Martedì 13 Marzo 2015, in veste di cittadino telesino (abitante cioè della Valle Telesina) ho partecipato con vivo interesse , nel “Salone Goccioloni” delle Terme, alla serata conclusiva del progetto: viaggiando s’incontra il paesaggio culturale della valle telesina  storia, cultura, enogastronomia finanziato dall’Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali della RegioneCampania,

nella persona di Pasquale Sommese, nell’ambito del più ampio progetto “Cono= scere la Campania”,con capofila  il Comune di Telese Terme, seguito da Amorosi,

Cerreto Sannita, San Lorenzo Maggiore e San Salvatore Telesino. Il progetto, suddetto, avviato dall’assessore Carmine Covelli (figlio di Goffredo e di Wanda Iacovella) e ben supportato dai Sindaci dei Comuni interessati, dopo diverse tappe effettuate nei Comuni aderenti, è giunto alla conclusione con la serata attuale.

Al tavolo dei relatori hanno preso posto i Sindaci Giuseppe Di Cerbo, Pasquale Santagata, Emmanuele De Libero, Fabio Massimo Leucio Romano e Pasquale Carofano, l’Assessore Carmine Covelli e (ed è proprio il caso di dire “dulcis in fundo”) la Preside Domenica Di Sorbo – Dirigente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Telesi@”- la cui partecipazione è stata richiesta perché l’istituto da Lei diretto accoglie studenti di tutta la “Valle”  ed è quindi interessata allo sviluppo dell’intera Valle Telesina.

Dai vari interventi che si sono succeduti ho compreso che il progetto in argomento ha riscosso grande successo per cui esprimo la mia grande soddisfazione e plaudo al lavoro svolto e all’incessante impegno profuso dall’Assessore Covelli che sta dimostrando, chiaramente, di amare in modo incondizionato la nostra bella Valle che, come è stato anche sottolineato nel corso dei lavori, non ha nulla da invidiare alle altre zone della nostra penisola molto decantate e ben  propagandate. Mi piace ricordare anche che lo stesso Assessore, con la collaborazione del Sindaco Carofano e degli altri amministratori di maggioranza e proficuamente aiutato da tecnici e dipendenti comunali, ideò e rese operativa quella serie di manifestazioni chiamata “Telese bellissina” che vive ancora oggi in tutte le sue espressioni e che speriamo di vedere in campo anche per la prossima estate.

Nel corso della serata è stato proiettato un video che di volta in volta ha mostrato i paesaggi e le manifestazioni svolte da ciascuno dei cinque Comuni  con i Sindaci che, sottolineando il successo ottenuto, illustravano le peculiarità e le potenzialità dei propri Comuni.

La Preside Di Sorbo, che dagli amici è chiamata “Mimma”, dopo aver precisato che -anche se non è nativa di Telese- si sente “telesina” a tutti gli effetti, ha iniziato il suo intervento ringraziando un congruo gruppo di suoi “allievi” che si trattenevano tra il numeroso pubblico anche se si era in serata molto inoltrata. A tale proposito bisogna considerare che, se un gruppo di studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Telesi@” ha partecipato a questa serata conclusiva del progetto trattenendosi fino a tarda ora, ciò significa soltanto che la Dirigente di quell’Istituto, aiutata dai suoi collaboratori, è riuscita ad inculcare loro l’amore e il rispetto per la nostra “valle”. Si sa bene, infatti, che l’Istituto Telesi@ è sempre disponibile a partecipare attivamente a qualsiasi manifestazione della nostra zona ed io, nella mia qualità di Presidente della Sezione Circoscrizionale di Telese Terme dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (la giurisdizione comprende i Comuni di Amorosi, Castelvenere, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Dugenta, Faicchio, Frasso Telesino, Guardia Sanframondi, Melizzano, Pietraroja, Puglianello, San Lorenzello, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, San Salvatore Telesino, Solopaca, Telese Terme), posso attestare ciò con assoluta convinzione poiché nell’annuale manifestazione del“IV Novembre”, oltre ad assicurare la partecipazione di docenti e di un  numeroso gruppo di studenti, l’Istituto -con un  suo “coro” formato da studenti e studentesse e magistralmente diretto da un altro studente- partecipa alla celebrazione della S. Messa presieduta dal Vescovo diocesano e, con diversi allievi -di cui alcuni muniti di strumenti musicali- vivacizza con canti ed interventi vari la celebrazione della Festa delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia, rendendo più suggestiva la Commemorazione dei Caduti di tutte le Guerre.

