
Cari amici di Vivitelese approfitto della vostra gradita ospitalità per parlarvi, per l’ennesima e spero ultima volta, di uno stucchevole argomento già trattato, con voi, molto tempo addietro: la Pro-Loco di Telese. Sono note che mi vengono imposte dalla necessità di fornire elementi di chiarezza richiesti da alcuni amici, che citerò più avanti, e da alcuni interventi apparsi sulla stampa e su alcuni siti web (vedi anche micheleselvaggio.it). Questa volta vorrei narrarvi la sequenza di eventi che si sono succeduti negli ultimi due anni per quello che mi è dato sapere. Cercherò di ridurre al minimo commenti ed attenermi al mero racconto dei fatti. Partirei dall’intervento, a pochi giorni dall’insediamento, di Papa Bergoglio, che definiva il ‘politicamente corretto’ solo un esercizio di ipocrisia usato per coprire ciò che si pensa veramente. Mi risulterà facile essendo per indole, cultura e lavoro costretto a dire (spesso) la verità. Come già riportato, anche su queste pagine, qualche tempo addietro, con un gruppo folto di Amici osservavamo la nostra associazione languire senza alcuna iniziativa. In verità le ultime elezioni politiche a Telese, oltre ad aver lasciato divise e rancorose le fazioni e, con loro, gran parte della popolazione, avevano visto concorrere allo scranno di consigliere comunale, il presidente allora in carica. Ciò aveva, inevitabilmente, creato una discrepanza tra Amministrazione nuova e Direttivo, espressione in larga parte della precedente. Non sorprenda, i direttivi delle Pro-Loco sono nella stragrande maggioranza espressione delle Amministrazioni in carica, che vi propongono Persone che si vogliono impegnare o hanno interessi diretti in manifestazioni e organizzazioni sociali, sportive e religiose. È un ente para-comunale che agisce nell’interesse della Comunità condividendo la ‘visione’, ‘ a favore del luogo’ di chi amministra. Le ultime elezioni a Telese non sono state elezioni semplici. La Storia giudicherà quel tempo, che, però, di certo ci ha lasciato Amministratori, candidati, gruppi familiari e lobby lacerate tra di loro in un momento di grande confusione economica e sociale. Perché ricordare questo contesto nel nostro caso specifico? Perché tra insediamento, apprendistato, crisi sociale ed economica i neo Amministratori accantonarono il ‘problema Pro-Loco’. Così questa associazione stette ferma per ben due anni probabilmente perdendo anche eventuali finanziamenti. Per un Paese a vocazione parzialmente turistica, allo scrivente ed ai suoi amici, questa cosa sembrava inspiegabile. Nel frattempo le iniziative culturali, le manifestazioni sociali e sportive sopravvivevano, anzi si proponevano sempre più prestigiosamente, sulla spinta di validi Privati. Ma dicevamo, occupando tutti ruoli sociali diversi, ed uniformandoci nell’amore e nelle speranza di un futuro migliore per il nostro Comune, ci ponemmo delle domande. Seguirono delle proposte decisamente presuntuose e ambiziose. Nello stesso periodo sulla spinta del Consiglio uscente, si provvide ad un nuovo tesseramento. Risultarono iscritti 252 soci. A quel punto, invece di procedere alle elezioni, si bloccò tutto. Chi le bloccò e perché non mi sembrò importante allora e neanche adesso, ma poi comunque, si capirà nella logica e temporalità dei fatti successivi. Presi la decisione, sempre confortato da un numeroso gruppo di amici, di andare dal Sindaco. Nel corso del colloquio illustrai il programma che avevamo preparato, ripeto ambizioso e presuntuoso, e la possibilità di ‘sganciare’ l’Ente da logiche spartitorie e trasformarlo in un ente propositivo e ideativo. Soprattutto proposi di evitare di formarlo con Soggetti che potessero essere rappresentativi di gruppi o lobby per fugare conflitti di interessi o interessi