Una delle più toccanti rappresentazioni pittoriche dell’ “Ecce homo”, quella di Antonello da Messina. Ricordo l’altrettanto commovente lettura del dipinto, fatta dal Prof. Romolo Rossi . Mi tornano in mente le sue parole, mentre spiega che in questo quadro è visibile il passaggio da un dolore fisico ad un dolore morale, dal dolore nel corpo al dolore per la perdita di un iperinvestimento nell’uomo e nell’amore per l’uomo, quello stesso uomo che lo sta mortificando, dileggiando, uccidendo e che, nonostante tutto, egli dovrebbe riscattare dai peccati. Mentre ci si stacca da una tale idea per cui si è vissuti, si sente un vuoto dis-umano dentro, poi un dolore infinito, un dolore “mentale” infinito. Solo un Dio incarnato poteva rinascerne. Solo un grande Artista poteva farci sentire,  per un attimo, con tratti semplici, misurati, dolci una breve fitta lancinante e poi la compassione.

Filomena Rita Di Mezza

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