Ritornando alle bellezze della nostra “Valle Telesina” nel corso  della serata è stato chiaramente affermato che le nostre zone presentano molte attrattive turistiche e culturali importanti che dovrebbero essere però più organizzate e propagandate.

Riferendomi alla “UNIONE DEI COMUNI: Città Telesina”, progetto in itinere che spero vivamente possa vedersi realizzato perché sono fieramente convinto che nella nostra Valle abbiamo tutto e molto altro ancora, per cui elenco di seguito tutto ciò che a mio avviso potrebbe risolvere molti problemi che attualmente affliggono l’umana società telesina:

1)-Turismo termale: potrebbe essere molto incrementato possedendo nel “Consorzio Idrotermale” di Telese e San Salvatore Telesino un’acqua sulfurea con moltissime proprietà curative. Si sa infatti che  in Italia non ne esistono con le medesime caratteristiche, un’acqua termale come quella telesina si trova soltanto in un paesino della Germania.Affermando ciò, la memoria mi riporta al tempo in cui Telese -durante la stagione balneare- era frequentato da moltissimi “bagnanti”, di cui una buona parte si tratteneva presso gli Alberghi  (Grand-Hotel Minieri, Albergo-ristorante “La Pagliarella”, Pensione Canelli, Albergo-ristorante D’Onofrio) o presso i numerosi “fittacamere” e una parte erano pendolari che  giungevano a Telese con il treno “speciale” che partiva da Napoli e, attraversando l’abitato urbano,si fermava a pochi metri dall’ingresso delle Terme. Devo precisare che alcuni bagnanti sostavano anche presso abitazioni di San Salvatore Telesino e raggiungevano le Terme con le tipiche “carrozzelle” una delle quali era del cosiddetto Raffaele Puparuolo. All’epoca Telese, durante la stagione estiva, aumentava di molto il numero degli abitanti e di ciò l’economia paesana ne traeva grossi vantaggi: le edicole vendevano più quotidiani, riviste e fumetti, i bar vendevano più caffè, latte cioccolata e liquori, gli alimentari vendevano più prodotti di vario tipo, gli artigiani avevano più lavoro.

Durante il periodo della mia adolescenza ho avuto occasione di conoscere vari “bagnanti” che erano riconoscenti alla “nostra” acqua termale per i benefici riscontrati nelle loro diverse patologie. Un bagnante ricordo in modo particolare: era un milanese, era chiamato don Giuanin e alloggiava alla “Pagliarella “ gestita da Don Arturo Ferrigni e sua figlia Maria. Io, con alcuni miei amici, mi recavo nel parco adiacente il ristorante-albergo dov’era esistente appunto un locale in legno coperto con tetto di paglia e una pista per il gioco delle bocce e, con il beneplacito del bravissimo don Arturo, ci divertivamo giocandoci qualche birra e coinvolgendo nel gioco delle bocce anche qualche “bagnante” bendisposto e, per diversi anni, uno di questi bagnanti fu Don Giuanin. Dopo aver allacciato un rapporto di “buona conoscenza” Don Giuanin ci parlò della sua malattia dichiarando che aveva girato mezzo mondo, consultato diversi “specialisti” presso vari studi medici e strutture ospedaliere e, pur praticando le diverse e costosissime cure consigliate, non era riuscito ad ottenere alcun risultato di guarigione. Per un caso fortuito aveva sentito parlare dell’acqua sulfurea di Telese e aveva deciso di provare anche quella, ma confessò che lo aveva fatto senza speranza alcuna e solamente per rimanere senza scrupoli. Era venuto a Telese per cinque anni di seguito ed era completamente guarito da quella malattia!  Fu infatti il quinto anno quando ci raccontò il fatto, confessandoci anche che era guarito già dall’anno precedente ed era tornato quell’ultimo anno per rendere merito all’acqua termale telesina e per bearsi un’ultima volta di bagnarsi in quell’acqua salutare e di godere delle serate musicali offerte nel meraviglioso parco termale dal complesso di Peppino Principe; nei primi due anni di permanenza a Telese aveva ascoltato il complesso di Italo Cammarota. Ci salutò affettuosamente risaltando ancora la potenza curativa della nostra acqua e la magnificenza del nostro parco termale e se ne ritornò a Milano. Per alcuni anni ci scambiammo gli auguri pasquali e natalizi ma poi, col passare del tempo che accelera sempre di più la sua velocità, abbiamo anche smarrito gli indirizzi.  Vi posso assicurare che, quando lo vedemmo la prima volta, don Giuanin ci fece impressionare con il suo stato di straordinaria magrezza, ma ne accettammo la compagnia perché cercava di mostrarsi sempre cordiale ed allegro anche se la sua allegria appariva sempre opacizzata da un sottile velo di tristezza. Questo velo, trascorso il terzo anno di conoscenza, diventava sempre meno visibile fino a scomparire del tutto e, giunti al quinto anno, don Giuanin ci apparve completamente cordiale ed allegro e irrobustito nel fisico. Ripeto, non ho conosciuto soltanto don Giuanin che è guarito curandosi alle nostre terme ma, nel corso degli anni, molti altri “bagnanti” e sono certo che di altre importanti guarigioni potrebbero dare testimonianza molti abitanti di Telese e di San Salvatore Telesino, sia nella veste di “affittacamere”, sia in quella di gestori di pensioni ed alberghi o in quella di dipendenti delle Terme in qualità di “bagnini” ai vari reparti termali.

