Oggi arriva il Giro, arrivano i corridori e, come da cent’anni, le strade si riempiono di quell’Italia provinciale, laboriosa e passionale, che saluta, incita, applaude chi sfida non solo se stesso e gli avversari, ma soprattutto la natura, il nostro paesaggio fatto di poche pianure, di colline e di montagne da scalare.
Oggi come ieri è il ciclismo che fa scoprire l’Italia agli italiani, che mostra non solo le tante località note e famose, ma anche luoghi altrettanto belli, pieni di fascino e storia che compongono quell’affascinante ed intrigante mistero che è la penisola italiana.
E’ lo sport della fatica dura e continuata come quella delle popolazioni che attraversa, come quella del popolo silenzioso che lavora e suda, che si lamenta ma che non deroga mai dai suoi doveri, di chi ogni giorni quelle strade le attraversa per lavoro, per fatica.
Oggi passa il Giro e questo popolo fatto di contadini, operai, artigiani si ferma per qualche istante ad ammirare e osservare chi come lui non si arrende alla stanchezza, non soccombe allo sforzo, non getta via quell’arnese che lo fa soffrire.
Oggi arriva il Giro, e su quella bicicletta passa la nostra vita come un ciclista in fuga e dietro vediamo arrancare i nostri anni come gregari all’inseguimento, smaniosi di riprendersi quel sogno che sta lì in fondo alla strada e che si chiama Gloria.
Angelo Mancini