fatto di collaborazione e progresso comune, per i territori e per i cittadini stessi.

Daniela Santagata

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