e basta. La risposta, molto diplomatica, fu che ci sarebbe stato bisogno di un giro di consultazioni con gli altri Consiglieri per una decisione condivisa. Nessuno fece nomi per questo progetto e mai , né allora né dopo, il mio nome figurava per la presidenza. Nei giorni successivi mi incontrai con il vice-sindaco e con il presidente del consiglio comunale ai quali riproposi le idee ed i programmi già espressi in precedenza e poi, in sunto, riportati anche su questo Sito. Seguì un prolungato rumoroso silenzio istituzionale. (Wilde avrebbe scritto che uomini che desiderano essere diversi da cio’ che sono, riescono invariabilmente ad essere cio’ che vogliono essere. E’ la loro punizione: coloro che vogliono una maschera, devono indossarla). In privato mi venivano riproposte sempre le stesse domande, non già sui progetti, questo mai, ma su chi rappresentassi, a che gruppo politico potessi essere riferimento, che ambizioni potessi avere per essere rappresentante di un gruppo di cittadini. Ne seguì che le adesioni furono congelate, tra 252 cittadini-soci nessun nome sembrò idoneo al rilancio dell’Ente. La Pro-loco ebbe un altro anno di sosta. Ciò permise, tecnicamente, la ‘decadenza’ del tesseramento e la sua nullità. Nel frattempo furono ‘congelate’ anche le dimissioni dell’allora Presidente, che comunque organizzò la tombolata di fine anno. Infatti solo qualche mese dopo la certezza che il precedente tesseramento fosse invalidato, si è provveduto a formalizzare le dimissioni del precedente direttivo. Nel frattempo in seno al Consiglio Comunale vi erano state delle defezioni di maggioranza con relativo passaggio rumoroso all’opposizione di un ex sindaco. E siamo a questi ultimi mesi. Consultazioni, incontri, contatti. Finalmente il Sindaco ed i consiglieri indicano due nomi. Ma soprattutto, nonostante la stagione turistica oramai avviata e nonostante fossimo a luglio avanzato, si commissaria l’Ente. Il commissariamento prevede che le decisioni avvengano a livello provinciale. Infatti si nomina come commissario (mi si consenta una curiosità, da socio, ma la contabilità precedente, i registri, le 252 tessere ecc ecc chi le ha rendicontate?) il presidente provinciale dell’UNPLI. Questi immediatamente pubblica un regolamento di iscrizione e voto (modificato dopo appena due giorni e ripubblicato… ma succede nella fretta) e, una questione che dura da anni, si risolve in quindici frettolosi giorni di metà luglio. Il candidato Presidente, che negli stessi giorni cerca i candidati per formare la lista, ha la cortesia anche di contattarmi e di contattare diverse Persone che avevano condiviso la mia primordiale idea. Il colloquio è franco e le rispettive visioni dell’Ente e dell’idea di Paese restano diametralmente opposte sia con me che con gli Altri. Si badi bene il Sig. Grimaldi è persona, per storia personale, degnissima, onesta e bravo organizzatore. Ciò che contestavamo era il metodo, tipicamente da (si può dire?) vecchia politica, della calata dell’Uomo della Provvidenza dall’alto, non già gli uomini. Gli eletti, poi, sono persone di alto profilo professionale ed umano. Non vi è stata alcuna discussione, alcuna visione critica di progetti, alcuna coscienza di conflitti di interesse, alcuna visione di proposizione per il rinnovo di un morente Paese. La visione che abbiamo propugnato è non già di ‘città telesina’, ma di ‘Telese Capitale’, che è cosa ben diversa. Le modalità di iscrizione, il citato regolamento, le ore convulse fino alle elezioni e le stesse votazioni sono argomento talmente noto, anche a chi in Paese è ancora solo una ecografia, da sembrare stucchevole ed inutile riproporle. Ripeto la mia persona non è stata mai, ripeto mai, candidata ad alcun ruolo, è stata, invece, l’ispiratrice unica di