Sempre relativamente al Parco termale di Telese e San Salvatore Telesino, consideratane la vasta estensione, in funzione dell’attuale ritmo di vita che diventa sempre più frenetico, se ne potrebbe attrezzare un’area (ricavando anche dello spazio dal versante della collina di Monte Pugliano che scende nel parco) che potrebbe servire al riposo del fisico e della mente, offrendo servizi di altissima qualità! (di come dovrebbe essere attrezzata l’area sarebbe compito di tecnici specializzati).

Le nostre Terme, in definitiva, dovrebbero servire gli ammalati delle tantissime patologie curabili con la nostra acqua sulfurea, ad offrire un periodo di sano e ritemprante relax ai grossi industriali, ai grandi manager commerciali, ai vari consulenti culturali e/o politici, e ai vari amministratori politici a qualsiasi livello, anche nazionale ed oltre. Potrebbero anche offrire ai giovani momenti di svago e spettacolo e momenti di musica moderna dai ritmi sfrenati ed assordanti, ovviamente in un’area appositamente attrezzata, senza arrecare fastidi a chi intende frequenta il parco per ossigenarsi e riposarsi.  Utilizzato al meglio, il “Palazzo dei Congressi”, potrebbe essere usato per conferenze, assemblee, manifestazioni politiche locali e nazionali, manifestazioni sociali e culturali, etc.

Per l’attuazione del detto programma si dovrebbero certamente realizzare altre opere e altre piscine e, quindi, sostenere altre spese, ma sarebbero spese ammortizzabili in poco tempo, se le opere realizzate risultano essere opere di ottima qualità che possono offrire servizi indiscutibilmente seri ed efficienti!

Non va certamente trascurata la possibilità di riattivare le ex-terme Iacobelli o come sono comunemente chiamate “I Bagni Vecchi” che, con le loro sorgenti stagionali potrebbero favorire la costruzione (o meglio dire “ricostruzione) di uno stabilimento termale che, anche se non molto grande, potrebbe comunque essere utilizzato da altri ammalati e/o da altri turisti, favorendo ancora di più nuovi visitatori nella nostra valle e, quindi, apporto di valuta con aumento di “posti di lavoro”. Anche il “Centro-Benessere RELAX” di San Salvatore Telesino può essere annoverato tra le fonti di turismo termale che certamente potrebbe aumentare il flusso di “turisti” che, oltre a fruire delle cure specialistiche prestate, potrebbero trascorrere del tempo in modo piacevole, con giochi e amene passeggiate, in un’area attrezzata nell’ampio spazio antistante tale “Centro”.

