Quando la politica fa il suo “mestiere” se ne può capire anche l’utilità.
La sinergia nata tra i consiglieri regionali e i comitati del Sannio e dell’Irpinia ha permesso, ieri sera, al Consiglio Regionale campano, di licenziare un emendamento alla legge di Stabilità Regionale di importanza quasi storica: “la sospensione delle autorizzazioni fino al recepimento del decreto Ministeriale 10/09/2010 e la relativa “individuazione dei siti non idonei alle installazioni di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, della potenza superiore ai 20 KW”.

L’approvazione di questa norma si attendeva già dal 2010.

Norma che, se fosse stata recepita a suo tempo, e nei termini di legge, avrebbe certamente potuto evitare al Sannio e all’Irpinia i tanti problemi sorti a causa di istallazioni selvagge, perché non regolamentate!

In verità queste installazioni riguardano anche le provincie di Salerno e Caserta ma le provincie più massacrate sono state quelle di Benevento e Avellino. Qui, nel tempo, gli abitanti delle aree interne hanno fortunatamente preso coscienza di ciò che stava accadendo ai danni del proprio territorio ed hanno dato vita ad una decisa opposizione volta a difendere il proprio territorio, in particolare quello montano e di confine, forse troppo lontani dal centro dove si svolge la politica regionale per essere giustamente attenzionati come avrebbero meritato.

Questo “zoccolo duro” non poteva rimanere inascoltato e la sensibilità politica del Consigliere Regionale Carlo IANNACE e del Vice Presidente della Regione Campania, Fulvio BONAVITACOLA, ha permesso la costruzione di un tavolo di confronto i cui contenuti sono stati racchiusi in un emendamento presentato in Commissione, per poi essere approvato in Consiglio Regionale, emendamento ispirato dai Comitati in lotta.

In realtà i comitati avrebbero voluto che si bloccasse tutto l’iter, bloccando anche gli impianti già autorizzati ma ciò, per dinamiche politiche e legali, non è stato possibile!

I Comitati Sanniti ed Irpini hanno potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo consapevoli che, da ora in poi, comincia un’altra battaglia: quella volta ad ottenere una sorta di retroattività della norma.

L’emendamento, infatti e purtroppo, non blocca le autorizzazioni già concesse ma incide, invece, su tutte quelle che non hanno ancora ricevuto l’autorizzazione unica.

Ciò detto, alla luce dell’emendamento approvato, ci sarebbe una riflessione seria da fare:

 posto che con il recepimento del Decreto Ministeriale dello Sviluppo Economico del 10/09/2010, si va a regolamentare il corretto inserimento degli impianti FER sul territorio della regione Campania, lasciando però inalterate le autorizzazioni già date, cosa potrebbe succedere se gli impianti già autorizzati dovessero ricadere sui siti che si dichiareranno non idonei????

Il buon senso direbbe che su un sito dichiarato non idoneo, perché assorbe specifiche caratteristiche di protezione, già ben individuate e regolamentate da norme nazionali e dell’Unione Europea, non dovrebbero sorgere infrastrutture potenzialmente e concretamente idonee a distruggere e cancellare quelle peculiarità, ambientali e di biodiversità, insite nel sito stesso. Andrebbe a discapito della credibilità stessa di chi (si fa riferimento alle istituzioni preposte) quei siti li ha già a suo tempo studiati, monitorati, protetti e tutelati con specifiche leggi, sebbene non propriamente considerate dalla regione interessata.

Ciò posto, godendoci un attimo di soddisfazione, già da domani i comitati si mobiliteranno per cominciare quest’altra lunga battaglia: mobilitarsi per sospendere tutte le autorizzazioni già concesse e verificare, anche per quelle, il corretto inserimento sul territorio, così come esplicitamente richiesto dal decreto ministeriale del 10/09/2010.

Benevento, 17/03/2016

Giuseppe Fappiano – portavoce del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna

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