Sono sempre stato fermamente convinto che solo una dittatura, nera o rossa che sia, avrebbe potuto consentire all’Italia di uscire dalla melma che, da decenni, l’affoga. Ora mi accorgo, dai recenti avvenimenti che concorrono a turbare la serenità nel nostro piccolo paese, che un amministratore vuole ergersi a dittatore ed imporre il suo operato ad una intera comunità.
Sento venir meno la mia convinzione e contribuisce ad aumentare il senso di ripulsa verso i politicanti di qualsiasi livello. Ma subito reagisco, esplode la ribellione e mi chiedo se l’ amministratore crede davvero di guidare un branco di pecore belanti.
Di democrazia ce ne siamo riempiti la bocca un po’ tutti, soprattutto lui, mentre in cuor suo auspica il ritorno ad un bolscevismo stalinista. Io non mi sono mai nascosto e, se ora guardo alla democrazia non più con tanto disprezzo è solo perché mi consente di esprimere il mio pensiero, la disistima nei confronti di taluni e la mia mal riposta fiducia.
Se fino all’inizio del Consiglio Comunale dei 31 u.s. ho dubitato della cattiva fede degli amministratori, ora nella mia mente si affollano interrogativi inquietanti. Se ancora per un attimo voglia credere alla buona fede, voglia credere che l’ amministratore avesse inteso operare nell’interesse della comunità, perché, mi chiedo, insiste con tanto vigore se la comunità dimostra (con atteggiamenti non proprio corretti: consensi verbali ed applausi alla minoranza) di non accettare il regalo?
Fino al momento del voto ho sperato che qualche amministratore nel quale maggiormente ho riposto la fiducia, si fosse ricreduto. La speranza mi proveniva dall’aver notato, il giorno dell’assemblea con i cittadini, una certa titubanza nel Sindaco ed in qualche altro dei presenti al tavolo: Si trattava, invece, di un ben celato proposito, ma io volevo credere nella “buona fede”.
Cosa dire ora, con una maggioranza compatta nell’approvare il progetto da realizzarsi in Telese ma in diverso luogo? E’ il digestore la vocazione turistica di Telese, della Telese che, nel 1992, cambiò denominazione con l’aggiunta di “Terme”?
E’ una vocazione fondata sulla “munnezza”, tanto per usare un termine espresso, non fra i denti, dalla sig.ra Enza Zotti, presente al Consiglio. Telese ha mille sogni nel cassetto, ha mille sogni di riscatto, ha mille problemi da risolvere ed in cambio ci volete donare un non gradito impianto?
Telese ha problemi socio-ambientali.
Terme e lago, risorse naturali lasciate in uno stato di totale abbandono;
Sovraffollamento urbano, senza l’impiego di un solo lavoratore edile telesino;
Problemi alla conduttura fognaria, ormai obsoleta ed insufficiente in considerazione dell’aumento di popolazione;
Problemi alla conduttura idrica ridotta a colabrodo e che non rende sufficiente l’acqua dell’acquedotto, ma ci costringe ad utilizzare l’acqua calcarea di una sorgente sul Grassano, con le conseguenze ben note sulla salute, sugli elettrodomestici e sul consumo enorme di detersivi.
Telese ha problemi socio-economici.
Una disoccupazione giovanile allarmante ed un commercio che langue. Conseguenza inevitabile di una, diciamo allegra, gestione delle Terme tendente al più assoluto risparmio e ad una mancanza di un progetto di valorizzazione dell’incantevole Lago.
Non un programma, non un opuscolo divulgativo dei nostri meravigliosi luoghi.
Telese non è più centro di servizi, non è più importante nodo ferroviario, non ha più, o quasi, il terziario, non ha verde pubblico. Le strade, i parcheggi, le scuole sono insufficienti: si è costruito dappertutto, anche sulle sponde del lago; montagne di cemento anche intorno al Cimitero.
Con questi e tanti altri problemi irrisolti si è pensato ad individuare un’area per costruire l’ impianto di digestione anaerobica.
All’insaputa dei cittadini, della Giunta e del Consiglio Comunale chiamato a deliberare su cose già fatte, decise dall’ amministratore che vestiva la carica di Assessore provinciale.
Un impianto di digestione che occuperebbe (uso con convinzione il condizionale) 800 mq., strade inesistenti escluse, in una Telese con un territorio di circa 10.000 mq., per un terzo occupato dallo Stabilimento termale.
Tralascio ogni altra considerazione riguardante i vantaggi che ne trarrebbe il cittadino in rapporto al costo dell’impianto; tralascio di elencare i provati danni alla salute; tralascio di indicare i provati danni all’ambiente: troppe false verità si sono sentite e lette, in questi giorni. Ho voluto richiamare l’attenzione sul malinteso termine “trasparenza amministrativa” e sull’abusata parola “democrazia”.
Pietro Quercia. Per il Comitato cittadino “No al digestore anaerobico”.
Sono costretto ad utilizzare il mio intervento per poter commentare altro.
Voglio semplicemente chiedere al dott. Aceto: Non crede che sarebbe stato sufficiente un più articolato comunicato stampa sul finanziamento alla Provincia di € 10 milioni invece di minacciare querele che non spaventano gli onesti ed impegnati cittadini rei soltanto di battersi per una migliore condizione di vita nel proprio paese? Sono solidale con “Telesini a cinque stelle” Pietro Quercia.