2)-Parco Grassano: con i bei vialetti e il verde e i fiori delle sue aiuole, offre belle e riposanti passeggiate;  con le sue aree attrezzate offre piacevolissimi picnìc e spazio-gioco per i bambini, col suo ristorante offre gustose e prelibate pietanze e con le sue canoe propizia il piacevole avventurarsi sulle limpidissime acque del fiume che scorre lento e maestoso tra rive adorne di diverse belle piante e – soprattutto- ricche di verde vegetazione. E’ uno spettacolo meraviglioso ed ameno quello offerto dalle “sorgenti” del Grassano che, in numerosi rivoli e bolle creano uno specchio d’acqua colorato dal verde delle molteplici piante acquatiche.

Sovrastante a queste, a ridosso della collina di Monte Pugliano è stata realizzata una bella costruzione che può offrire spazio per ritrovi, conferenze, riunioni etc. e che, attraverso una galleria sottostante la strada prov/le Telese – San Salvatore Telesino, è ben collegata all’area del parco e al ristorante.

Il “Parco Grassano” potrebbe essere reso più facilmente fruibile, interessando un maggior numero di turisti visitatori, con la realizzazione di opere viarie di collegamento più consone alla specificità turistica del luogo.

3)-Il Lago di Telese:    abbiamo un lago con acqua ottima e particolare che certa= mente non nuoce alla pelle degli eventuali bagnanti, ma la può rendere perfettamente idratata. Ricordo infatti che, molti anni or sono, le nostre donne casalinghe, quando facevano il bucato -per il lavaggio e il risciacquo- andavano ad inginocchiarsi su delle pietre poste al margine dell’acqua dei vari ruscelli e fiumi. Altre donne più fortunate, che potevano effettuare il proprio bucato utilizzando l’acqua del lago, dichiaravano soddisfatte che i panni lavati, pur senza candeggio, risultavano più puliti e che con quell’acqua consumavano meno sapone!

Oggi che il lago non occorre più per lavare i panni e non è utilizzato in alcun modo, resta comunque una importante risorsa che potrebbe favorire e incrementare il turismo nella nostra “Valle”. Negli anni sessanta e settanta rammento che sul Comune di Telese, nello spazio esistente alla fine della scalinata, al primo piano, davanti alla porta a vetri per l’accesso agli Uffici del piano superiore, c’era -poggiato su un ripiano dell’altezza di circa un metro e mezzo- un plastico che illustrava l’insieme e i particolari del progetto-lago. Ricordo perfettamente che molti si auguravano che tale progetto potesse essere realizzato, perché ritenuto molto efficiente per lo sviluppo della zona lacustre e dell’intero paese, ma poi -non ne conosco i motivi- fu completamente abbandonato. Successivamente, verso    gli inizi degli anni novanta si cercò di costituire un Consorzio-Lago tra i Comuni di Telese e Solopaca per attrezzare e valorizzare il lago ma, per vari motivi, anche questo progetto fallì. (E’ da precisare che per quanto concerne lo specchio acquatico del lago, questo è tutto nel territorio di Telese ma -sulla riva sud- appena fuori dall’acqua, ci si trova in tenimento di Solopaca)

Con la realizzazione dell’Unione dei Comuni, non esistendo più confini che dividono il territorio di Solopaca da quello di Telese e da quello di Castelvenere, considerando anche la possibilità dello spostamento della linea ferroviaria e la inesistenza di grossi fabbricati, le rive  ad est, ad ovest e a nord del lago  potrebbero essere allargate demolendo l’esistente via circumlacuale e creando varie spiaggette con antistanti spazi acquatici poco profondi. La via circumlacuale potrebbe essere realizzata a maggiore distanza dall’acqua, creando spazi attrezzati con alberature ed aiuole fiorite. Con la maggiore affluenza di turisti e bagnanti sarebbe facilitata l’apertura di bar, ristoranti ed alberghi e parchi per offrire sia zone di relax che spazi per il divertimento di giovani e anziani con il funzionamento di “balere” e “discoteche”.

