
Il Cerro torna alla ribalta e l’idea di riscattarne la bellezza, la funzione e la vitalità non può che trovare l’adesione dei telesini mentre la mente corre agli anni ’60, quando quel posto non era solo luogo di sfuggenti amori estivi ma anche centro vitale di tante manifestazioni di rilievo.
Oggi forse resta solo qualche nostalgica cartolina d’epoca, con il ponticello in primo piano, o qualche cumulo d’immondizia in un angolo, come si legge su queste pagine.
Arrivare fino al Cerro era quasi d’obbligo, per coppie, amici scanzonati, famigliole in gita, bagnanti annoiati. Si superava il ponticello sul canale, dove le acque solfuree dall’incerto color verdognolo scorrevano verso l’incognito fino a sparire nel nulla tra fitti cespugli, e ci si godeva il fresco sotto gli alti alberi che si protendevano dalle pendici del monte: qualche calcio a un pallone o quattro chiacchiere appollaiati sugli spuntoni di rocce, lontani dai rumori del juke-box che ripeteva la litania dei soliti brani. I più previdenti portavano il bicchiere di carta per sorseggiare l’aspra acqua ferrosa che si faceva strada tra le fessure del monte che sovrasta le Terme. Era tutto allo stato naturale anche se poi alcuni interventi in cemento stravolsero l’habitat.
Ma quel posto non era il fratello povero delle Terme. Per anni è stato il luogo che ha ospitato le manifestazioni più solenni che non trovavano spazio al centro, sulle piccole piste da ballo davanti al vecchio bar in pietra viva.
Prima ancora di costruire la pista di pattinaggio, quello spazio circondato da alberi era destinato ad ospitare la Gimkana automobilistica e lì si costruiva il percorso con birilli, ostacoli, cancelletti, bilichi per stare con l’auto a mezz’aria in equilibrio instabile. Le macchine, con equipaggio a coppie, piroettavano tra ali di folla festante alzando nuvole di polvere e lasciando sul terreno millimetri di copertone ad ogni sgommata.
La pista di pattinaggio spazzò le gimkane e monopolizzò tutte le attività. Dalle sue gradinate i telesini del tempo hanno assistito a decine di importanti eventi.
Nell’estate del ’69, d’intesa tra la Pro Loco e Minieri, organizzammo la finale interregionale del 1° Palio Canoro d’Italia, con cantanti desiderosi di affermarsi su un palco testimone di grandi nomi, come Memmo Carotenuto, Daniela Giordano (ex miss Italia), i Malaga e tanti altri nomi di contorno.
Sempre il Cerro, in quell’anno, fu sede di un quadrangolare di basket tra la Fides Partenope, la Juve Caserta, il GSA Benevento e la Emerson Maddaloni. Per la finalissima, in notturna, si esaurì ogni ordine di posto, dalle poltrone alle tribune.
Minieri regalò nello stesso anno un Gala Internazionale di pattinaggio artistico cui parteciparono i campioni del mondo che ammaliarono tutti con l’eleganza delle loro piroette.
Ma forse ancor meglio andò con gli Incontri Internazionali di ballo, 18 coppie di ballerini in rappresentanza di nove nazioni europee, svoltosi sotto i riflettori della TV e centinaia e centinaia di spettatori.
Italia-Giappone, incontro internazionale di pallavolo femminile, segnò la manifestazione clou dell’estate. La risonanza nazionale dell’incontro, la sua unicità, l’organizzazione perfetta, una pubblicità ad alto livello, coronarono gli sforzi degli organizzatori che erano riusciti ad inserire Telese nel giro dei grandi eventi sportivi internazionali.
Ma il segreto del successo era stato determinato dalla perfetta programmazione, maturata mesi prima, frutto di una completa sinergia tra i quattro enti gestori del turismo: Pro Loco, Minieri, Comune, Ente provinciale del Turismo. Decine di riunioni, spesso dopo cena, ed un solo obiettivo: costruire eventi di livello per scrollarsi di dosso la patina di provincialismo.
Sono scelte d’epoca ma a vedere il fervore di oggi chissà che il miracolo non si possa ripetere.
Aldo Maturo
altre foto: http://archivio.vivitelese.com/cliccacarto/20/030%20Cerro%20Selvaggio/cerro%20selvaggio.htm
Negli anni ’50, mio nonno ha partecipato, diverse volte, alla gimcana che si svolgeva nel Parco delle Terme. Nei ricordi di mia madre, allora giovanissima, la gara era un evento che attirava partecipanti da ogni parte ed era particolarmente suggestiva proprio per l’ambientazione. Le parole dell’articolo, hanno ridato vita alle atmosfere di quei giorni, così come mi sono state raccontate, e non c’è dubbio che la situazione che oggi vivono quei luoghi, e non solo, somma alla tristezza per lo stato di degrado, il fastidio per l’insulsaggine di quanti hanno contribuito a cancellare definitivamente un patrimonio di tutti, anche di coloro che telesini non sono, ma che per questi posti, hanno un rispetto che molti non hanno avuto in passato e non hanno ancora oggi.