
Egregio Sindaco, apprendiamo dalla stampa e dalla Sua lettera pasquale che l’Amministrazione Comunale ha deciso di spendere ben 2 milioni e 100 mila euro per realizzare un depuratore alla contrada Pentove e il riammagliamento fognario del reti a sud del paese per captare i liquami che, ancora oggi, vengono scaricati nel fiume Calore provocando un grave danno all’ambiente ed alla salute dei cittadini.
Tale decisione che rischia di trasformare il depuratore comunale in una sorta di “pozzo di San Patrizio” dove poter gettare il denaro pubblico senza ottenere alcun beneficio per i cittadini ed il silenzio “complice” di tutti gli oppositori che animano la scena politica strapaesana ci obbliga a rivolgere pubblicamente qualche domanda a tutti gli amministratori che, negli ultimi 12 anni, si sono avvicendati alla guida della nostra comunità:
- ma quante volte bisogna costruire il depuratore in località Pentove?
- che fine ha fatto il nuovo depuratore costruito in località Pentove, costato ai guardiesi circa 2 miliardi di vecchie lire ed ultimato nell’anno 2001 grazie all’impegno profuso dal sindaco Ceniccola che, sin dall’inizio del mandato amministrativo, svolse una costante azione di stimolo nei confronti della ditta che lo stava realizzando per dare, finalmente, alla nostra comunità un valido ed efficiente impianto di depurazione?
- per quale motivo a ben 12 anni dal suo completamento non è stato ancora messo in funzione?
- che fine hanno fatto i soldi incassati per la depurazione (mai effettuata) e quando saranno rimborsati ai cittadini guardiesi?
In attesa di un cortese riscontro non possiamo non stigmatizzare che trattasi di un vero delitto contro l’umanità ed uno schiaffo alla buona amministrazione! Non solo si continua ad inquinare il territorio circostante il paese, dove si accumulano gli scarichi fognari, ma poi si va anche ad inquinare il fiume Calore che rappresenta uno dei punti di forza per uno sviluppo ordinato del Sistema-Sannio ed elemento principale per una politica attrattiva delle aree interne della Campania. Chiare, fresche e dolci acque scriveva, un tempo, Francesco Petrarca. Certamente lo scorrere dei secoli ha cambiato il colore ed il sapore delle nostre acque che, oggi, specie nel territorio guardiese sono scure e fetide grazie all’ignavia di amministratori che dopo ben 36 anni non sono ancora stati capaci di mettere in funzione l’impianto di Depurazione “immaginato” con la delibera G. M. n°189 del 21/10/1977.
Ai guardiesi di ogni colore politico l’ardua sentenza!!!
Guardia S. 01 maggio 2014
Associazione “Rinascita Guardiese”
Amedeo Ceniccola