Anche quest’anno il Presepio Storico popolare permanente presso la Chiesa Parrocchiale di San Martino Vescovo a Cerreto Sannita si arricchisce di nuove rappresentazioni e decisamente adesso è possibile affermare che si completa di luce e di storia.
Tutte le singole rappresentazioni, armoniosamente assemblate nel tutto, ci raccontano il passato vissuto, ovvero la cultura, le architetture, il folclore, i costumi, le leggende e la storia della tradizione di Cerreto Sannita.
In particolare, si ricorda la rappresentazione presepiale, già realizzata e fruibile lo scorso anno, ossia:
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la Natività, collocata nella ‘Tinta’, in cui venivano colorati, ovvero ‘tinti’, i famosi panni-lana da cui ne scaturì una ricca e fiorente produzione; a quest’ultima, si aggiungono nuove ed interessanti rappresentazioni, ossia:
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la Centralità della Chiesa, rappresentata dal Parroco ed il mendicante adagiato sulla scalinata della Chiesa Arcipretale di San Martino, ancora in costruzione;
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lo Studio del Conte Carafa, con gli antichi Stemmi, la Carta topografica del Territorio e la Tela di San Francesco;
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la Fucina del Fabbro, con gli attrezzi in miniatura, donati dal m° Federico Barbieri, che richiama quella ancora presente a Piazza Roma e gestita dal m° Michele Biondi;
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la Bottega del Ceramista, con i tipici manufatti ceramici dell’epoca, ossia albarelli, acquasantiere, brocche, piatti, porta profumi, anfore, vasi, zuppiere, giare ed altri manufatti da pompa e da parata, donati dal m° Nino ‘Il Laurentino’ e dal m° Pietro Marcuccio;
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la Cucina di una tipica Casa cerretese, realizzata in muratura con la struttura in ferro, rivestita con piastrelle decorate dal colore bianco e nero, ma era di uso comune utilizzare anche il colore bianco e blu, con il vano per la legna per alimentare la caldaia e con il vano per la carbonella per alimentare il piano cottura, con il camino regolato dalle saracinesche a muro manuali, a cui era annesso solitamente il forno a legna laterale;
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il Lavabo nell’androne dell’ingresso di un Palazzo con la tradizionale architettura e l’Edicola in ceramica realizzata sulla facciata esterna del palazzo stesso.
Si ricorda , inoltre, che gli antichi Stemmi ed in particolare quello dei Carafa di Maddaloni e dell’Università di Cerreto, con la Carta topografica del Territorio, del fu dr. Emilio Magnati, rappresentati nello Studio del Conte Carafa, sono tratti dal testo del magistrato Vincenzo Mazzacane – Memorie Storiche di Cerreto Sannita, ed invece la Tela di San Francesco che riceve il Saio da un Angelo, che nello sfondo raffigura alcuni dei monumenti più significativi di Cerreto antica, distrutta dal terremoto del 5 giugno 1688, è quella descritta dal dott. Renato Pescitelli – Palazzi, Case e Famiglie Cerretesi del XVIII sec.: la rinascita, l’urbanistica e la società di Cerreto Sannita dopo il sisma del 1688.
Questa rappresentazione presepiale permanente, dunque, ci trasporta nella storia, nella religiosità e quindi nel Natale.
Il Natale è la giornata di preghiera, riconoscente dell’immenso dono, dove S. Francesco manifesta lacrime struggenti in contemplazione, per l’intera nottata al Presepe di Greggio e S. Alfonso canta il suo amore all’Amore Infinito, scrivendo testo e musica di ‘O bella mia speranza’…’Quando nascette Ninno a Betlemme’…’Tu scendi dalle stelle’ conosciuta e cantata in tutto il mondo, tanto da far esclamare allo stesso Giuseppe Verdi: ‘ Senza questa pastorale di S. Alfonso, Natale non sarebbe più Natale’.
Natale è la giornata di gioia e S. Leone esclamava che non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita…
esulti il santo, perchè si avvicina al premio
gioisca il peccatore, perchè gli è offerto il perdono
riprenda il coraggio il pagano, perchè è chiamato alla vita.
Sant’Agostino, inoltre, ci dice che con l’Ufficio delle Letture, nella notte di Natale, come in ogni Atto Liturgico, con il Corpo mistico è presente il Capo: è Gesù Cristo che prega per noi, prega in noi, ed è pregato da noi, riconoscendo dunque in Lui le nostre voci e le Sue voci in noi.
Si ricorda, infine, che il Presepio permanente a San Martino, intensamente desiderato dal parroco don Edoardo Viscosi, della Parrocchia di San Martino Vescovo, è stato sempre realizzato con l’entusiasmo ditutti i collaboratori ed in particolare con la maestria degli architetti Lucia Calandro e Domenico Pagano e che per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi al parroco stesso oppure al sig. Luigi Nunziante.
Daniela Santagata
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