Premetto: non sono un cittadino di Telese Terme, non sono iscritto nelle sue liste elettorali, non intendo minimamente commentare politicamente la sentenza che ha reinsediato la giunta Carofano.

Ciò che intendo fare sono alcune considerazioni sociali e culturali che emergono dalle motivazioni della sentenza stessa.

Culturalmente cosa evidenzia questa sentenza?  Micro si può; e cioè un piccolo grado di illegalità nel sistema è possibile purché il micro non alteri il macro. Come dire che un rigore inesistente al primo minuto non pregiudica né l’andamento della partita né l’esito finale di essa.

Viene così “corretto” il caposaldo di ogni democrazia: non più legalità, ma illusione, parvenza, di legalità

Cosa significa tutto questo per la nostra vita quotidiana?

Significa, forse, che dobbiamo accettare come endemiche, inevitabili, tutte quelle micro-illegalità in  cui ci imbattiamo nella nostra vita di tutti i giorni?

Significa, forse, che dobbiamo accettare il piccolo mascalzone, il piccolo prepotente, che ogni giorno tenta di indirizzare a proprio vantaggio la buona fede degli altri?

Significa, forse, che dobbiamo accettare la piccola criminalità che mette in discussione la nostra sicurezza domestica, il nostro passeggiare, come forma impropria di distribuzione della ricchezza prodotta?

Significa, forse, che dobbiamo accettare la micro-corruzione che rende “più veloce” l’espletamento dell’iter burocratico?

Significa,  forse, che dobbiamo accettare la micro-evasione come atto di protezione dalle pretese “esose” dello stato, ostentandola in beni di lusso?

Significa, forse, che dobbiamo accettare quel sistema di micro-favoritismi che vanificano ogni forma di diritto e di merito?

Purtroppo per noi, il Macro riflette il Micro: le grandi illegalità, la macro-delinquenza, la macro- corruzione riflettono questo sistema diffuso di micro-illegalità, ne sono l’ipocrita indignazione che ci fa accettare il “furbetto” della porta accanto.

La democrazia è come la vite: lasciata a se stessa cresce per terra in un groviglio inestricabile e senza frutto; potata, legata e curata ci dà un nettare che rallegra la nostra esistenza.

Angelo Mancini

illustrazione di Giovanni Lombardi

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