Se cambiare le regole cambiando le stesse regole per cambiare è da sempre il motivo dominante del berlusconismo, a San Salvatore Telesino le regole non si cambiano ma addirittura si scavalcano.  Ho sempre pensato che i piccoli Comuni fossero una ricchezza per il nostro Paese, come ho sempre pensato che fossero  palestra di democrazia e partecipazione, l’unico momento di vicinanza della politica ai cittadini, in un quadro politico e amministrativo sempre più ripiegato su se stesso e lontano dai problemi reali della gente. Forse mi sono sbagliato.  Mi sono accorto di sbagliare lo scorso 11 settembre, quando preso dalla vergogna mi sono allontanato dalla seduta consiliare che ero andato ad assistere.
Tranquilli, non sono andato via per i toni accesi e le sterili polemiche che sono scaturite poi in attacchi personali fra i consiglieri ma semplicemente perché non credo più a chi mi parla di democrazia senza poi applicarla. La democrazia, non è solo questa parola che abbiamo studiato in storia quando ci parlavano dell’antica Grecia. La democrazia va declinata nel quotidiano.  Sono andato via, perché come cittadino mi sentivo inadeguato.   Avete presente quel quadro di Munch dal titolo l’urlo? Bene, sono uscito da quell’aula con la stessa identica espressione.  La politica (se proprio dobbiamo la chiamiamo così, anche se in questo caso mi sembra di sminuirla davvero troppo) è l’urlo della vita, ma al contempo l’urlo non fa la politica.
La politica ha il compito di captare quell’urlo, segnale forte di un disagio che va superato e non di urlare più forte, per sovrastare e dimenticare dunque quell’urlo che proviene dai cittadini.
Con ciò non voglio dire che deve esistere una sorta di fair play tra i candidati (i consiglieri) delle due liste, ma almeno la consapevolezza che non possiamo permetterci il lusso di  dividere la comunità in due fazioni guerreggianti quella si. Le bagarre personali, la caccia all’uomo, il barricarsi dietro risposte improprie e totalitarie non ha nulla a che vedere con la politica e l’impegno civile.
Forse è arrivato il momento che si torni sui banchi di scuola a imparare “La buona politica”. Sindaci, assessori, consiglieri comunali, giusto per riscoprire per un giorno, solo per un giorno l’opportunità di apprendere buone notizie, conoscere progetti concreti (non i soliti programmi prestampati/riciclati)  a favore dell’ambiente, acquisire dati, informazioni e strumenti per replicare esperienze vincenti sperimentate già altrove. Potrebbe essere un buon viatico qual’ora si volesse tentare di ricostruire una comunità inclusiva e non “esclusiva”.
Tornare sui banchi per re imparare  ad essere prima di tutto cittadini e sindaci di noi stessi.
Prima delle questioni personali abbiamo da discutere le questioni spinose del nostro comune, come ad esempio il bisogno urgente di un piano energetico comunale provando a fare prima una fotografia, edificio per edificio, di quanto si consuma per riscaldare/rinfrescare e illuminare una scuola, un asilo, un impianto sportivo, una biblioteca E da qui partire con interventi di riqualificazione energetica (nuove caldaie, infissi, cappotti esterni, maggiore coibentazione, fotovoltaico, solare), interventi che hanno consentito in alcuni casi di tagliare la bolletta energetica del 50, 70%. Abbiamo bisogno di sapere come verrà superato il passaggio transitorio della gestione dei rifiuti (si potrebbe prendere in esame la proposta di Legambiente: chi inquina paga -calcolando ovviamente il reale quantitativo di rifiuti indifferenziati-, mentre chi produce meno rifiuti tramite anche il compostaggio domestico potrà usufruire di sconti ridiscutendo la TARES)  abbiamo bisogno di sapere quale sia questa nuova trasparenza tanto proclamata e dove si possono notare i miglioramenti nella gestione del personale comunale. (ES: per redigere un documento ISEE nell’ufficio del CAF comunale ci sono persone che sono venute addirittura 6 volte trovando la porta irrimediabilmente chiusa).
Se le urla sovrastano il fare quello che rimarrà, sarà solo un udito malconcio.
Da cittadino, gradirei che consigli comunali con tali dinamiche non si verificassero più e gradirei che le questioni personali e le parole offensive rimanghino fuori dal luogo in cui si rappresentano tutti i cittadini di San Salvatore Telesino.  Bisogna essere capaci di guardare le difficoltà che i cittadini affrontano ogni giorno, ricostruire un cuore alla nostra comunità. Un cuore che sia capace di tutelare, recuperare e amare la propria Terra. “Mi interessa molto il futuro: perché lì che passerò il resto della mia vita”. (Groucho Marx)

Michele Palmieri

 

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