Legambiente è la principale organizzazione ambientalista italiana. Ha quote in alcune società, come “Azzero CO2” che investe sulle fonti rinnovabili grazie anche agli incentivi pubblici.Alle società e multinazionali che producono da fonti rinnovabili, attraverso la “S.R.L. AzzeroCO2”, fornisce servizi, consulenza in ambito energetico alla progettazione e realizzazione di impianti che sfruttano fonti rinnovabili. Ha, come più ampiamente spiegato in una indagine giornalistica del Fatto Quotidiano del 10 giugno 2014, una miriade di società e partecipazioni a società che lavorano sulle rinnovabili, riciclo ecc…
E’ fortemente incardinata nelle istituzioni e nel governo italiano attraverso il suo presidente onorario e componente del Partito Democratico Ermete Realacci presidente della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati. Ermete Realacci ha votato a favore del così detto “Sblocca Italia” attraverso il quale potranno essere superati tutti i vincoli e regolamenti che proteggevano il Territorio da aggressioni, cementificazioni, trivellazioni ecc….
La recente pubblicazione del rapporto di Legambiente “Comuni rinnovabili al 100%”, con la quale si pubblicano una serie di dati sulla produzione da fonti rinnovabili e sulla relativa riduzione di emissioni di CO2, ha provocato non poche perplessità nell’ambientalismo specialmente per gli anti-eolioci.
La riflessione nasce dalla pubblicazione del recente articolo apparso sul giornale on-line “Ottopagine.it” dell’editore Oreste Vigorito, fondatore e presidente onorario dell’ANEV (Associazione Nazionale Energia da Eolico), nonché notissimo industriale dell’eolico dal titolo: “Troppo eolico? Legambiente: “Una bufala creata dai media” – Il dossier Comuni rinnovabili smonta la tesi dell’eccessivo impatto. I vantaggi invece sono reali” .
Ci sembra normale il titolo di Ottopagine che valuta posivamente i risultati dell’indagine anche perchè Legambiente ed ANEV sono reciprocamente funzionali l’un l’altra poiché legate da anni da un protocollo d’intesa “per il corretto inserimento dell’eolico nell’ambiente!” (così si legge sui documenti ufficiali dell’ANEV)
Legambiente della Valle Telesina è stata da noi sollecitata ed informata più volte sulla questione degli impianti eolici sull’alto Sannio Beneventano ed invitata a sostenere insieme a noi questa battaglia di civiltà contro l’aggressione dell’eolico selvaggio del Massiccio del Matese e della Valle del Tammaro.
Ci saremmo aspettati, nel rispetto di quel protocollo d’intesa sottoscritto con l’ANEV, che Legambiente relazionasse volta per volta su ogni singolo progetto presentato e valutato dalla Commissione Regionale VIA ( Valutazione Impatto Ambientale) oppure che partecipasse alle Conferenze di Servizio convocati presso la Regione Campania all’atto delle valutazioni dei progetti presentati nella Provincia di Benevento.
Agli atti, documenti o elaborati per li “corretto inserimento dell’impianto eolico nell’ambiente”, non se ne ha traccia. Valutazioni non pervenute!
Eppure siamo di fronte ad un’invasione di acciaio e colate di cemento di immense proporzioni. Sul solo Massiccio del Matese beneventano e la Valle del Tammaro gli impianti già autorizzati, o che hanno già ricevuto il VIA-VI-VAS, sono decine e prevedono l’installazione di circa 600 pale.
Sono in attesa di valutazione progetti per l’installazione di altre 1.200 pale che invaderanno e trasformeranno per sempre un territorio in buona parte tutelato dalla Comunità Europea e classificato nella Rete Natura 2000 in aree SIC, ZPS, siti prioritari, zone umide, prati aridi con la presenza di rapaci rari e protetti come l’aquila reale , il biancone, nibbi reali ecc.
Un impianto eolico industriale è una vera e propria fabbrica costituita da macchine di acciaio alte 150 metri del peso di oltre 200 tonnellate che hanno fondazioni in cemento armato di oltre 35 metri (come un palazzo di 15 piani). Il cemento armato occorrente per le fondazioni di una singola pala eolica equivale al cemento armato occorrente per costruire una casa di due piani. Cemento infilzato nel terreno non più eliminabile che inquinerà il suolo, le falde, inaridimento di sorgenti ecc…
Un impianto eolico di 20 aerogeneratori consuma terreno. Tra piazzole, piste di collegamento, centrali di smistamento elettrico, cavidotti aerei dell’alta tensione ecc… si cementificano oltre 10 ettari di terreno. Terreni sottratti ai pascoli permanenti, boschi, coltivazioni agricole specializzate, frutteti, biodiversità ecc…
Poi ci sono i rischi reali per la salute umana ed animale. Il rumore cumulativo, i campi elettromagnetici, le onde a bassa frequenza, la “Sindrome da pala eolica” che si manifesta con sensazione di instabilità, vertigini, ronzio auricolare, pressione auricolare, nausea, vista offuscata, tachicardia, emicrania, depressione, ansietà, problemi di memoria, disturbi del sonno e insonnia, episodi di panico. Tutte patologie che si manifestano e si enfatizzano con la presenza di pale eoliche
Questo è il quadro ed il contesto in cui noi, Comitati, Associazioni, società civile siamo costretti a muoverci per tutelare e salvaguardare il territorio e l’ambiente. Pare che a Legambiente interessi poco o nulla degli stravolgimenti territoriali ed ambientali previsti per il Matese Sud-Orientale e la Valle del Tammaro perchè per loro l’obiettivo primario è “Azzeara CO2” e per raggiungere tale scopo utilizza qualsiasi mezzo pur di screditare chi le battaglie ambientaliste le fa sull’altro fronte della barricata.
Quindi nessuna bufala “ di troppo eolico” da parte dei media. La realtà è sotto gli occhi di tutti. C’è una saturazione del territorio per quello già installato ed una devastazione già programmata per il Matese e la Valle del Tammaro.
Fronte Sannita per la Difesa della Montagna
Giuseppe Fappiano