un programma, l’anima aggregante dei diciotto nominativi, il propositore del candidato presidente donna, e l’aggregatore di 230 tessere singole, nessuna ripetuta in nucleo familiare, libere e propositive e mai coinvolte nell’organizzazione di eventi già in essere. Il tesseramento, alla fine, si è concluso con 833 tessere e la votazione su lista unica ha superato di poco la metà degli iscritti con massiccio uso delle deleghe. A nostro modesto parere ciò non è indice di una partecipazione propositiva collettiva, ma indice di un malessere sociale (su così parva materia, poi) manifesto e capace di far perdere finanche l’occasione minima di riaggregare le divisioni di cui abbiamo parlato in seno alla società telesina. Il giorno della votazione si è decisi di disertare il voto e le motivazioni, coerentemente, sono state depositate agli atti della seduta. In verità avevamo chiesto anche i verbali, ma nessuno ci ha risposto finora. Altri Soci potranno rivolgersi alla magistratura, agli organi superiori della UNPLI, all’opinione pubblica ed alla stessa politica comunale, se lo riterranno utile e provato, per chiedere l’invalidazione delle votazioni. Io credo, a nome dei soci citati, che, a parte coloro che hanno vissuto partecipi questa fase, all’opinione pubblica generale sembrerebbe a distanza di tanto tempo solo rancore, ed il rancore è arte per mediocri. La coerenza impone che il tempo per queste diatribe andrebbe solo a discapito della cittadinanza, per uno stravolgimento delle regole non può farsi accettare una ulteriore paralisi. È, piuttosto, tempo di normalità, non di proclami, tempo di pazienza, non di protagonismi, tempo di menti lucide e serene che guardano lontano. Questo ci saremmo aspettati da chi si è proposto al potere, questo continua ad aspettare gran parte del Paese.
Perdonatemi lo spazio che vi ho richiesto. L’argomento non appassiona. Ma questo è anche il Paese di cui, nella libertà di opinione, noi abbiamo e difendiamo una visione ed una progettualità diversa ed ambiziosa. Abbiamo perso consci di rappresentare una minoranza d’opinione. Pensavamo che si potesse partire dalle piccole realtà per sconfiggere i palesi conflitti d’interesse, le ambizioni personali senza visioni comuni, una mentalità diffusa e diffidente del non partecipare, un mettere il cappello furbescamente sui sacrifici di singoli. Abbiamo partecipato convinti che il confronto con regole certe è il viatico dell’onestà, e ci conforta sapere che nella nostra lingua questa, e la parola dignità, non sono declinabili al plurale.
Michele Selvaggio
Le Pro-Loco sono Associazioni private privilegiate. I privilegi derivano dal fatto che esse godono, tra l’altro, di sostegno economico pubblico. Le iniziative di promozione turistica, sociale, culturale o sportiva sono infatti sostenute soprattutto da contributi pubblici. Sembra superfluo, ma è utile sottolineare che pubblico=politico. Tradizionalmente, infatti, gli Organi delle Pro-Loco sono politicamente vicini alle Amministrazioni comunali di maggioranza. La inutile “cerimonia” delle elezioni, secondo me, potrebbe essere sostituita dalla nomina degli Organi direttivi da parte del Consiglio Comunale, e dalla trasformazione delle Pro-Loco in “Enti partecipati”. Quanto al caso di Telese Terme, premetto che l’organo direttivo attuale è composto da persone sicuramente capaci, oneste e preparate; ma, se dovessimo attenerci allo Statuto pubblicato dall’UNPLI, eleggibili e votanti dovevano essere iscritti da almeno 30 giorni, ed un chiarimento in merito sarebbe davvero auspicabile; tuttavia, credo che l’annullamento delle elezioni porterebbe solo ad una inutile perdita di tempo, e Telese ha bisogno di una Pro-Loco che lavori ed inizi subito a programmare le proprie iniziative future.