Per assicurare il continuo ricambio dell’acqua superficiale del lago si potrebbe far affluire nel lago stesso la sorgente di Pagnano con il suo getto che, anche se non di grandi misure, è di acqua limpida e continua. Il “Lago di Telese”, in definitiva, potrebbe essere utilizzato ai fini balneari, ai fini sportivi ed ai fini turistici. Anche la collinetta di “Rascolagatti” con il suo bosco, in tenimento di Castelvenere, potrebbe essere ben attrezzata con altre alberature e aree da picnìc e potrebbe offrire piacevolissime soste a diretto contatto con la natura. Lo stesso dicasi per la “Selva” di San Salvatore Telesino che, con il suo vasto territorio, oltre che aree da picnìc, potrebbe offrire anche spazi da sfruttare per varie attività sportive, sia agonistiche che amatoriali.

4)-Turismo archeologico: i ruderi della cinta muraria dell’antica Telesia e la zona dell’ ”anfiteatro” nelle campagne sansalvatoresi, con un adeguato progetto e relativo finanziamento, potrebbero  far nascere un’area archeologica di rilevante importanza perché quasi certamente potrebbero affiorare molte costruzioni e molte pavimentazioni di strade dell’epoca e il tutto ci potrebbe fornire testimonianza e notizie sul modo di vivere di quei nostri antenati.

Tutto ciò, con il “giardino archeologico telesino” e con scavi effettuati a Castelvenere, ben organizzato a livello espositivo e ben reclamizzato, potrebbe favorire il flusso di molti turisti interessati all’archeologia nella nostra “Valle”.

Lo stesso dicasi per la “Rocca” di San Salvatore Telesino: era questa un’architettura militare sita su di un colle che domina l’abitato di San Salvatore Telesino e della quale restano oggi alcuni importanti ruderi. Venne costruita nel XIII secolo per volere dei Conti Sanframondo, sul colle, in una posizione strategica. A seguito del terremoto del 1349, che provocò la distruzione della vicina Telesia e la fuoriuscita di vapori solfurei, i Vescovi della diocesi sostarono per diversi anni in questa fortezza che, perciò, venne chiamata “Rocca de Episcopio” e, in questo periodo, venne costruito all’interno delle mura un palazzo poi detto Castelluccio. La pianta della “Rocca” era rettangolare con quattro torri cilindriche agli angoli. I resti sono ben visibili anche in lontananza e sono costituiti dai tronchi e dalle basi delle torri circolari. Sino ad alcuni anni fa era percorribile un cunicolo sotterraneo che univa le torri. Attualmente la “Rocca” è in stato di completo abbandono ma , con un serio impegno e con una specifica e adeguata progettazione, si potrebbe avere un interessante sito archeologico a vantaggio di moltissimi appassionati.

5)-Turismo religioso: – l’Abazia benedettina del Santo Salvatore, ai margini dell’abitato di San Salvatore Telesino, venne edificata intorno al X secolo.    Il primo abate fu  Leopoldo e, tra gli altri, -dal 1127 al 1143- vi fu l’Abate Alessandro Telesino. Nel 1908 l’Abate Giovanni vi ricevette Sant’Anselmo d’Aosta che vi si trattenne e, in questa Abazia, ultimò la scrittura dell’importantissima opera “Cur Deus homo”.   Questa Abazia, che oggi si presenta ancora in forma smagliante, con un ampio locale ben attrezzato per conferenze e riunioni culturali, conserva molte testimonianze della sua antichissima storia e  può essere visitata dagli appassionati perché sicuramente offre un’idea precisa di come ci si viveva e come si operava in quel tempo.

–  Il Santuario di Maria SS. del Roseto, posto sul Monte delle Rose che sovrasta l’abitato di Solopaca, fu edificato intorno all’ XI secolo e, fino al 1536, fu gestito da una comunità di Benedettini.   La chiesa attuale è state edificata nel 1844, dopo che i cittadini di Solopaca avevano portato in processione la statua della Madonna per chiederle di riportare la pioggia nelle campagne del paese inaridite da un lungo periodo di siccità. Un’abbondante pioggia si riversò su tutta la zona del solopachese e i paesani iniziarono subito la costruzione della chiesa del Santuario. La tradizione vuole che, annualmente, il primo lunedì del mese di Giugno la statua della Madonna SS. del Roseto viene portata in processione dal Santuario alla Chiesa Madre del Corpo di Cristo nel paese, mentre il primo lunedì di Settembre dalla chiesa in Solopaca viene riportata al Santuario. In un percorso turistico-religioso vanno anche incluse le varie chiese dei cinque paesi dell’Unione, ciascuna con la sua storia e, nello stesso percorso, potrebbe essere anche inclusa una visita a Pietrelcina e Piana Romana, luoghi natii di Padre Pio, che sono a breve distanza dai Comuni dell’unione.

