Nell’ultima seduta consiliare regionale, attraverso la mozione consiliare presentata dal Movimento 5 Stelle, il Governatore della regione Campania è stato obbligato ad uscire allo scoperto rispetto alla questione eolica. Benché il Presidente De Luca, in campagna elettorale, avesse abbondantemente tuonato contro l’eolico, sia nelle terre Sannite che in quelle Irpine, quando ha preso il potere quei tuoni sono diventati “cinguettii” fino a far emergere maestosamente tutta la sua debolezza istituzionale ma anche la sua scaltrezza politica facendo inserire una sua dichiarazione che ha ribaltato a suo vantaggio la questione “moratoria” Infatti dalle sue dichiarazioni, inserite nel testo della richiesta di Moratoria si evincono tre questioni fondamentali. La prima è non ci sarà nessun blocco degli iter autorizzativi dei progetti presentati dalle società eoliche. La seconda e che non ci sarà nessun blocco per l’inizio dei lavori per gli impianti già autorizzati. La terza è che non esporrà i dirigenti che hanno firmato le valutazioni e le autorizzazioni ad eventuali responsabilità personali e patrimoniali per l’errata valutazione dei progetti autorizzati. Ma c’è anche una quarta che……… tutto continuerà così com’è fino a quando non si sa! Questo accade al Sud, nel profondo sud dove le leggi non si applicano, dove le leggi non si recepiscono, dove le leggi si camuffano, dove le leggi si ignorano, dove le leggi si aggirano. Questo Sud massacrato e colonizzato, dove strumentalmente non si regolamenta per permettere lo sfruttamento della terra e delle montagne ad uso e consumo delle società dell’energia rinnovabile.

Il Sannio e l’Irpinia, da sole, producono il 51% del fabbisogno energetico regionale di cui l’80% di questa energia è derivante da fonte eolica. Il che significa migliaia di pale eoliche che hanno trasformato i terreni agricoli sanniti ed irpini in aree industriali. Solo la Regione Campania non si è adeguata alle leggi Nazionali e comunitarie ed è diventata l’unica “isola felice” italiana per le multinazionali del vento. Questo è stato possibile solo perché la Regione Campania, strumentalmente, non si è mai dotata del Piano Energetico Ambientale Regionale, non ha mai recepito con apposita Legge Regionale il Decreto Ministeriale 10/09/2010, non ha mai individuato i “Siti non Idonei”. Non ha mai rispettato i vincoli imposti dal D. L.gs 2 gennaio 2004, n. 42 recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, non ha mai invitato alle Conferenze di Servizio le regioni confinanti per il rispetto della aree contermini. Ha autorizzato gli impianti in aree protette dalla Comunità Europea di Rete natura 2000 in aree SIC, ZPS e su “habitat prioritari” in assenza di un V.I.N.C.A. Serio. Nelle valutazioni ambientali non ha fatto rispettare le distanze dai corsi d’acqua e dalle sorgenti, tutti tutelati dal D. L.gs 42/2004, ne ha fatto rispettare le distanze dai beni storici, archeologici e ambientali. A fronte di quanto evidenziato dalle associazioni, dai comitati e da singoli cittadini che queste nefandezze le hanno denunciate su vari fronti, chi risarcirà il territorio da queste devastazioni procurate solo ed esclusivamente per una speculazione economica da parte delle società eoliche? E’ vera democrazia quando il cittadino non ha il diritto costituzionale a difendere l’ambiente, la cultura, le attività agro-pastorali, i beni ambientali, le biodiversità, le risorse naturali ed il territorio in cui vive da speculazioni? Continueremo nella nostra battaglia a forza di esposti e querele nei confronti della Regione Campania e di chiunque abbia responsabilità di qualsiasi natura nello sfruttamento dei nostre montagne.

Giuseppe Fappiano Portavoce del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna

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