Nella valle di Cusano Mutri (in provincia di Benevento), all’estremo limite Sud/Ovest, si trova, coi suoi circa 800 abitanti, Civitella Licinio, frazione di Cusano Mutri, anch’essa di antichissima origine. Il suo nome sta ad indicare un piccolo agglomerato urbano che probabilmente, in epoca remota, si trovava sul vicino Monte Cigno: “Cittadella del CIGNO”.
Il nome si trova nei documenti medioevali e sta ad indicare un piccolo abitato sul Monte Cigno; una “civita” abbandonata e sconosciuta. L’appellativo “Licinio” sarebbe una storpiatura, originata pare nel 1811 dalla Commissione Feudale, che chiamò il paese Civitella Lucinio, con evidente ed arbitraria forzatura italiana del dialettale Civitella (de) lu Cignu, ossia Civitella del Cigno, dal nome del monte su cui si trovava.
Il termine “Licinio” venne aggiunto per legge nel 1863, con il chiaro scopo di evitare confusione con altri paesi o abitati, anch’essi chiamati Civitella.
Va comunque ricordato che nell’antica Telesia esisteva una “Gens Licinia”.
Il nome “Licinio” potrebbe anche derivare dal termine latino “lacinia” nel suo significato di “frangia” o “piccola striscia di terra”, visto che Civitella, dopo la distruzione del “vicus” esistente sul Monte Cigno, è sempre stata una “frangia” o “piccola striscia di terra” cerretese nella valle di Cusano Mutri.
Civitella fu letteralmente rasa al suolo dal catastrofico terremoto del 5 giugno 1688, con molte vittime. Era sabato di Pentecoste, 48 giorni dopo Pasqua, a ventunora: dall’orario convenzionale medioevale, corrispondente, ai primi di giugno, alle ore 17 circa.
Pare che l’epicentro del terremoto, del massimo grado della scala Mercalli, fosse stato localizzato proprio a Civitella, che, per la sua totale distruzione a causa del terribile sisma, secondo un cronista dell’epoca, si presentava “come mai fosse esistita”.
Il centro abitato di Cusano Mutri (nella cui valle si trova la frazione Civitella Licinio), per la particolare natura geologica del suo sottosuolo (vedi anche formazione di Cusano nei trattati di geologia), non fu distrutto, a differenza dei centri abitati dei comuni circostanti, da quel terribile terremoto, per cui conserva l’originaria struttura urbanistica e un’architettura di gran lunga più antica.
Civitella Licinio, benché frazione di Cusano Mutri, ha un dialetto ben diverso da quello del capoluogo e delle sue contrade. Il dialetto di Civitella è molto simile a quello di Cerreto, di cui fu casale.
Nell’ottobre 1943, abbattuti i ponti della strada Cerreto – Cusano (quello sul torrente Turio, nei pressi di Cerreto e quello di Lavello, sul Titerno), Civitella restò isolata con Cusano e Pietraroja e si salvò così dalle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, che invece colpirono duramente altri centri del Sannio beneventano.
Emidio Civitillo