6)-Settore eno-gastronomico Un altro grande progetto da ampliare, organizzare e meglio qualificare è quello “vitivinicolo”.  Nell’ ”Unione” abbiamo il comune “più vitato” che è Castelvenere con la sua particolare produzione vinicola e con le sue “Cantine al Borgo” ed abbiamo, altresì, la Cantina Sociale di Solopaca che produce vini autoctoni di ottima qualità. Questo settore potrebbe certamente essere ampliato, meglio qualificato e adeguatamente reclamizzato per far sì che ci possa essere un aumento delle vendite con l’acquisizione di importanti e grossi mercati e, conseguentemente, l’incremento di terreni -soprattutto collinari- da coltivare a vigneti, che sortirebbel’effetto della crescita di posti di lavoro. Altro settore che va ricordato e non dev’essere assolutamente trascurato è quello “ortofrutticolo”.  Moltissimi abitanti della Valle, non più giovanissimi, ricordano bene i famosi “orti” delle campagne di San Salvatore Telesino, quelli di Amorosi nella fascia di terreno compresa tra l’attuale “Via Ortale” e il fiume Calore e quelli della “Piana” di Telese, oltre a quelli di Solopaca e Castelvenere, anche se d’estensione ridotta.  Con gli orti, insieme a molti vigneti, erano presenti anche diversi frutteti. La urbanizzazione di molte zone ha fatto scomparire diversi orti, vigneti e frutteti, ma ancora oggi -con una buona organizzazione- si potrebbe adibire molto spazio, con terreno di ottima qualità, alla coltivazione degli ortaggi e all’impianto di frutteti, con una produzione che potrebbe benissimo sopperire alle esigenze degli abitanti della nostra valle.

Con una sufficiente produzione locale si otterrebbero due buoni risultati: aumenterebbe il guadagno dei produttori e diminuirebbe il costo ai consumatori. Si eliminerebbero, infatti, diversi passaggi commerciali e i prodotti passerebbero direttamente dai produttori ai consumatori.

Sono convinto che, con l’Unione dei Comuni-Città Telesina, potremmo rendere la nostra zona veramente florida sotto tutti gli aspetti, creando la possibilità di attuare progetti che sarebbero supportati da una popolazione di oltre ventimila abitanti e, quindi, di essere presi in seria considerazione dai governi regionali, nazionali ed europei. Bisogna considerare anche che tutte le manifestazioni che già si effettuano nei cinque comuni (Festa dell’Uva, Carnevale Amorosino, Sagra della Pannocchia, Sagra dello struppolo, feste patronali, etc.etc.) acquisterebbero più importanza con una più larga partecipazione di pubblico, contribuendo all’incremento dell’economia delle varie zone.

Un’altra considerazione che mi viene spontanea è la possibilità di allargare l’Unione ad altri Comuni, il che contribuirebbe maggiormente a migliorare le condizioni di vita di tutti gli abitanti dei Comuni uniti.

Puntualizzando il dato di fatto che ciascun comune partecipante resterebbe una “zona dell’unione” con la sue peculiarità e con le sue caratteristiche (nessuno dovrà mai rinnegare il passato e le sue radici), la valutazione finale è questa: “Con l’unione c’è solo da guadagnare, nulla si dovrà perdere”   Se ho commesso degli errori di valutazione o degli errori di omissione Vi chiedo umilmente di accettare le mie scuse; non sono un tecnico e vi chiedo di perdonarmi perché sono un “telesino doc” e sono un sognatore …

“Organizzare la speranza” è diventato ormai quasi uno slogan , ma per noi più che uno slogan  dev’essere un impegno. L’impegno di tutte quelle persone che non pensano esclusivamente all’interesse personale ma pensano e si adoperano per realizzare il bene di tutti!

Prima di chiudere questo mio “papiello”, con molto piacere e tanto affetto, porgo a tutti i migliori auguri di una serena e santa Pasqua!

IL  TELESINO  DOC

Angelo Leone

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