Sono passati più di duemila anni nella cultura occidentale da quando la luce, identificata come quinto elemento dell’universo, diventa la protagonista  di 192 paesi che cercano una strada comune verso la pace, lo sviluppo e il progresso scientifico. Per l’Unesco infatti, il 2015 è l’anno internazionale della luce.

Mille anni dopo la concezione filosofica sulla luce di Aristotele, l’arabo Alhazer aprì una via scientifica con la sua ‘Ottica’ e solo un paio di secoli fa Fresnel propose la sua teoria ondulatoria della luce. Lo seguì Maxwell con le equazioni  generali sull’elettromagnetismo e poi  Einstein che incluse la luce nella relatività generale.

Ma la luce è ancor prima trascendenza. Nel messaggio biblico  la luce è l’immagine più immediata di Dio e che la luce sia vita lo dice il fatto che da essa dipende la quasi totalità della biomassa vegetale che a sua volta sostiene la base del regno animale, umanità compresa.

In ambito scientifico, dopo il recente Nobel per lo sviluppo della luce a led, il 2015 segna anche un cambio d’epoca e cioè il passaggio dall’era elettronica a quella fotonica. Viviamo immersi  tra dispositivi dalle origini ottocentesche anche quando si chiamano iPhone6. I principi del loro funzionamento rimangono analoghi a quelli intuiti da Volta nel 1801 o Thomson quando più tardi cominciò ad osservare quelle particelle  con carica elettrica negativa chiamati elettroni. Il fotone invece, nasce da un idea di Einstein solo nel 1905 e mentre l’elettronica è tuttora in espansione, l’era fotonica è appena agli albori.  Il prossimo futuro ci riserverà transistor ottici e chip a logica neurale come cervelli biologici e mentre laser, fibre ottiche e sensori ccd fanno già parte del quotidiano, l’olografia invaderà il nostro prossimo futuro con immagini realisticamente tridimensionali.

Nulla sembra essere tanto trasversale quanto impalpabile come la luce. Dagli albori dell’umanità alla lezione di Caravaggio, passando per Hollywood, la luce è bellezza, e, “La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori”. Con queste parole della Merini, che ne coglie quell’accezione più vicina al nostro intimo, sia questo 2015, quanto mai  luminoso. Non solo per la scienza, ma, per i diritti umani, per il futuro dei nostri giovani, per la neonata città telesina.

Flaviano Di Santo

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