La così detta “devolution” cioè il decentramento delle competenze dallo stato alle regioni, così come attuata, ha provocato non pochi danni. Il paradosso sta nel fatto che le leggi sono applicare secondo un uso e consumo proprio delle amministrazioni regionali.
Esempio lampante è quella relativa alle autorizzazioni per le installazioni degli impianti industriali per la produzione di energia elettrica tra le quali, una delle più invasive, è quella da fonte eolica.
Dichiarare gli impianti eolici come “opere di pubblica utilità urgenti ed indifferibili” e dopo aver ricevuto “l’Autorizzazione Unica” da parte della Regione ( come previsto dal così detto “Decreto Bersani”) è il grimaldello che permette ad un qualsiasi industriale, società o multinazionale dell’energia, italiana o straniera, di poter disporre di territori pubblici e privati come se fossero di loro proprietà scavalcando qualsiasi diritto, limitazione, vincolo e quant’altro.
Insomma le amministrazioni locali, cittadini, associazioni, la società civile sono costrette a mettere a disposizione di industriali dell’energia elettrica territori, anche pregiati sotto il profilo naturalistico, spesso gravati dagli usi civici, aggredendolo e trasformandolo in una mera fabbrica di energia elettrica solo ed esclusivamente per produrre guadagni privati su territori pubblici!
I motivi per cui ciò è possibile sono da ricercare nelle inadempienze della Regione Campania che strumentalmente non ha recepito le “Linee Guida Nazionali”, emanate dal Ministero dello Sviluppo con decreto del 10 settembre 2010, permettendo così di rendere idoneo qualsiasi sito che in altre regioni, che hanno recepito le Linee Guida Nazionali, è perfettamente illegale.
Infatti ciò che è “illegale” in Basilicata, Puglia, Abruzzo, Liguria, Veneto, Toscana ecc…, in Campania è perfettamente legale!
La Regione Campania guidata da Caldoro, come un buon “Ponzio Pilato”, non recependo le linee guida permette che i territori vocati alla produzione di ”energie bilogiche e naturali” siano aggrediti e devastati dall’installazione di migliaia e migliaia di pale eoliche decretando, di fatto, la desertificazione sia fisica che culturale del territorio montano. E nemmeno i vincoli europei su SIC, pSIC, ZPS, pZPS, zone umide, prati aridi, pascoli, permanenti, aree archeologiche, aree di particolare interesse storico ecc…. possono fermare questa macchina da guerra.
Probabilmente quando anche la Regione Campania recepirà le “Linee Guida Nazionali”, indicando quelle zone come “siti non idonei”, sarà troppo tardi perchè i siti “non idonei” saranno stati già abbondantemente devastati e non avranno più le caratteristiche originarie e mai più potranno tornare ad essere come prima.
Ed in questo hanno molta colpa gli “onorevoli” regionali che non hanno certo imposto il recepimento delle Linee Guida Nazionali che avrebbero di fatto tutelato aree di immenso valore ambientale e naturalistico. In Campania ci siamo dovuti accontentare di una leggina, tipica “lavatura di faccia”, nata con notazioni anticostituzionali e per questo cancellata.
In verità il Sannio meritava di più e di meglio!
Ultimamente la Regione Campania ha accelerato l’iter autorizzativo per la costruzione degli impianti eolici approvando sul Matese Sud-Orientale progetti per l’nnstallazione di oltre 200 pale. Altri progetti hanno già ottenuto pareri positivi VIA-VAS-VI per altre 1.800 pale eoliche alte 150 metri con fondazioni di oltre 35 metri.
Molti impianti già autorizzati incidono sulle zone di Protezione della Comunità Europea della Rete Natura 2000 (aree SIC pSIC, ZPS, pZPS …. ), su siti di interesse storico ed archeologico nonché di notevole valenza ambientale e naturalistica che in buona parte sono anche pascoli permanenti su cui gravano gli usi civici.
C’è, poi, un vasto movimento per la richiesta di allargamento del Parco del Matese Campano, naturale prosecuzione del Parco già esistente, per preservare le biodiversità e per dare un diverso e più umano sviluppo ai territori montani.
Tra un po’ i nostri territori saranno invasi oltre che dalle pale eoliche anche dai politici  che verranno nelle nostre zone a chiedere il voto per essere eletti nel Consiglio Regionale alle prossime elezioni di maggio 2015.
Sarebbe necessario se non urgente, investire in modo diretto la classe politica sia locale che nazionale. Ebbene, se volete quel voto per essere eletti alla Regione venite su Matese e venitevelo
a guadagnare.
Chiediamo:
– Revocare tutte le autorizzazioni già concesse;
– Bloccare tutte le attività delle Conferenze dei Servizi.
– Recepire con apposita legge regionale le “Linee guida nazionali” con la quale individuare i siti non idonei.
– Allargamento del Parco del Matese con inclusione del naturale declivio del Matese Sud- Orientale dalla quota dei 600 m/slm a salire dei comuni di Cerreto Sannita, Guardia Sanframondi, San Lupo, San Lorenzo Maggiore, Casalduni, Pontelandolfo, Morcone, Sassinoro e Santa Croce del Sannio!

Vi aspettiamo!
Fronte Sannita per la Difesa della Montagna
Giuseppe Fappiano

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