Il 15 Ottobre la nostra Terra è stata offesa da un’onda di fango. La terra è diventata fango e le acque sono diventate onde. Rimanere in silenzio senza raccontare l’orrore, guardare assistendo senza allungare una mano non possono essere atteggiamenti della Scuola se con essa intendiamo un luogo di formazione umana. Questa, infatti, riesce pienamente nel suo scopo solo se non si stacca dalla realtà e invita gli studenti ad una riflessione del proprio ruolo nella realtà che li circonda.

Proprio in questi momenti lo spirito di coesione tra gli uomini deve essere forte. Solo una collaborazione sincera e partecipata può essere una reale fonte di aiuto per le popolazioni colpite.

Per questo il 6 Novembre alle 19,30 presso il Cinema Modernissimo, i ragazzi del Telesi@ hanno deciso di mettere a disposizioni le loro doti artistiche per dare voce alla “Madre Terra”, in un performance teatrale e musicale le che vuole essere un invito alla riflessione e alla partecipazione civile.

Accogliendo le richieste di alcuni studenti e docenti, si è avviata una raccolta fondi che sarà effettuata attraverso la raccolta di un contributo da destinare ad azioni di sostegno sul nostro territorio. I ragazzi del Telesi@, che sempre con vivo interesse seguono le vicende della loro realtà territoriale, vogliono dare così il loro contributo. Le manifestazioni di solidarietà da parte di tanti ragazzi sono già stati forti nelle scorse settimane. “Madre Terra” si configura come la conclusione di un percorso di crescita e come un punto di ripartenza collettivo.

Sono tutti invitati a partecipare.

Giuseppe Viscusi

Cosa resta di tanta acqua precipitata con violenza dal cielo in una notte d’ottobre?

Resta il segno della sua devastazione nelle case allagate;

resta il fango incrostato sui muri,

restano i cumuli di oggetti distrutti,

restano le strade dissolte,

restano i vigneti devastati,

restano le campagne limacciose,

restano le attività abbandonate,

restano i fiumi di pietre come ferite inferte alla Terra,

resta il dolore di chi ha perso la vita,

resta la disperazione di chi ha perso tutto,

resta la paura di un cielo nero,

resta la rabbia di chi è stato per troppi anni inascoltato,

resta la protervia di chi non ha ascoltato,

resta il cuore di chi ha aiutato,

resta la gratitudine di chi è stato aiutato,

resta la generosità di chi aiuterà questa sera

e di quando i riflettori saranno spenti.

 

Angelo Mancini

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2 Commenti

  1. Il problema più grande è che, con questi grandi eventi, si mettono in moto circoli viziosi, che devono fruttare e creare interessi e produrre vantaggi a coloro che non hanno subito proprio alcun danno, con la complicità di poteri accondiscendenti e corrotti, e questi stessi chiedono al pari e di più di coloro che realmente sono stati devastati moralmente e fisicamente dagli eventi disastrosi, ma ahimé seppur umani, causati questi ultimi, a loro volta, non solo dalla natura ma anche dalla superficialità dilagante, applicata su tutti i territori, senza distinzione, dal punto di vista idrogeologico e non solo, sempre dagli stessi suddetti poteri!

  2. Chiaramente per grandi eventi, nel suddetto commento, mi riferisco agli eventi disastrosi che hanno colpito i nostri territori, come mai si era visto fino ad ora, poichè dobbiamo andare molto indietro negli anni, e quindi di oltre 50 anni, per risalire ad altri eventi accaduti e paragonabili a quelli attuali.
    Tutta la macchina degli aiuti e della beneficenza chiaramente, invece, è mossa dalla reale ed intensa volontà di portare aiuto e soccorso con ogni mezzo e con ogni forma, e questo gratifica e magnifica chi lo realizza per davvero!

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