Nei giorni 25- 26 e 27 marzo 2015 si è svolta a Roma  la fase finale delle XXIII olimpiadi di filosofia. A questo importantissimo evento hanno partecipato  gli studenti che avevano superato la selezione nelle loro rispettive regioni. Erano 80 in tutto, 4 per ogni regione, sugli oltre 4000 partecipanti su tutto il territorio nazionale. A rappresentare la Campania per la prove in lingua italiana c’era lo studente del Liceo Classico Telesi@  Dimitry Arciuolo Kosholkin, della classe 3C1, che ,pur non avendo vinto, ha destato una grande ammirazione  visto la sua giovane , solo 16 anni, il più giovane tra i partecipanti alla fase finale, e la sua notevole cultura umanistica.

Abbiamo chiesto a Dimitry  di scrivere alcune impressioni su questa esperienza, che riportiamo fedelmente qui di seguito, che sono una testimonianza preziosa di quanto la scuola possa ancora fare in termini di formazione, di integrazione e di conoscenza.

Angelo Mancini

 

Souvenirs

di Dimitry Arciuolo Kosholkin

“Tre giorni nella capitale: cosa può esserci di meglio? Soprattutto quando al piacere di essersi ritrovato in una città meravigliosa, respirando la sua aria secolare, addentrandosi nelle sue vie ed ammirando le sue bellezze più nascoste, si aggiungono il piacere di aver rappresentato il proprio istituto, di aver saggiato le proprie capacità, di aver condiviso la propria sensibilità con quella degli altri. Le Olimpiadi di Filosofia sono state per me un punto di arrivo e di partenza contemporaneamente: l‘esperienza della prova, le amicizie nate durante il soggiorno, i luoghi visitati,-tutto questo mi è stato utile per conoscere meglio me stesso.

Allacciare nuovi legami è sempre bello, specialmente se c’è un qualcosa ad accomunarci. La ricerca filosofica, il culto della riflessione, una lettura più attenta e profonda dei grandi pensatori come Heidegger, immersi nella quiete della notte romana, mi hanno permesso di conoscere giovani non solo della nostra regione, ma anche di zone più lontane, con la formazione di un variegato sostrato culturale ed ideologico, ulteriore dimostrazione di come lo studio di questa antichissima scienza possa dare ottimi frutti.

Inoltre, la Città Eterna mi si è mostrata in tutto il suo splendore: dalla grazia eterea della Trinità dei Monti alle solenni geometrie del Pantheon, all’aura misticheggiante di Santa Maria della Minerva, la cui volta stellata sembra adatta per intrattenere sotto di essa una discussione su Bruno o Tommaso d’Aquino. E poi il microcosmo delle sue vie, che sembrano essere nate dai versi del Belli, la fiumana di gente, il gorgo della metropolitana … L’Urbe è capace di conquistare il visitatore anche in quei suoi aspetti che sembrano banali: tutto è come una calamita che attrae risoluta, e si può penetrare nell’animo romano solo se ci si lascia abbandonare.

Vorrei dire grazie ai professori Mancini e Sasso, alla Preside Domenica Di Sorbo ,a Tommaso, Filippo, Giovanni, Viviana, a tutti gli altri di cui ora non ricordo il nome, perché sono state loro le persone che mi hanno guidato in questo cammino, che mi sono stati vicino in quei giorni, che li hanno resi così straordinari. Vorrei ringraziare anche i miei genitori, coloro che da sempre hanno cercato di sviluppare al massimo le mie capacità ed alimentare le mie passioni. Sono infine grato a Roma, alla città che ha offerto ai miei occhi il suo splendido spettacolo e mi ha aiutato a riscoprire le radici della nostra civiltà; e alla filosofia, a ciò che più mi affascina e mi incita, a ciò che è stato il motore di questa mia avventura, a ciò che nobilita ogni uomo e lo conduce lungo i sentieri della conoscenza verso un qualcosa di inaspettato e maestoso chiamato “Verità“.

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