
Nel 2015 partirà una massiccia campagna di prepensionamenti forzati, con relativa decurtazione della pensione, favorita dall’entrata in vigore delle nuove norme introdotte dal Jobs Act. Ci si libererà dei contratti stabili e a tempo indeterminato con il ricorso al pensionamento anticipato per reperire nuova manodopera inferiore di numero e con un contratto nebuloso chimericamente definito di stabilità.
“Anticipare la pensione con un trattamento inferiori a molti oggi potrebbe andare bene. Vogliamo renderlo possibile … Convinceremo l’UE che si può”, è quanto afferma Yoram Gutgeld, consigliere economico di Renzi, In una intervista al Corriere della Sera del 04/01/2015.
Si anticipa la pensione, ma si risparmia sulle mensilità e il costo del lavoro per le aziende diminuisce del 70% con i nuovi contratti a tutela utopisticamente crescente: questo è l’arido comportamento di un ragioniere, non di un politico di sinistra. Lo “zuccherino” è sempre la possibilità di nuove assunzioni, che in una situazione critica come quella che stiamo vivendo, è sempre allettante, anche se acquista l’amaro sapore di un ricatto: lavoro precario in cambio di una contrazione di diritti.
La dichiarazione di Gutgeld non fa che rimarcare quanto già successo negli ultimi giorni dell’anno appena passato. Nella notte di martedì 30 Dicembre 2014 è stato siglato un accordo separato tra la compagnia assicuratrice UnipolSai e le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL che prevede un’uscita forzata dal lavoro di 321 lavoratori in esubero, rimpiazzati da 150 neo-assunti con le nuove norme del Jobs Act. Questa vicenda è sintomatica per vari aspetti:
- coinvolge l’Unipol, una società simbolo delle cooperative rosse e delle lotte sociali;
- porta la firma dei tre maggiori sindacati italiani che solo qualche giorno prima avevano indetto uno sciopero generale contro il governo e il Jobs Act;
- getta nel cestino della storia cent’anni di battaglie sindacali.
“No ai diritti frantumati”, ha postato sulla sua pagina Facebook il segretario della CGIL Camusso. Evidentemente questo non vale in casa di “amici”, ma dopo questo “peccato mortale” come sarà possibile dire no ad altri diritti frantumati?
L’avvocato Agnelli diceva che in Italia solo i governi di sinistra possono fare una politica di destra. Non era lungimiranza, ma l’amara costatazione di una verità di fatto.
Oggi abbiamo bisogno di potenti e solidali visioni politiche; abbiamo invece dei maldestri contabili, ma la politica fatta di sole partite doppie porta inevitabilmente a successi socialmente catastrofici.
Angelo Mancini