Egregio Dott. Giuseppe Sala, dopo aver visto da vicino Foody, la mascotte (ispirata all’Ortolano di Arcimboldo) scelta da Expo Milano 2015 per rappresentare i temi dell’Esposizione: nutrizione e sostenibilità, ho provato un senso di tristezza e di rabbia. Ho scomposto il personaggio e con mia grande meraviglia ho scoperto che sono undici i personaggi che danno forma al volto della mascotte. A comporre Foody ci sono: l’aglio Guagliò, l’arancia Arabella, la banana Joseline, l’anguria Gury, la mela Pomina, il mais blu Max Mais, il mango Manghy, il fico Rodolfo, la pera Piera, i rapanelli Rap brothers e la melagrana Chicca.
Un dato che mostra plasticamente come il nettare di Bacco sia tenuto in ombra per non dire “nascosto”. Senza fare dietrologia, mi consenta semplicemente di ricordarLe che la Vite ha scalato l’intera storia dell’uomo e, abbarbicandosi ai secoli, dalla preistoria (allo stato selvatico era presente già allora) si è innalzata su fino ai giorni nostri. Riferimenti alla Vite ed ai suoi frutti si trovano nei geroglifici egizi e nei recipienti destinati al vino dei Cretesi, nei riti dionisiaci dei Greci e nei baccanali dei Romani, negli scritti di Ippocrate, Teofrasto e Dioniso e nell’Antico Testamento. Oggi come allora notissime sono le virtù dietetiche dell’Uva e del suo succo fermentato e però, stranamente, non c’è alcun riferimento alla Vite nella mascotte-emblema dell’Expo Milano 2015.
Cosa sta a significare una tale dimenticanza? E come bisogna interpretare il silenzio “assordante” di tutte le istituzioni politiche e sindacali dinanzi a tale oltraggio al cosiddetto “nettare di Bacco” che assieme all’olio di oliva, al pomodoro e alla pasta è veramente uno dei 4 cavalieri della dieta mediterranea e punta di diamante del nostro made in Italy nell’agroalimentare?
Due semplici domande forse un po’ ingenue, ma sacrosante, dato che il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione sana e sostenibile si svolge in Italia dove la Vite è una dei nostri gioielli per il quale siamo conosciuti in tutto il mondo ed il suo frutto: il Vino è la voce con il maggior attivo nella bilancia commerciale, con un surplus di 5 miliardi di dollari nel 2014 per i soli vini in bottiglia e di 1 miliardo per gli spumanti. Inoltre, la tristezza si trasforma in rabbia nel dover costatare che il cosiddetto padiglione del vino, inaugurato il 23 maggio e che dovrebbe essere uno dei punti di forza dell’Italia a Expo, non è riportato nelle mappe ufficiali dell’Expo di Milano. Sono convinto che il mondo dei “zappatori” amanti del dio Bacco sia per davvero arrabbiato. A volte, anche le formiche si arrabbiano e… qualcuno dovrebbe farsene portavoce!
In attesa di un cortese riscontro, si porgono i più cordiali saluti.
Guardia Sanframondi 06 giugno 2015
Amedeo Ceniccola Presidente Associazione “Amici di Bacco”