Nel mettere in risalto la meravigliosa iniziativa  di raccolta firme avente la finalità di sollecitare le amministrazioni a che venga restituito il Cerro ai cittadini, devo, di contro, sottolineare la totale mancanza di civiltà di alcuni altri. Nel mio precedente articolo ho suggerito ai Sindaci dei due Comuni concessionari delle terme e non al Presidente e Vice presidente dell’ inesistente Consorzio Idrotermale, ad intervenire al fine di porre un  ostacolo, con  l’uso di catene e lucchetti, alle facili vie di accesso alla zona Cerro.
Ho giustificato il suggerimento col dire che i lavori di sistemazione della zona Cerro sono in corso d’opera ma, soprattutto, che si sarebbe evitato, a chi ancora non l’avesse fatto, di visitare la vergogna della piscina olimpionica.

Non ho prospettato (meno male) il pericolo “vandali” altrimenti mi avrebbero accusato di suggerire azioni di assoluta inciviltà se ciò si fosse verificato. E si è puntualmente verificato: la staccionata in legno posta a  protezione del corso del Cerro appena sistemata è stata in più parti danneggiata.

Lo scorso anno dovetti redarguire un “branco” (mi si consenta il termine) di ragazzi di 12/13 anni che prendevano a sassate i cartelli ed i lampioni del parco, fortunatamente non avevano una infallibile mira: desistettero ma, quando voltai le spalle, ricominciarono.

Non posso quindi accusare i Sindaci dei due Comuni  invece dei genitori degli autori di simili gesti,  ma non posso non sottolineare la mancanza di un fermo ammonimento a che il gestore usi una conduzione delle Terme pubbliche meno “sparagnina”.

Un tempo  (anche gli attuali quarantenni lo ricordano), un anziano signore in bicicletta e con un grosso cane, innocuo ma da far paura al guardarlo, percorreva in lungo ed in largo tutto il parco termale: ogni altra parola è superflua.

Volevo poi raggiungere la sorgente d’acqua del Cerro, ma  siamo stati costretti (mi accompagnavo a mio figlio e ad un amico) a desistere perché un branco di cani randagi, dalla “selva” giacente ad est della piscina olimpica, ci osservava da lontano.

Con pacatezza, con educazione, con il cuore in mano supplico le istituzioni ad intervenire: “non chiedo mica la luna” cantava la Berté.

 Pietro Quercia

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9 Commenti

  1. Oh, caro Giuseppe, che piacere sentirti! Di te mi fido se mi dici che ho sbagliato. Devi perdonarmi, ma sulle canzoni non mi sono documentato, né conservo documentazioni.
    So che mi consenti questa ingenua ironia: io, la stima, so tenermela cara verso coloro che la meritano.
    Tu la meriti e ti abbraccio.
    Con affetto, Pietro.

  2. Loredana cantava “non sono una signora ,ma una con tante stelle nella vita, ma una per cui la guerra non è mai finita” Io sono una vecchia signora che ha varcato da poco la soglia dei settanta, ma questa canzone mi piace ancora.
    Coraggio, facciamo qualcosa di serio e concreto che possa dare dei risultati, non perdiamoci in chiacchiere. Io non ho più molto tempo.

  3. ..Credo che ancor più vergognoso è constatare che “l’ego” di taluni è, in un certo qual modo, un simulacro del “modus vitae” di chi li generò e cosi a ritroso di generazione in generazione; tal quale in relazione allo “habitat” che ha “plasmato” le varie generazioni.
    “Dimmi da dove vieni e ti dirò chi sei”.. vero!.. Ma altrettanto significativo è il questionarsi: “Ci è o ci fa?”. Due condizioni molto diverse tra loro ma che, in sintesi, evidenziano un “comune denominatore” che, per filologia, ritengo ben sunto in tali parole: “La disciplina deve cominciare dall’alto se si vuole che sia rispettata in basso”. [chiedo venia se la rimenziono ma non ho trovato nient’ altro di equipollente!]
    Ciò detto, riflettendo quanto basta, penso sia doveroso per tutti farsi un sano “mea culpa”, porsi innanzi ad uno specchio e imparare a conoscersi per poi, temprati da mere Verità, non tacere.. non rassegnarsi, non soccombere, non assopirsi; cambiare (in ogni senso) si può… è motivo di mera VERGOGNA non cercare di farlo!..

    Salvti.

    Gianluca ‘Rufus’ Quercia

  4. Caro Pietro, “non sono una signora”, la canzone citata dalla simpatica Signora Zotti, sembra essere un titolo azzeccatissimo per le attuali condizioni del Cerro. Sono contento che se ne parli e, tirandoti amichevolmente un orecchio, ti chiedo di ricordare chi le fotografie le ha materialmente scattate, convinto della bontà dell’iniziativa.

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