Filomena Rita Di Mezza.  Il libro Tulisiom nova, a cura dell’associazione Culturale Telesia Terme Poesia, mi è stato donato da Luigi di Mezza, Presidente dell’omonima Associazione, una mattina di qualche settimana fa. Con il suo fare sempre un po’affrettato, affaccendato da una frenesia di vita, Luigi mi porge quest’ultimo lavoro poetico, sottolineando subito che si tratta di un lavoro corale e che è già stato recensito dal prof. Tonino Conte, e l’espressione fiera negli occhi dice quanta solidità di riconoscimento abbia sortito la Recensione negli Autori. Non mi dà tempo di chiedere o dire nulla Luigi e va via, lasciandomi con un senso inespresso di gratitudine per il dono. Lo leggerò, faccio in tempo a dirgli.

L’ho letto e vorrei ringraziare per questo dono, con una breve nota:

il cerchio domina questo libro, dalle immagini della copertina, alla coralità delle voci poetiche, al titolo, Tulisiom nova, con la sua  ridondanza di “o”. Il cerchio, che predomina come immagine anche in molte delle poesie presentate, in quanto archetipo, cioè figura universale di unione, viene prima delle parole e pertanto si leva nel libro come una voce profonda, anteriore alla volontà razionale e politica di realizzare “l’Unione dei Comuni, in un’unica entità territoriale ed amministrativa”.

In questo senso, penso che il contributo poetico abbia una forza speciale per questo progetto, perché capace di smuovere la volontà nelle sue radici più profonde e universali. Pescando nel fondo dell’anima, i Poeti della raccolta lasciano affiorare  quella spinta a legarsi che i greci chiamavano Eros. Ma il pregio di queste scritture è che gli Autori non hanno tralasciato, in un’epoca in cui legare diventa superficialmente omologare, il valore più cupo, ma imprescindibile per una solida unione, di Thanatos, la spinta altrettanto profonda a slegare, a differenziare. Senza un impasto di queste due forze non c’è unione che tenga. Meglio però lo sanno dire i seguenti versi che traggo da Tulisiom nova:

“Che sogno, che sogno ho fatto!

Tanti, tanti frammenti

Dell’immortale idioma

Nel cuore mi cantano,

accendono la fantasia.

Perché  non pure noi

In così eccelsa poesia

Che ha il profumo

Del nostro sentimento avito?”

E ancora:

Costituendo un’unica bandiera,

sono l’incanto, la suggestione…

la pergamena raschiata,

il libro tarlato, l’incisione…

io sono la poesia!”

e per finire:

“Mi ritrovo nel continuo viaggio

A contare le distanze come se

Dalla terra al cielo, un solo passo

Divenisse ponte. Mi estendo,

…..”

Grazie, a tutti i Poeti della Raccolta.

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