A Cerreto Sannita non esiste  dialettica politica. La vita politico-istituzionale si è ridotta ad una saga medievale dove due personaggi, in un singolar tenzone, cercano reciprocamente di addossarsi colpe e responsabilità  che entrambi hanno.La gente sonnecchia stanca ed annoiata aspettando le prossime elezioni per cercare di “mettere a posto” qualche suo affaruccio e continuare a coltivare  il proprio orticello fregandosene di ciò che gli accade intorno. La bravura degli amministratori di Cerreto è quello di farti sentire al centro del mondo, un’isola protetta su cui nessuno potrà mai sbarcare fino a quando non verranno a chiederti il conto.

E in questo “quadretto” entrano ed escono, una volta con uno, e una volta con l’altro, personaggi  che a seconda dell’occorrenza, stanno con l’uno o con l’altro.
Il problema di Cerreto è che è un piccolissimo paese dove le storie di famiglie e di persone sono note. Sono note le fortune, le condivisioni, gli interessi garantiti, i tradimenti ora da uno ora dall’altro ma sempre legato a chi in quel momento è più forte.
E di tanto in tanto c’è chi, in modo vibrante, accusa il vecchio amico di aver prodotto danni inneggiando al nuovo di cui è temporaneamente alleato.

Leggo su Vivitelese.it, non senza stupore, l’intervento dell’attuale vice sindaco di Cerreto Sannita, arch. Lorenzo Morone il quale fa delle affermazioni al quanto opinabili circa vicende passate  relative alla mancata rinegoziazione dei mutui. Afferma, infatti, che i danni attuali sono figli di una “certa opposizione” che ha negato l’accesso alla rinegoziazione dei mutui buttando, secondo il suo pensiero, sull’orlo del fallimento Cerreto Sannita.

Si duole, il vice sindaco, anche del fatto che la minoranza in consiglio comunale, oltre che a produrre esposti alla magistratura contabile gioisce di fronte al diniego anche della Corte dei Conti regionale nel far concedere ulteriori prestiti così detto “salva enti”. E’ questa è al prova che bene si fece all’epoca di non dare la possibilità di rinegoziare i mutui poiché si sarebbe accumulato, sul già gravoso debito, anche ulteriori debiti per oltre tre milioni di euro di interessi.

E su questo bisogna fare chiarezza poichè in quel consiglio comunale (di cui il vice sindaco, evidentemente, non ha contezza) eravamo presenti anche noi di “da sempre per Cerreto” e possiamo spiegare i fatti come andarono e del perchè della nostra opposizione a quel piano scellerato a cui si accodò anche una parte della maggioranza fuoriuscita per dissapori con Santagata.

Rimando il lettore in coda a questo mio intervento  il nostro comunicato stampa.

I debiti di cui si parla sono il frutto di una politica scellerata che dal 2004 in poi è stata nella  mani di due personaggi e dei loro alleati che siedono da parecchi lustri sugli scanni di Palazzo Sant’Antonio.
I debiti di che trattasi li hanno fatti loro per una incapacità politica di base costringendo i cittadini a pagare tasse alle massime aliquote, ad avere servizi (pagati totalmente dai cittadini) ai  massimi importi senza una seria programmazione di rientro economico e di sollevare un attimo la popolazione dalle esose tasse.
Lo so, forse ho usato una parola grossa a usare “programmazione” anche se l’architetto Morone sciorina una serie di interventi, progetti e finanziamenti ottenuti che sembra quasi che Cerreto sia il paese di Bengodi (ma se ci sono tanti soldi, perchè lamentarsi?)
Un esempio su tutti:  impianto fotovoltaico sui tetti della ex Pretura, finanziamento di 846.000 euro.

L’amministrazione comunale se ne fa vanto ma omette di dire che lo stabile dell’ex Pretura  è uno degli immobili posti in vendita dall’amministrazione già da un paio di anni.
Finanziamenti per la Cerreto Mediavale?  Una delle priorità di questa amministrazione è stata quella degli scavi della Cerreto Vecchia. Pochi ruderi fin’ora ben conservati per 300 anni dalla natura e “portati alla luce” su cui, pare, sia stato recuperato un finanziamento di 1.800.000 euro. Sulle condizioni dei ruderi ne riparleremo tra una decina di anni mentre ora possiamo affermare che mentre si porta alla luce la Cerreto Vecchia  si affonda la Cerreto Nuova. Rubinetti dell’acqua da cui sgorga acqua torbida e puzzolente, spesso inquinata,  contrade  con acqua razionata, strade disastrate, attività economiche che migrano in altri paesi, creazione di posti di lavoro uguale a zero, emergenze ambientali, dissesto idro-geologico e chi più ne ha più ne metta.

E sarebbero decine  e decine le questioni da evidenziare che non basterebbero centinaia di pagine per elencarle tutte.

