Ci sarà anche a Telese Terme  la commemorazione del 4 Novembre, festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, giornata in cui venne firmato l’armistizio che pose fine, per l’Italia alla 1° guerra mondiale, completando il ciclo delle campagna nazionali per l’Unità Nazionale, così come avviene in tutta Italia con cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle Istituzioni. E’ importante, in questo momento di grande decadimento e disgregazione, come quello che si sta vivendo a livello nazionale ed  internazionale, “ esaltare i valori dell’unità, della pace, della difesa delle istituzioni democratiche e ricordare e onorare i caduti in guerra per la difesa della patria e per la civile convivenza internazionale, cercando di trasmettere ed inculcare alle giovani generazioni la memoria del ricordo”. Come negli anni passati, sarà celebrata una santa Messa e poi depositata una corona d’alloro presso il monumento ai caduti nei giardinetti dell’Istituto Comprensivo, con la partecipazione delle autorità militari, civili, della scuola e dei cittadini. Per l’occasione l’Istituto Comprensivo Statale Telese-Solopaca si prepara a partecipare con le Classi V (quinte) per essere vicini ai combattenti e reduci e per omaggiare la memoria storica dell’importante manifestazione. A guida dei Docenti che hanno preparato in questi giorni i ragazzi per arrivare all’appuntamento con la giusta conoscenza del momento che vivranno presenteranno al Monumento dei caduti ,  un laboratorio estemporaneo di  “prosa – lirica – e riflessioni” suggestive scaturite da momenti emozionali dei bambini. Le emozioni che i bambini sono capaci di trasmettere con tanta bellezza e con la capacità di coinvolgere grandi e piccini. La coreografia che hanno voluto scegliere, i bambini stessi , impegnati nel laboratorio musicale rappresenta il voler dare  merito e rilievo al  ricordo di tutti i caduti di ieri e di oggi , presenteranno l’Inno di Mameli nelle 5 strofe accompagnati dalle tammorre  suonate, vibrate, battute da alcuni alunni. Dobbiamo alla citta di Genova il canto degli italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli scritto nell’autunno del 1847 dall’allora ventenne  studente e  patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro , Il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l’Austria. L’immediatezza dei versi e l’impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell’unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi nel suo inno alle nazioni del 1862, affidò proprio al canto degli italiani- e non alla marcia reale- il compito di simboleggiare la nostra patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. Fu quasi naturale, dunque che il 12 ottobre 1946 l’Inno di Mameli divenisse l’inno nazionale della Repubblica Italiana. La coreografia si arricchisce di 5 giovani italiani in tuniche people-romane che stanno a rappresentare l’Italia nei 5 continenti. Il sipario e il contesto naturale ci lascia correre con l’immaginazione che viene subito riportata alla realtà del momento e della giornata con la chiusura che ci viene offerta dal coro polifonico di circa 75 voci bianche che si cimenteranno nella difficile, sublime sentita esibizione ed esecuzione tratta dal II atto opera lirica Nabucco di Giuseppe Verdi , un omaggio al Bicentenario della nascita dell’autore.  Nabucco nacque sotto una stella favorevole- Nonostante tra il 1838 e il 1840 la vita privata di Verdi era stata straziata dalla morte dei suoi due figli e di sua moglie- giacchè anche tutto ciò che poteva riuscire a male contribuì invece in senso favorevole. La stella gialla ebraica di pannolencio  appuntata sul petto a sinistra sta a rappresentare e commemorare la strage di tanti  innocenti e vittime della guerra. Pace, amore solidarietà il messaggio da portare a tutti e da condividere nelle note del canto dei canti che chiuderà l’esibizione: “Va pensiero”. L’aria più famosa del Nabucco. Il popolo ebreo infatti era così simile a quello Lombardo -Veneto costretto a sopportare la dominazione austriaca, e il canto per la libertà della schiavitù in Babilonia era il canto degli italiani oppressi. Verdi era un vero e proprio punto di riferimento per i patrioti italiani che suggerirono che “và pensiero sull’ali dorate” avrebbe potuto diventare l’inno nazionale. Il 4 Novembre è un giorno importante per la storia d’Italia. Conclusasi sul campo con la vittoria offensiva di Vittorio Veneto. Una vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell’unità del popolo italiano, I nostri bambini i nostri figli ci inviteranno ad essere presenti e partecipi per comprendere questa  “amara poesia”, una bella poesia di “amore e di guerra”, pensando ad una “donna ideale e alla libertà pura”, quella libertà che passò per un evento sanguinoso, che costò la vita a 689.000 italiani mentre 1.050.000 furono i mutilati e i feriti, cifre che devono farci riflettere, numeri da ricordare. Vi lasciamo con uno scritto significativo dell’alunna di IV B Popolizio Giorgia dell’Istituto Comprensivo che così descrive la Giornata: “Il 4 novembre è stata l’unica festa nazionale che, istituita nel 1919 (MCMXIX), abbia attraversato le età dell’Italia liberale. Fino al 1977 (MCMLXXVII) è stata una giornata festiva a tutti gli effetti. Da quell’anno in poi, a causa di una riforma del calendario delle festività nazionali introdotta per ragioni economiche, con lo scopo di aumentare il numero di giornate lavorative, è stata resa “festa mobile” che cadeva nella prima domenica di novembre. In occasione del 4 novembre e dei giorni immediatamente precedenti, le più alte cariche dello Stato, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con ministri, onorevoli, deputati e senatori, rendono omaggio al Milite Ignoto la cui salma riposa presso l’altare della Patria a Roma. E si recano in visita al Sacrario di Re di Puglia dove sono custodite le salme di circa 100.000 soldati della guerra mondiale 15-18, primo grande conflitto mondiale tra l’Esercito Italiano ed Austro –Ungarico. Le celebrazioni più importanti si tengono a Trieste e Trento e poi Roma in occasione della giornata delle forze armate, inoltre è prassi che il Capo dello Stato e il Ministro della Difesa inviino all’Esercito Italiano un messaggio di auguri e di riconoscenza a nome del paese. Durante la festa delle forze armate fino a qualche anno fa è stata pratica diffusa quella di aprire al pubblico le caserme per favorire l’incontro fra militari e civili. Spesso venivano organizzate esposizioni di armi e mostre riguardanti in particolare la prima guerra mondiale all’interno delle caserme. Nelle principali città italiane e paesi e anche nella nostra cittadina di Telese si tengono nelle piazze presso i Monumenti I Caduti celebrazioni con la partecipazione militare, civile e scolastica per onorare la memoria. Recentemente sotto l’impulso di una attenzione ai simboli del nostro tricolore, la giornata delle forze armate è tornata a celebrazioni più estese e partecipate, soprattutto da bambini e ragazzi, ai quali l’adito deve testimoniare e trasmettere sentimenti di grande affetto per il “Suolo Natio”: la patria”.

Maria Angela Ferrara

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