Ancora una esperienza unica, da incorniciare perché maturata nella giovinezza nonostante le otto candeline La giovinezza è l’età della strutturazione. Un’età nella quale si scopre e si delinea l’identità personale: cosa mi piace o cosa so fare; cosa penso e a chi penso; come mi sento e a chi “sento”. Il corpo la mente e lo spirito prendono una forma. Grazie alla maturazione dei rapporti di amicizia con persone simili e differenti da noi, in particolare per il genere sessuale durante l’età giovanile, ci si misura con se stessi. Chi sei tu? Chi sono io? Il Memorial pian piano ci ha offerto un altro dono: ci ha provocati per la giovinezza che è anche l’età nella quale si fanno scelte che offrono un primo fondamentale orientamento all’esistenza. Quindi variegati contributi educativi, pervenendo alla consapevolezza delle proprie risorse, per implicarle ed impiegarle creativamente. Si esperisce e si conosce anche il limite, che in qualche modo ci definisce. Alla fase giovanile succede, si spera, lo stadio adulto. Questo è il tempo per eccellenza dell’assunzione di  responsabilità, della generazione, della progettazione e delle sue realizzazioni. In questo periodo l’instabilità diviene  “stabile”. E’ il preludio all’anzianità caratterizzata dalla saggezza, che si fissa definitivamente e diviene oltremodo feconda nel tempo della vecchiaia così scorrono gli anni, e la vita. Giovani ….. vecchi. Quale continuità tra queste fasi?? E’ quello che ha offerto l’VIII ed. del Memorial Alterio. Una immagine di una vita armonica, bella, in tutte le sue stagioni. E’ commovente il richiamo al turismo emozionale dove folle di persone si ritrovano per celebrare divertendosi, per ascoltare, condividere crescere insieme.  E si divertono. Perché sono giovani si dirà, come se il  “divertimento” fosse un attributo della giovinezza. Dissento. Se fosse così, la nostra società non piangerebbe i tanti morti del sabato sera, o non sarebbe costretta ad aggiornare continuamente e tristemente i dati statistici relativi al consumo di alcool e droghe da parte di minori, che cercano il divertimento ma non lo trovano. Abbiamo visto “il divertimento” , giovani, adolescenti, “vecchi” rallegrarsi insieme. Abbiamo visto uomini, donne, famiglie, figli. Un elogio all’anzianità: perché hanno a cuore i più piccoli e si impegnano per farli divenire grandi, liberi e forti. Come fanno tanti genitori nonni, bisnonni. Assolvono il compito di un intera esistenza, amare. Ecco perché anche le innovazioni al contenitore già funzionante, hanno dato il “là” ad un’estate entusiasmante: La Fiaccolata con la testimonianza di Ania , il movimento calcetti stico che molti ci invidiano e i tornei, i concorsi che hanno portato a Telese vari produttori dello spettacolo, e la realtà vincente espressa dalla cultura con le aperture serali di Spizzichi d’Autore, gli Abbracci Gratis e i premi People First, tanto da aggiungere un tassello indelebile nella storia della Valle Telesina ed anche provinciale. Da oggi giovani, moltissimi giovani e … “meno giovani” simbolicamente rappresenteranno l’incontro di generazioni con un desiderio prioritario: amare. E questo grazie a tutti ed in particolare a chi ci è stato vicino e ci ha sostenuti … peccato a chi non ci ha creduto ha perso un’altra occasione storica …. Dettata dal grande pieno di solidarietà, anzi, la Rivoluzione della Solidarietà con Acqua-Ba il progetto dei pozzi nel Ghana dal 2010 ad oggi 6 pozzi completati in procinto di avviare il settimo.  Dicevamo:

La Rivoluzione della Solidarietà , dove ognuno crede di doversi occupare di se stesso. Un Bene Annunciato, Raccolto e Donato circa 2000 euro x Acqua-Ba..

Il concetto di solidarietà, nell’immaginario collettivo, è associato prevalentemente a gesti dal valore etico-sociale per decenni, la dimensione della solidarietà ha accompagnato le lotte del mondo del lavoro. Nel tempo attuale però, di fronte al dilagare di certi fenomeni che riguardano sia l’individuo che la collettività, il tema della solidarietà sta entrando prepotentemente anche nell’ambito della psicologia. Oggi infatti, stiamo vivendo un delicato passaggio epocale; nel grande scenario di un mondo globalizzato, la vita dell’uomo sta assumendo sempre di più una dimensione individuale: ognuno crede di doversi occupare solo di sè stesso , un’attitudine esistenziale dove “all’io” manca la concezione del “noi” e che favorisce lo sviluppo di un atteggiamento narcisistico, come autentico comportamento sociale. E’ un aspetto pervasivo, che sta assumendo quasi le caratteristiche di una mutazione antropologica; esistono oggi contesti sociali, attitudini e stereotipi culturali, mode e sistemi di comunicazioni che favoriscono lo sviluppo del narcisismo sia come uno stile di vita individuale, sia come una visione del mondo che sacrifica l’ambiente naturale al profitto e al potere. Questa somiglianza tra aspetti individuali e collettivi, rende difficile distinguere gli aspetti che indicano un disturbo di personalità, dagli adattamenti culturali delle persone allo “spirito” del tempo che vuole affermarsi come criterio di verità. Di fatto, questo atteggiamento priva la persona della capacità di instaurare relazioni autentiche e profonde con l’altro, spinge verso l’indifferenza nei confronti della sofferenza altrui o in direzione di un apparente ed ipocrita altruismo di facciata. Il recupero della “solidarietà come sentimento” mediante la riscoperta del tu , dovrà essere la vera rivoluzione del terzo millennio che marcia in direzione di un rinnovato umanesimo. Grazie a tutti e ci congediamo rimandando l’appuntamento alla prossima edizione e avvicinandosi il decennale , si annunciano due anni ricchi di sorprese e con il desiderio di aiutare : sposeremo nei due anni  la causa e appoggeremo il progetto dei 100 defibrillatori proposto dal dott. Amedeo Ceniccola.

Telese 15/8/2013

A cura e a firma del Direttivo dei soci e del presidente Ferrara Maria Angela

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