Nel sottoscrivere, con profonda convinzione, l’appello lanciato da Giuseppe Fappiano, rappresentante del Fronte Sannita per la difesa della Montagna, mi sia consentito di aggiungere qualche riflessione a voce alta sulle cosiddette energie rinnovabili che solo per gli impianti fotovoltaici, in questi anni, sono costate circa 70 miliardi di euro alle tasche dei cittadini del nostro Bel Paese in conseguenza di una legge voluta dal governo Prodi.
Pertanto, a quei “bravi” sindaci che hanno deciso di far devastare le montagne con le pale eoliche per ottenere risorse extratributarie voglio dire:
“State sbagliando strada”! Ognuno è libero di scegliersi l’albero a cui impiccarsi (questo vale in politica e nella vita) e però, quando si governa il destino di un’intera comunità bisogna essere più attenti e più parsimoniosi di quando si paga con la tasca propria. Per far sì che tutti possano comprendere che trattasi di una scelta sbagliata è doveroso ricordare che le cosiddette “pale eoliche” hanno scatenato un allarme sociale dall’Europa agli stati Uniti, passando per l’Italia. Non le vogliono i cosiddetti ambientalisti. E non le vogliono i zappatori. Addirittura, nelle campagne britanniche è esplosa la rivolta perché ci si è resi conto che la bilancia dell’eolico pende più sui svantaggi che sui vantaggi. Negli Stati Uniti si sta combattendo una feroce battaglia contro questi moderni mulini al vento che qualcuno vorrebbe istallare sulle coste della baia di Nantuchet, dove i vip americani amano passare le vacanze estive e che di fronte ai giganti dalle braccia ruotanti non hanno esitato ad alzare le barricate per impedire di deturpare la costa atlantica e il relativo paesaggio. Dagli Stati Uniti all’Europa il fronte contro le “pale” diventa sempre più ampio. In Germania ogni giorno nascono associazioni per chiedere al governo di mettere fine a questo enorme “business” che non incide minimamente sulla dipendenza energetica dal petrolio e dal nucleare. In Francia non si è esitato a denunciare che “… l’eolico è un colossale inganno economico ed ambientale”. E vale la pena ricordare che sempre dalla Germania è arrivata una conferma inequivocabile della “fregatura” del fotovoltaico col fallimento di una delle principali società del comparto che ha lasciato senza stipendio ben 2400 dipendenti. Il colosso nazionale Q-Cells ha portato i libri contabili in tribunale ed ha aperto la procedura d’insolvenza presso la sezione civile del tribunale di Dessau. Mi auguro che la fiaba finita male della Q-Cells faccia aprire gli occhi ai nostri ai nostri “bravi” sindaci che dopo lo scempio del Fortore intendono devastare il massiccio del Matese per … risolvere i problemi energetici del Paese e le esigenze di bilancio del proprio Comune.
A buon intenditor, poche parole!
Guardia Sanframondi 15 aprile 2017
Amedeo Ceniccola