Ma una cosa è certa: la Corte dei Conti Regionale nell’analisi del bilancio di previsione del 2012 del comune di Cerreto Sannita disegna un quadro con tratti inequivocabili di un bilancio con gravi irregolarità. Nelle conclusioni:” Il  risultato di amministrazione e, conseguentemente, il saldo complessivo de finanziare, non risultano correttamente quantificati, come dimostrato dalle gravi irregolarità riscontrate nell’accertamento dei residui attivi. Ciò, unitamente ad altri fenomeni gestionali (cronica crisi di liquidità non adeguatamente monitorata, anticipazioni di tesoreria non restituita  a fine esercizio, necessita di ricostruire le entrate a destinazione specifica, elevato ammontare di debiti fuori bilancio e incertezza nella quantificazione delle passività potenziali) incidono fortemente sulla veridicità ed attendibilità della situazione debitoria dell’ente.”

Sarebbe inutile commentare!Chi approva con il suo voto un bilancio che non è espressione chiara della situazione economica reale  diventa di fatto corresponsabile di tutto ciò che in quel bilancio è contenuto sia debiti, più o meno occultati, che crediti.

Metafora per metafora:”un orafo onesto non comprerebbe mai dell’oro di dubbia provenienza poiché rischierebbe di diventare egli stesso ricettatore”.  Quindi non si dolga il vice sindaco Morone poiché quando ha votato a favore di quel bilancio si è fatto carico di tutto ciò che quel bilancio rappresenta.

Ed i cerretesi? I cerretesi, con questa amministrazione pensavano di mangiare “trippa” ed invece mangeranno solo una frittatatina al sugo. Finta trippa all’uso di Cerreto!

Giuseppe Fappiano – Cerreto Sannita

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Il testo del comunicato stampa:

Gruppo consiliare Da sempre per Cerreto
Rinegoziazione dei mutui, approvata la proposta della minoranza. Ma il sindaco e i 5 consiglieri del suo gruppo abbandonano l’aula e fanno mancare il numero legale al momento dell’immediata esecutività  della proposta.

Si dicono patrioti del risparmio. Talmente patrioti che con la rinegoziazione di 64 mutui volevano indebitarci di circa 3.000.000 di euro per i prossimi 30 anni. Ciò avrebbe significato infliggere a Cerreto un’ulteriore pena per quasi mezzo secolo. Crediamo che Cerreto, già fin troppo umiliata, non meritasse nuove mortificazioni. Che avrebbero pagato i nostri figli, i nostri nipoti, coloro i quali un domani si troverebbero a vivere con un ancora più grosso grasso debito sulle spalle. Di gran lunga più gravoso della situazione attuale che vede le casse comunali ai limiti del collasso.

Insomma, così  come l’altra volta, la proposta del sindaco era impresentabile. Per senso di responsabilità (non quella blaterata e a chiacchiere, ma quella di chi ha veramente a cuore gli interessi dei cerretesi) abbiamo deciso di formulare una proposta che tenesse insieme l’esigenza di cassa per l’anno 2011 e il futuro dei cerretesi, con una riduzione annua di circa 65.000 euro e un maggiore costo nei 30 anni di circa 500.000 euro. Un gran bel risparmio rispetto ai 3.000.000 e più di euro che il sindaco voleva rifilarci e far pagare a tutta la cittadinanza. A cori alterni (forse perché non si erano messi d’accordo nemmeno tra di loro), c’è stato dapprima risposto che si poteva discutere di proposte alternative sulla tematica, per poi rimangiarsi quanto affermato pochi minuti prima, ponendo un aut aut: o si votava la loro dannosa proposta (che il Consiglio aveva già bocciato 15 giorni fa) oppure niente.

Il gruppo dei “Leali”, aggiungendo anche degli indirizzi utili al risparmio per la stesura del prossimo Bilancio, ha reputato accettabile e condivisibile la nostra idea, votando a favore. Quindi la nostra proposta è passata e si può dire che avremmo preso due piccioni con una fava: da un lato impedivamo una sciagurata rinegoziazione che avrebbe ipotecato letteralmente anche le ultime speranze per il futuro di Cerreto, dall’altro davamo un po’ di ossigeno alle martoriate casse comunali senza indebitare i cerretesi. Per tutta risposta a quella che è stata una scelta di buon senso ed opportuna per Cerreto, invece, il sindaco e i 5 consiglieri del suo gruppo (chi durante, chi dopo la votazione) hanno ben pensato di non confrontarsi in aula con la votazione, ma di abbandonare l’aula, facendo mancare il numero legale e non permettendoci di votare per l’immediata esecutività. Mostrando palesemente, ancora una volta, che alto senso delle istituzioni e che grado di irresponsabilità hanno coloro ci stanno amministrando. A riprova che parlano di responsabilità. Ma, probabilmente, non sanno neanche dove sta di casa.

GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA “DA SEMPRE PER CERRETO”
(i consiglieri comunali Roberto Stanziano, Sebastiano Ricci, Rocco Corvaglia,
Giovanni Pio Marenna e Giuseppe Fappiano)

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