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Ogni fine umano ha una strada da percorrere; quello dell’impinguare le casse comunali per alcuni paesi del nostro Sannio è la Benevento- Caianello.

Dopo che i limiti di percorrenza sono stati abbassati a 60 Km/h, ogni comune attraversato da questa nevralgica arteria stradale si sta dotando di rilevatori di velocità per rimpolpare le  casse comunali. Nessuno crede che il motivo reale di tali installazioni sia la sicurezza degli automobilisti: ogni comune vuole approfittare di limiti antistorici e difficilissimi da rispettare per incrementare le proprie entrate a discapito di distratti automobilisti.

Si sostiene che tali limiti di velocità siano dovuti al pessimo fondo stradale. Chi sostiene ciò non conosce, o fa finta di non conoscere, le condizioni delle nostre strade provinciali al cui confronto il  il manto stradale della Benevento -Caianello appare un tappeto di biliardo.

Limiti così bassi sono giustificati solo se sono di breve durata, per lo stretto lasso di tempo occorrente per ultimare lavori, non se sono eterni.  In alcuni tratti delle nostre strade provinciali la segnaletica 20, 30 é da intendersi, oramai, come il numero di anni di abbandono e di incuria.  La sicurezza non è solo un problema degli automobilisti, deve essere una preoccupazione costante e concreta di chi gestisce la rete viaria Le amministrazioni comunali e provinciali e l’Anas, invece, si limitano a disseminare lungo le nostre strade limiti anacronistici credendo così di sfuggire alle loro responsabilità.

Limiti di velocità così bassi sono irrispettabili a meno che non si guardi costantemente il tachimetro disinteressandosi della strada. In certi punti mantenere la velocità segnalata risulta impossibile anche a ciclisti amatoriali, figuriamoci a conducenti di automezzi.

Se tale limite di velocità fosse veramente dettato dalle pessime condizioni del manto stradale, la soluzione più ovvia sarebbe procedere al ripristino delle condizioni di sicurezza. Invece si procede con divieti assurdi e proliferazione di autovelox.

Ghino di Tacco, il mitico brigante medioevale, che taglieggiava i pellegrini che si recavano a Roma passando per la sua Radicofani, ha fatto scuola. Oggi il viandante non viene più assalito con coltelli e spadoni ma con l’occhio elettronico di questi rilevatori. Tutto questo accade con la complicità del Governo: avalla tacitamente l’installazione di questi dispositivi per coprire i minori trasferimenti di risorse verso i comuni e non approva il decreto attuativo dell’articolo 208 del codice della strada che prevede la destinazione di una parte dei proventi delle multe alla manutenzione delle strade.

Tutto legale ovviamente, ma è anche eticamente giusto, visto che alla base c’è solo il desiderio di avere più soldi da spendere? Prevalentemente gli automobilisti che percorrono la suddetta superstrada sono lavoratori, gente che ogni giorno si deve spostare per mandare avanti la propria famiglia: è giusto che una “folle velocità”, intorno ai 90-100 Km/h venga sanzionata con una settimana di paga o poco meno?

Bisogna credere nell’uomo! Noi speriamo, allora, che la fascia del legittimo potere che questi amministratori amano indossare non si trasformi in un bavaglio delle loro coscienze.

“Le catene dell’umanità sofferente sono fatte di carta legale” (F. Kafka)

Angelo Mancini

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